Sacrificio di padre Tung perchè Cristo sia difeso

Sacrificio di padre Tung perchè Cristo sia difeso GIRO DEL 31 ONDO, TRA GUERRA E PACE Sacrificio di padre Tung perchè Cristo sia difeso Il prete cinese era stato prescelto dalle autorità comuniste ad accusare, in un pubblico comizio, il Nunzio mons. Riberi - Egli, fattosi il segno della Croce, disse che questo, secondo coscienza, gli era impossibile E si offrì vittima affinchè cessassero le persecuzioni - Ma il martirologio si accresce ogni giorno di nomi nuovi (Dal nostro inviato speciale) Hong Kong, maggio. Il vuotamente) integrale della Cina cristiana non si esaurisce con la cacciata, in corso, dei membri europei e americani dalle missioni. Per guanto i missionari di razza bianca siano sottoposti a un duro trattamento di prigionie, interrogatori, lavoro forzato, processi <di massa», battiture, lapidazioni e via dicendo, — la vita dei singoli è risparmiata. I commissari comunisti uddetti alle « corri straordinarie » consegnando i lasciapassare fino alla frontiera della Colonia britannica di Hong Kong, usano una formula finsa: « Ringrazia il Presidente Mao Tse tung che per sua indulgenza ti ha fatto salva la vita ». Le pene più gravi inflitte sino adesso a uomini bianchi, sacerdoti e laici, dal Governo di Pckino sono, com'è noto, la fucilazione eseguita sulla persona dell'italiano Antonio Riva, contemporaneamente al giapponese Ruichi Yumaguchi; e la condan¬ na ai lavori forzati a vita di monsignor Tarcisio Martina, di 64 anni, prefetto apostolico dello Yihsien, nell'Hopei, una provincia limitrofa alla capitale cinese. Altri condannati in questa circostanza furono il tedesco Henry Vecht (10 anni), gli italiani Vittorio Guerino e Lucia Garlino (6 anni) e un altro tedesco Walter Genther (s anni), tutti accusati di complotto, agli ordini del colonnello americano David G. Barrett, per la uccisione di Mao Tse tung e il rovesciamento del regime comunista. Un solo cinese si trovava coinvolto in questo processo, un certo Hsin Ching, condannato a 9 anni e alla j>erdita dei diritti civili. Ma, a quanto pare, è scomparso. Nessun sacerdote bianco è stato direttamente uqciso, ma da qualche tempo in qua arrivano sempre più fitte, dall'interno della Cina, le notizie di morti nel clero cinese. E' una sanguinosa pressione che va aumentando a mano a mano che il regime incontra una più dura ed estesa resistenza ai suoi progetti. Il piano predisposto, una volta compiuta la cacj cid fa dei missionari, era quelj lo di piegare i vescovi e i I prelati indigeni alla costituI zione di una Chiesa cinese di Stato, indipendente da Roma e sostanzialmente contro Roma. Una legge della Cina rossa prevede la presenza di un agitatore propagandista agli ordini del partito anche nelle organizzazioni religiose. Effettivamente centinaia , di studenti e membri < afti, vi> del partito iniziarono I una fervida campugna per staccare il clero e i fedeli cinesi dai missionari europei. Essi adoperavano un argomento piuttosto ingegnoso. Dicevano: rinunciate all'obbedienza agli stranieri. Vi conviene di obbedire piuttosto allo Stato, per la conservazione stessa della Chiesa cristiana in Cina. Lo Stato rappresenta oltre tutto la vostra Patria e non desidera sopprimere ogni culto. Le tre autonomie La pressione sul clero cinese venne appoggiata principalmente sul processo di , dell'Inter nunzio, ! mons. Antonio Riberi. L'arcivescovo rappresentava la persona stessa del Pontefice e nella previsione delle autorità cinesi sarebbe stato particolarmente utile alla propaganda se un certo numero di vescovi e prelati in tutta la Cina, avesse <.spontansamente » e