L'italia dell'Ottocento alla Mostra della Promotrice di Alberto Rossi

L'italia dell'Ottocento alla Mostra della Promotrice CENTO ANNI DI VITA ARTISTICA L'italia dell'Ottocento alla Mostra della Promotrice Il 28 febbraio del 1842, un [gruppo di valentuomini, riunì- ti nella casa del conte Della Chiesa di Benevello, che era lui stesso un valente pittore, e che ne diventava il presidente, dava avvio alla fondazione del-ila «Società Promotrice di Bel- le Arti », con il fine « di ecei- tare fra gli artisti una lode- jvole emulazione, di propagare .rà notizia delle loro opere e di.aiutarne lo spaccio». Cento sot- ; toscrittori di azioni a lire ven-j ti caduna (beati tempi!) for- nivano il primo fondo indi-[spensabile alla vita di quell'or-Iganismo, che ebbe poi prospe- ra salute per tutto l'Ottocen-ito, e sostenne anzi in parecchi j periodi la più importante ma- nifestazione artistica periodica ! iche si svolgesse in Italia: ser-j [bando questa sua caratteristi- Ica sin bene addentro al nostro secolo, per parecchi anni an-j còra dopo il primo conflitto | mondiale, Nel 1942, anno in cui si sa rebbe dovuto commemorare la importante data del centenario ] della fondazione, altri r.venti[urgevano: successivamente, le ! Ali ■ I ■■ Hill I Iti II II I II ■ Il III Iti IM II llll ■ III M III I II II 11 II II distruzioni che avevan colpito la palazzina della Promotrice al Valentino, impedirono di ri cordarla degnamente nella sua sede naturale. Sino a che final mente, restaurata dall'altr'anno la sede si essa, si è potuto ora, con dieci anni di ritardo, pensare a una grande Mostra commemorativa: che era poi certamente il modo più opportuno e fruttuoso di ricordare l'avvenimento, Così è nata l'idea di quella Mostra che stamane solennemente si inaugura al Valentino, in quel meraviglioso sce nario verde che il parco stesso e la collina che gli fa da sfondo compongono di questa stagione Intorno alla bianca palazzina, assai più ampia den tro di quel che di fuori non appaia. Ampia, ma non tanto da non creare delle angustie agli organizzatori, per la — re lativa — ristrettezza dello spazio, a paragone con il numero stragrande degli artisti che in questi passati 110 anni al- la Promotrice avevano esposto, e frammezzo ai quali si ren deva indispensabile procedere II II 111 II II I I IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII1 a una cernita. A meno di ab-1bandonare il criterio di daredilciascuna delle figure più rap-[ presentative che vi eran pas- ! sate, non solamente la preseli- iza, ma una concreta testimo- nianza della loro personalità | per mezzo di un gruppo di opere relativamente organico e:nutrito. E ciò, agli effetti del-[la validità della documentazio- ; ne, sarebbe stata cosa esiziale, Questo è stato l'unico moti-;certo momen-ivo per cui a un to si dovette prendere la decisione — dolorosa ma in certo senso necessaria — di limitare la scelta entro al novero degli, ' .. . . f , art sti scomparsi prima del 1942: che, a estenderla ai viventi, di troppo si allargava il campo, quantitativamente parlando: anche a non tener conto delle gelosie e malumori che inevitabilmente, pur con la migliore volontà, si sarebbero venuti a suscitare. A parte poche eccezioni — come il Carnovali, Ranzoni, qualche altro nome non di pri missimo piano — tutti quanti'crii fl-li<-tl An«4-nn~ 71»/"\l lgli artisti che contano nell'Ot tocento italiano hanno più o meno assiduamente esposto alle Mostre annuali, triennali o quadriennali della Promotrice. Potrebbe parere perciò che questa che oggi si inaugura, vada considerata senz'altro come una grande Mostra del nostro Ottocento. Invece cosi del tutto non è: o lo è in un senso piuttosto speciale. Pensando oggi, infatti, a una grande mostra del nostro Otto- cento, viene naturale il veder-la sotto una specie altamente selettiva di quei valori artisti-ci cui la prospettiva tempora- le ha permesso a poco a poco di emergere fra la congerie della produzione pittorica e sculturale di quel secolo: una mostra ispirata a pochi puntifermi, che la coscienza esteti- ca formatasi sullo studio del-l'arte delle varie epoche e deivarii paesi ha permesso di stabilire. La manifestazione odierna, invece, non è nata da un simile proposito: essa tende soprattutto a celebrare, e quindi a ricordare nei suoi momenti più caratteristici, più salienti per il rumore, la curiosità, ile discussioni sollevate a suo [tempo, la vita e le vicende del- la Promotrice di Belle Arti. E quante memorie, quanti appas- sionanti ricordi si leverebbero in queste sale, dinanzi a certe I1?'6 ch? fur°".