Eisenhower alla Casa Bianca a colloquio con Truman di Gino Tomajuoli

Eisenhower alla Casa Bianca a colloquio con Truman Eisenhower alla Casa Bianca a colloquio con Truman Uno sleale attacco di Taft - Nei prossimi giorni si vedrà come verrà impostata la fase risolutiva della battaglia elettorale (Dal nostro corrispondente) Washington, 2 giugno. Diciassette salve, picchetti d'onore, battute di tacchi, presentat'arm ed autorità esclusivamente militari hanno salutato nel pomeriggio Eisenhower e sua moglie all'arrivo a Washington. Onori e cerimonie dovuti cioè ad un soldato di alto rango. • Quella rigida formalità non ha trattenuto il senatore Taft dallo sparargli addosso una diciottesima e metaforica cannonata politica denunciandolo in un discorso alla televisione come uno dei maggiori responsabili del grave deteriorarnento subito dalle Forze Armate americane dall'inizio della guerra ad oggi. Incassando con sorridente spensieratezza questo primo attacco diretto alle sue responsabilità militari, Eisenhower e la moglie andarono subito a passare un paio d'ore con Truman, che trascorreva il pomeriggio domenicale nel giardino della Casa Bianca e che, senma voler influenzare i risultati delle elezioni, li ha guidati festosamente nella visita della residenza presidenziale da poche settimane rimessa a nuovo. La tattica del silenzio Giunti nella sala ovale i due potenziali avversari alle elezioni di novembre si isolarono per quasi un'ora e è probabile che Truman si sia preso il gusto di impartire allo stratega Eisenhower una lezione in piena regola di strategia politica, scienza nella quale molti presumono che il generale abbia molto da imparare. Sopravvivendo anche a questo nuovo ma amichevole attacco, Eiscnhover andò finalmente ad abbracciare la famiglia: il figlio, Maggiore di Fanteria in partenza per la Corea, la suocera, la sorella, i nipotini. Stamattina fece i passi preliminari per il suo ingresso nella lotta elettorale: andò all'ospedale per farsi ufficialmente e clamorosamente riconoscere in perfetta salute (fra le tante voci spiacevoli, gli avversari taftiani hanno messo in giro anche quella che fegato, cervello vista e udito di cJ7ce> siano al più basso livello ammissibile per un compito così esauriente come quello di presidente) e poi al Pentagono a chiedere di esser collocato nei ruoli della riserva. Naturalmente, con Truman ed i capi militari, Eisenhower ha parlato a lungo e * con estrema franchezza-* dello Stato, delle difese, dell'alleanza, deplorando, in tono ufficialmente descritto come assai vivace, i dannosi ritardi nella consegna del materiale bellico americano agli eserciti europei, ritardi che paralizzano le migliori intenzioni degli alleati. Egli tenterà — nei rapporti coi giornalisti — disperata¬ mssbslpAsipfntsèrdcmczdibgztpaiicqrqpccfmbdfgièsrtmsssaslpvfflpdpitImnppsrdBlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllilllllll mente di evitare di essere trascinato fuori dai soggetti ohe sino al momento in cui sarà in borghese sono i soli di cui possa ufficialmente occuparsi: alleanza atlantica, esercito europeo, situazione in Occidente. Anche se ci riuscirà do man, sembra quasi impossibile che il suo rifiuto di gettarsi a corpo morto nella campagna elìtforale prima della convenzione, duri ancora a lungo. Si tratterà di vedere, dicono i suoi sostenitori, in qual mod.i è possibile conciliare la sua reazione di non essere il candidato dei delegati e delle m<ichines politiche ma semplicemente degli elettori, anzi dc% cittadini senza precisa distinzione di partito, e la necessità di combattere con i sistemi ed i mezzi politici tradizionali la battaglia a cui lo costringono gh avversari. Taft ed i repubblicani isolazionisti mostrano ormai apertamente, difatti, di volergli im pedire di fare il Coriolano, un atteggiamento che colpisc'a Ir, immaginazione degli eletto-1 indipendenti dei due partiti e che è effettivamente nuovo o quasi nella storia parlamentare degli Stati Uniti e che può quindi ridurre di molto l'im portanza elettorale delle machlnes. L'attacco personale e che confina con la slealtà infertogli ieri da Taft nel momento dell'arrivo, esemplifica bene quanto dure e spietate divengano le pressioni per farlo parlare, e cioè, sperano gli avversari, per farlo cadeie in un tranello. La maggior forza di « Ike > è quella di fare appello alle stesse masse. Questo piano è riuscito ad « Ike > solo in parte, perchè i risultati delle ultime elezioni primarie non gli sono stati molto favorevoli. Il suo piano cadrà del tutto, pensa Taft, se <Ike> sarà spinto a parlare e cioè a correre il rischio di perdere i voti dei delegati che vorrebbero votare per lui. Cinque mesi dì attesa Nei prossimi due giorni si vedrà come verrà impostata la fase risolutiva di questo conflitto all'interno del partito repubblicano, fase che è di fondamentale importanza, perchè può determinare il successo od il fallimento del movimento di t Ike >. La pressione per obbligare Ike a dichiararsi è però enorme; essa è aumentata anche nei ranghi degli elettori indipendenti progressisti che sono paralizzati dal timore che Eisenhower sia troppo conservatore in campo di politica sociale. Più o meno questa corrente politica che fluttua indistintamente fra i due partiti controlla dai quattro ai cinque milioni dt voti e può costituire llllllllllllllllllllllMllllllllllllllllllllllllllllllllllll l'elemento determinante per la vittoria. Sembra difficile quindi che Eisenhower rifiuti di rassicurarla. Dal momento che egli prenderà partito per l'uno o l'altro gruppo di interessi, per l'una o l'altra tendenza politica, Ike cesserà di essere il candidato del popolo, che ubbidisce solo alla chiamata della nazione e diventerà un politico. Avversari e potenziali sostenitori cospirano involontariamente per trasformare Ike in uomo politico, anzi in un uomo di parte. Dopo cinque mesi di silenzio, è possibile che Ike sia costretto a parlare per le cinque settimane che mancano alla Convenzione. E per quanto tutti siano convinti di sapere in anticipo cosa dirà e in quali limiti e direzioni Taft si propone di agire, in realtà nessuno sa cosa un grande stratega militare è capace di improvvisare nel campo della strategia politica. Gino Tomajuoli iiiimiiiiiimiiiim minili nimiii

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