formalmente, mediante petizione firmata, chiesta la cacciata. L'espulsione dell'arcivescovo Riberi fu preparata da un'imponente campagna in tutta la Cina e particolarmente nella provincia di Chung King. Si chiamò il c Movimento delle Tre Autonomie > e proclamava la necessità per il etere cinese di conquistare l'antinomia amministrativa, finun luriu e di propaganda delti i fede. In poche parole: ogni 1 prete cinese era posto nella necessità di scegliere tra la e immediata, per <aver in ter ferito negli affari Interni del Governo comunista >, oer navi organizzata e din-tin la titoloni di Maria* ritenti; tu, per il suo nome, una spe obbed'-nìza a Roma e uni più indipendenti, patriottica condizione. Intanto mons. Riberi, il 4 settembre 1051, con decreto del Comitato militare di controllo dell'Armata di Liberazione del popolo cinese di Nanchino, venne condannato alla < deportazione permanente» eie at Legione straniera, invtee. che una annosa, pia e benefica istituzione educativa, pei aver complottato co-i tro iu sicurezza dello Stati, occultando agenti stranieri, spie militari, organizzazioni controrivoluzionarie clandestine e via di seguito. Queste accuse avrebbero, nel piano della propaganda comunista, dovuto ricevere una s'.lenne e davvero impressionante conferma in un pubblico comizio organizzato sulla piazza principale di Chung King il 2 giugno precedente all'arresto dell'arcivescovo. Un pomeriggio nuvoloso Un accusatore cinese, di indubbia autorità presso il clero e 1 tre milioni e settecentomila fedeli cattolici della Citta, avrebbero dovuto precisare le imputazioni, avvalorarle e soprattutto chiedere al Governo di < liberare > il clero nazionale dalla tutela dell' Iniernunzio e, quindi, dell'autorità di Roma. L'uomo scelto era uno dei più intelligenti e provetti oratori cattolici, il padre Giovanni Tung. L'attesa per il discorso del padre Tung, in quel pomeriggio del 2 giugno, era ansiosa: sia per chi temeva una flessione, sia per chi aspettava l'accusa aperta e definitiva. Salendo sul palco, gremito di microfoni, di fotografi, di reporters, l'oratore si segnò e cominciò con le parole: < In nome del Padre e del Figlino' lo e dello Spirito Santo». Quindi con profonda reverenza si inchinò all'uditorio (circa ventimila persone) e si volse al grande ritratto di Mao Tse tung. Dopo di averlo salutato disse: c Io mi offro come vittima sacrificale sull'altare di una intesa tra il Governo e la Chiesa ». La folla, i funzionari del partito e dell'Armata rossa, presenti, ascoltavano c aspettavano, immobili, muti. Poi padre WIIHIHHIHIHIIttfHHIHIIIIIIIHimiHWWHIUll Tung continuò, ed io riporto testualmente le parole tratte dalla traduzione inglese del testo cinese: < Coloro che negano l'esistenza di Dio e dell'anima immortale, che non riconoscono il Vicario di Cristo su questa terra, il Santo Padre, e la posizione della gerarchia in rapporto alla Chiesa cattolica, vorrebbero presentare il programma delle Tre Autonomie come un semplice movimento patriottico. Essi professano la libertà di religione e ammettono la legittimità dei legami tra i credenti e i loro superiori religiosi. Ma per questa medesima libertà io oggi sono obbligato ad attaccare il rappresentante del Santo Padre. Domani, forse, sarò forzato ad attaccare il rappresentante di Gesù Cristo. E perché il giorno dopo non dovrei essere costretto ad attaccare Iddio stesso t ». Era, dicono testimoni, un pomeriggio nuvoloso su quella gremita piazza cinese. Dopo le proposizioni, così inattese, dell'oratore, il silenzio pesò ancora più grigio. Effettivamente per la parola e la voce di un oscuro prete, alla folla attònita e atterrita