Casaroli responsabile o semi-malato di mente?

Casaroli responsabile o semi-malato di mente? IX, PROCESSO DEI GANGSTORS Casaroli responsabile o semi-malato di mente? Due perizie in contrasto - Intanto il « capo > deliba pranzi scelti, si cura le mani, legge le cronache del Tour e riceve doni da anonimi llllllIMMIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIlllllllllllllllllllllll (Nostro servizio particolare) Bologna, 18 luglio. In questi due giorni di sosta Paolo Casaroli si è trattato bene: ha gustato, col piacere di un tempo, quando frequentava i migliori ristoranti di Bologna, di Roma o di Torino, i pranzi ben scelti che gli vengono recati da fuori, si è curato le mani, ha letto le cronache del Tour e ha ricevuto in dono altre camicie estive e altri fazzoletti colorati. Sono omaggi anonimi che confermano le impressioni dei giorni scorsi, e cioè che non sono del tutto scomparsi coloro che, per amore o per Interesse, vogliono mantenersi in contatto con l'ex-capo della gang. Sarà il contagio di questa spavalderia insolita nelle aule giudiziarie, saranno i racconti di certe evasioni ancora fresche o le notizie di certe rapine ancora impunite, fatto sta che Casaroli non sembra un tipo al quale i cronisti debbano dare, fra dieci o dodici giorni, un addio definitivo. Domani, comunque, il « capo » verrà subito «agganciato» da tre direzioni diverse. Parleranno infatti gli avvocati Mauceri, Palmeggiani e Gainberini, che rappresentano rispettivamente il Banco di Sicilia e il rag. Civiletti insieme, il figlio del povero Morselli e il vigile urbano ferito a Bologna, Luigi Zedde. Tre arringhe di parte civile, i primi interventi di quelle cinque parti civili che, tra quattro imputati in gabbia e sei a piede libero, ne hanno ormai scelto uno solo come bersaglio. Anche se Daniele Farris uccise il dottor Angelucci, anche se Giovanni De Lucca ferì gravemente Civiletti, e anche se sussiste qualche incertezza sul nome dì chi colpi mortalmente l'autista Morsèlli e di chi sparò su Tonelli (Casaroli o Ramazzi?) è chiaro che da domani tutti i sei avvocati dell'accusa privata e il Pubblico Ministero Sanglorgio, prenderanno particolarmente di mira il «capo» per le responsabilità che, secondo i fatti e secondo la logica, gli spettano: non solo per le rapine e le tentate rapine, ma anche per gli omicidi e i tentati omicidi commessi dal suoi gregari. La via di scampo è perciò strettissima, appena un sentiero. Mercoledì scorso, al termine dell'udienza, il presidente dottor Bosi diede per lette, fra gli altri documenti, le due perizie medico-legali su Casaroli, ben sapendo che esse saranno ampiamente discusse a cominciare da domani. Dopo le spavalde confessioni l'un jo punto un po' incerto è infatti quello che riguarda lo stato di mente del capo. Il perito del tribunale, prof. Oreste Bonazzi, è stato esplicito: Casaroli è malato di narcisismo, è un megalomane e un millantatore, ecc., ma era pienamente lucido e quindi pienamente responsabile sotto l'aspetto penale, quando commise quei numerosi reati. Le anomalie riscontrate sono molte, ma generiche, non tali, insomma, da vincolare assolutamente il giudizio del magistrato. Questo è, in breve, il risultato dei colloqui a quattr'occhi che 11 prof. Bonazzi ebbe, durante 45 giorni, con il Casaroli in una cella del carcere. Fin da allora il gangster dichiarò, più di una volta, che quegli esami erano inutili, tanto lui sarebbe scappato alla prima occasione; ma lo psichiatra, che è un discreto pugnatore, non si spaventò e tirò diritto Il patrono di Casaroli, avvocato Segapeli, che si batte da solo contro sei colleghi chiaramente avversi e contro quattro o cinque parzialmente ostili per necessità di tattica difensiva, non si è accontentato del parere del prof. Bonazzi. A questa perizia condotta in breve tempo « una lotta contro il cronometro », il difensore ha opposto la perizia della dottoressa Lea Giorgi, che dopo alcuni mesi di lavoro ha riesaminato più minuziosamente «la sindrome quanto mai fluttuante e complicata » di questo bandito, che fin da bambino aveva scelto Attila per eroe. Lea Giorgi, che è primario dell'ospedale psichiatrico Roncati, non ha trascurato la fatuità e 11 potere Immaginativo «mostruoso», l'ambizione smodata e la costituzione epilettica, la scarsissima vita sentimentale e i ripetuti traumi cranici (in seguito alle cadute da piccolo) del soggetto e, basandosi su « una imponente ereditarietà mentalenervosa bilaterale » lo ha definito uno schizofrenico in via di evoluzione ora, come lo era al tempo dei reati. Casaroli, insomma, quando rapinava e sparava e si sentiva « la testa in fermento », era semi-infermo-di mente. Su un punto I due periti concordano senza fatica: nel valutare l'influsso pernicioso che il clima della guerra e del dopoguerra esercitò su Paolo Casaroli, su questo piccolo Attila che flagellò le banche e 1 bancari e fu flagellato dai vigili urbani. Giorgio Vecchietti c

Luoghi citati: Bologna, Roma, Torino