Vi piacerebbe vivere cento e cinquant'anni?

Vi piacerebbe vivere cento e cinquant'anni? Vi piacerebbe vivere cento e cinquant'anni? Molti temono la vecchiaia - Ma il processo di distruzione che essa comporta può essere arrestato - In un secolo la media del nostro ciclo vitale è aumentata di 23 anni: da quaranta a sessantatrè (Nostro servizio speciale) Roma, luglio. Nel mondo di domani l'aliquota di persone anziane sarà in continuo aumento — afferma il clinico americano Martin Gumpert. Le persone anziane di oggi, infatti, hanno un aspetto assai differente da quello dei vecchi della generazione i Passata: esse sembrano più gio ! vani e, quel che conta, si sentono più giovani. Nella prossima generazione l'aspetto dei vecchi sarà ancor più giovanile e la salute assai migliore. Le statistiche dimostrano chiaramente che ciò non è una utopia: basta osservare che la media del nostro ciclo vitale è aumentata di ben ventitré anni nell'ultimo secolo e i quaranta anni del 1850 sono diventati sessantatrè al giorno d'oggi. Questi dati di fatto — afferma ancora il dottor Gumpert — impongono due problemi: uno di carattere sociale, l'altro di carattere sanitario. Nel primo caso, occorre predisporre coraggiosamente un programma di riforme che affronti e risolva la questione della vecchiaia sul piano del lavoro con moderni criteri. Occorre riformare il vigente sistema di premi assicurativi, di pensioni, di rapporti di impiego, di limiti di età, che riducono la vita ad una iimbarazzante preparazione per l'ora della morte, sicché avvie ne che si accetti, quasi come una legge di natura, la rapidità con cui la gente muore, non appena si ritira dagli affari, smette di lavorare. Gumpert — che ha raccolto in volume le sue interessanti osservazioni (Siete più giovani di quanto credete, ediz. «Atlante ») lancia a questo punto lo slogan: «Se avete raggiunto i quarant'anni potete considerarvi candidati a diventare centenari » e passa al secondo problema da risolvere, quello sanitario. « Quando chiediamo a qualcuno — scrive — se gli piacerebbe vivere cento anni o centoventi o centocinquanta, lo vediamo inorridire a tale prospettiva. Perchè la gente teme la bruttezza che ha del grottesco, l'oscenità, la tristezza della vecchiaia, l'inferno in cui si vedono languire, prima di essere liberate dalla morte, tante persone care. Ognuno guarda con terrore lo specchio che ri-velerà i primi sintomi di invec-chiamento, e venderebbe l'ani-ma per arrestare questo prò-cesso di distruzione. Noi siamo seriamente convinti — continua il medico americano — che ciò si possa fare. Ci sono fatti che lo provano, metodi da seguire e speranze che possono essererealizzate. Così come è stata affronta- \ e vinta la battaglia per proteggere l'infanzia, così deve essere vinta, sul piano pa-tologico, la battaglia per prò-lungare la vita umana studiali-do a fondo gli inconvenienti della vecchiaia. Ma non basta — secondo il moderno concetto della scienza americana — prolungare la vita, bensì bisogna evitare che la maggioranza degli uomini diventi inabile, per ragioni fisiologiche o per ragioni morali, nella quinta o nella sesta de-cade di vita. La longevità può diventare un dono per il genere umano, ammesso che essa venga considerata non una mostruosità, ma il risultato di una ben organizzata economia di vita. Il vecchio di oggi è una specie di fenomeno; il vecchio ai domani invece potrà benissimo condurci ad una migliore comprensione dei problemi umani. Gumpert, nel suo libro, afferma che esiste una notevolissima differenza nella durata delle varie vite e che quindi vasto — ed egli ne tratta poi con profonda conoscenza — è il campo in cui la scienza moderna può spaziare nell'ambizioso compito di prolungare la vita umana. Lo scrittore e scienziato ci dice — tra l'altro — che alcuni insetti muoiono dopo sole poche ore di vita. La pulce vive circa trenta giorni, l'ape da quattro a cinque mesi, l'ape regina da quattro a cinque anni, ii coniglio, il topo e la lumaca vivono otto anni; l'oca e l'usignolo quindici anni; la mucca, il piccione, il maiale, il gatto vivono circa venti anni; il cavallo venticinque e l'asino trenta; il pellicano cinquantanni; il leone, il cammello e l'ippopotamo sessanta; pappagalli e aquile possono vivere un centinaio di anni; l'elefante raggiunge la media di duecento anni; i coccodrilli e le carpe possono vivere fino a trecento. Uguale differenza si verifica 1 in altre sostanze viventi. GII 1 alberi a legno bianco e poroso, ,come il pioppo e l'olmo, vivoino all'incirca cinquanta anni, | mentre gli alberi a legno duro crescono più lentamente, ma raggiungono un'età di secoli o addirittura di millenni. Un ci - presso sulla via di Vera Cruz a !Città del Messico risale al tem po di Cortez; gli olivi, nell'Orio di Getsemani, si dice abbiano assistito alla Crocifissione; il lpiatano di Ippocrate nell'isola 1 Qi eoo avrebbe raggiunto i 2300 Ianni di vita; le sequoie della | California, alcune delle quali i hanno una circonferenza di | quasi trenta metri e un'altezza da grattacielo, hanno parecchi millenni di vita. Si dice, infine, che un cipresso a Chapultepec viva da più di seimila anni. Secondo Gumpert, tutti questi dati hanno lo scopo di con¬ |felmare che il prolungamento delia vita, risultato di cause combinate intrinseche e estrinseche, è variabile entro limiti più vasti di quanto noi generalmente non ammettiamo. Tuttavia, in condizioni ambientali di laboratorio, non soggette ..'.gli inevitabili accidenti della esistenza normale, la vita può venire prolungata praticamente senza limiti: l'esistenza in vitro può essere immortale. Nel gennaio del 1912, infatti Alexis Carrel e il dr. A. H. Ebeling isolarono dei frammenti cellulari del cuore di un embrione di pollo e, cambiando il mezzo di nutrizione ogni 48 ore e trasferendo un piccolo numero di cellule nel nuovo mezzo, riuscirono a mantenere in vita questo tessuto fino a oggi; e non c'è ragione che non debba essere tenuto in vita indefinitamente, finché questa felice tecnica può essere continuata. L'offensiva contro la vecchiaia, la campagna contro la morte è già iniziata — afferma più oltre Gumpert e citando il «De senectute », riporta alcuni brani della classica orazione ciceroniana: « L'intelligenza, la riflessione e il giudizio sono posti nei vecchi e se essi non fossero esistiti, nessuno Stato avrebbe potuto esistere... La vecchiaia, specialmente una onorata vecchiaia, ha una autorità tanto grande che ciò è di maggior valore di tutti i piaceri della gioventù ». d. m.

Persone citate: A. H. Ebeling, Alexis Carrel, Cortez, Gumpert, Ianni, Martin Gumpert

Luoghi citati: California, Città Del Messico, Roma, Vera Cruz