° celebri maga-'ri, per lo spazio di pochi mesi.quanto durava la mostra: se solamente gli occhi dei riguar- danti sapessero andare oltre la cortina di tempo che ci separa da quei giorni pur non lonta- nissimi, sollevare il velo d'oblio che è sceso su quegli eventi, dicui non pochi che tra noi vivono, furono in giovinezza testimoni! Sicché per un altro verso, j questa mostra della Promotrice viene a darci il vero volto delnostro Ottocento artistico, non [quella scelta cioè che un gusto affinato potrebbe venir com- I ponendo secondo un criterio di j validità assoluta: ma quel che lesso apparve ai contemporanei, Iquel che esso fu nel modo piùappariscente, con i suoi pregi e i suoi difetti, le sue infatua-zioni, i suoi miraggi, le sue de- bolezze sostenute magari da generose, romantiche illusioni: ie quali portavano spesso a dare maggior importanza e rilievo al «sentimento» espresso dai soggetto, dall'aneddotc narrato, che non a quello più vero e profondo che nasce dal¬ la qualità della rappresentazione plastica. Si riscontrerà qui, in certi quadroni sesquipedali di argomento storico, l'infatuazione accademica: come in altre pitture e sculture verrà testimoniata quella passione per il M111 ! M M1111111M1111 f I [ 11M11F1111 ! r 111M S M11 ! 111111 ! 11 i M 1«vero», copiato ma non semlpre interpretato e sollevato a [ stile, che possedette i « rivo ! luzionari x. di allora. Mentre in ialtre ancora esso giunge a espressione compiuta, poetica, | Tutta l'Italia è qui rappre sentata: conforme a quella che :fu per parecchi decenni la tra[dizione della Promotrice, dove ; ogni regione a gara si impe gnava per primeggiare. E da ;°gni Parte d Italia sono venute i'e °Pcre: da musei — il nerbo , iiuali forse sarebbe stato augu ,J„K1,„_•,,.„„„ „»(i„f„ „„„ principale è fornito dalla Galleria Civica di Arte Moderna di Torino, con circa 220 opere — e da collezioni private: alle rabile si fosse attinto con maggiore larghezza, con frutto di cose più inedite, dati anche mancati invii, all'ultimo mo mento, di opere su cui si contava, da parte di Gallerie di altre città. Mentre nel grande salone centrale sono distribuite le ope re in genere di maggiori dimensioni, senza riguardo a scuole l'ordinamento vero e proprio 'prende le mosse dalla prima l _,■ _ j . J : t„„ . „ sala a destra di chi entra: e sono ivi collocate le opere di scuola piemontese più lontane nel tempo; ivi troverete il « Trionfo di Venere » di Francesco Gonin, bozzetto per il telone del Regio: troverete alcune gustose tempere del Bossoli come la « Processione del Corpur Domini >: 1' < Io t'avrò sempre in cor... povera morta » del Giani, titolo che è di per ! sè tutto un programma: e va rie tele del D'Azeglio, di cui 1 un grande quadro nel salone, « Nausica e Ulisse», già dimo! atra le qualità pittoriche, [ Nella seconda sala domina Antonio Fontanesi, con un ! gruppo imponente di opere, tra j dipinti e bozzetti: e intorno a lui Avondo, il Pittara, e gli al , tri della scuola di Rivara: de Avendano, Bertea, d'Andrade ;La terza sala vede, tra il tri|nomio Delleani, Quadrone, Pa- slni, ciascuno presente con parecchie tele, un notevole dipin to di Soldi « I saltimbanchi ». La Lombardia domina nella quarta sala, anche se per motivi di spazio siano andati a finire li anche qualche toscano, come Ussi e Gordigiani, che [ha un bel dipinto e liguri come iBarabino. Hayez, Mose Bian- [chi, Cremona con tre pitture [egregie, Tallone, Filippini, Do ! menico e Gerolamo Induno, so ino i protagonisti: e insieme a j loro Belloni, Pompeo Mariani ii toscani sono riuniti nella sala e quinta, e sono il gruppo più compatto, sotto l'insegna del ila «macchia» donde il nome a idi Macchiaioli sotto il quale - ; passarono alla storia. Fattori, o iLega, Signorini, sono presenti i'con gruppi notevoli di opere , insieme a Cabianca, Abbati D'Ancona, Gioii, Cecioni, Boldini. Cannicci, Sernesi, De Ti voli, Cecconi. Tra i veneti del- e la sala sesta domina Favretto, ljj tre Ciardi, il Nono, il Milesi n Fragiacomo, Dall'Oca. Bianca, o Ferroni, Tommasi, De Maria, - Nella settima, i napoletani con i Toma, Morelli, Palizzi, Manci e [ni, Michetti, Irolli, Dalbono, , Quindi, ritraversando il salone, ùiSi entra nella galleria dedicata i [agii scultori: dei quali qualche -1 opera è nelle altre sale, e nel - salone dove è stata eretta la a massa del « Conquistatore » di : [calandra, e dove pure si ama i mirerà la « Eva » del toscano e iFantacchiotti c ù ¬ i e l Quindi con altre sale a ca rattere misto, dove hanno tra l'altro trovato luogo gli artisti più vicini a noi nel tempo, sino a Gigi Chessa e a Piero Marussig, e nella scultura ad Arturo Martini, che sovrasta tutti di lontano con il suo Tobiolo stupendo per forza e altezza di stile, si chiude la rassegna. Alberto Rossi M ! M11 ! 1111111 r 111111M111111111M111 ! I i i 111M11 ! 11T J [ 1111 [ !

Luoghi citati: Cento, Cremona, Italia, Lombardia, Rivara, Torino