par Riva l'intera civiltà cristiana. Le nude deduzioni di »,Lr0/^!l^iJl- 1 mor,c- iTutte le notizie provenienti dall'interno della Cina comu- nisa - e ne provengono re- golarmente dalle fonti pm -awerse — riferiscono della resis enza ormai senza cedi- menti, del clero cinese. In ge- \ iterale le lettere che arrivano a Hon,, Ko a recano brals ,"imi cenni <Wu è moto » IcLZècadZo i "I fa«ó Wlu, "s eeuauro t s e /atto bi ciitestj svelavano l'arazzo grandioso della logica occidentale, la fede cosciente e ragionante di Agostino e di Tommaso, la storia dell'anima umana proiettata in una diversa e più toccante dialettica su quelle migliaia di volti protesi e angosciati. La solita mostra Il padre Giovanni Tung continuò dicendo impossibile < avere sì sulla bocca e no nel fuore », impossibile firmare una dichiarazione di consenso all'espulsione dell'arcivescovo Riberi. Volle ag~ giungere di sentirsi sanissimo di mente e perfettamente conscio di ciò che diceva e che qualunque sua afferma- I zionc precedente, eventualmente fatta in stato di confusione, era da ritenersi ritrattata. < Io non rni auguro I la discordia (tra la Chiesa e lo Stato) ma se il Governo non può lavorare armoniosa- ! mente con la religione, se- j guirà la persecuzione e verranno chieste molte vittime | ai cattolici. In simile evento è meglio che sia io a morire. E adesso ». Il resto del discorso del padre Tung si perse nelle urla dei gruppi dì propagandisti. Ma l'arresto seguì solo un mese dopo, il 2 luglio. Tung scomparve in una prigione di Chung King e poco dopo si jsparse la voce della sua ;male» (è stato arrestato), j< Ho è partito » (scomparso). e via di seguito. In Cina esistono milioni dì Cheng, di Ho, di Wu, ma chi riceve le lettere identifica subito di qual Cheng, Ho, Wu, si tratti. Sono i martiri della Cina o se volete le prime vittime di una nuova fast dell'intolleranza nel mondo. La deportazione in massa del clero missionario bianco ha frantumato un'organizzazione un'operi temila umana di gigantesche proporzioni. Il gov< rito tornii nisfa ha iniziato la rivoluzio- lsecolare; ha dissolto ìra di civiltà e di fra- . css«ne nel Paese, secondo uno schema modificato largamente dalla esperienza russa o I! òspagnola. Queste esperienze ;umostrarono quanto la lotta ieferoce e indiscriminata a«« | dChiesa tornasse a svantaggio \ tdcl potere politico. Oggi, in jrCina, effettivamente, non si \ legano preti a una sedia e j dsi bruciano cospargendoli di Ibenzina, come nella rivoluzio- |vne di Spagna. Il vecchio slo- 'ègan: t La religione è ''oppio I Qdel popolo» è caduto in com- ioplcto disuso. Adesso i funzio- ilnari rfi A/ao Tse tung si mo- ' tcano aZiani dal condannare \ va morte i preti cinesi che ! compaiono dinanzi ai tribù-'2nati straordinari sotto l'aceu- P.... ,- dsa quasi invariabile di <aver venduta la lor. anima e la ;g1010 patria». ,dPer farsi delle ragioni il ! dGoverno di Pekino ha ordì- jdnato di organizzare delle mo- ! mstre, le solite mostre. Così ! aa Shangai si 6 già vista una ia< Esposizione delle atrocità e jddelitti commessi dai missio- ;dnari», consistente i» pezzi di svecchie macchine per scrive- dre, telefoni, lettere (scritte idcoii quelle macchine e recanti Pliste di bambini da uccidere, nordini rfi massacri infantili dcompiuti oda compiersi), ahi- S. , - » »«M 1 'dl:,.'^,\s'!I":cll':t"h pcrJa ! i *-V'",'CftC "sacro (la maggior parte sono astati seppelliti), ostie e am- !rpoHine con scritte umoristi- rche o polemiche; e via di se- jeflutto. Squallide, inutili, abu- [ssate prove della schiacciante 1 monotonia delle < rivoluzioni spopolari », distrattamente e '■ opallidamente guardate dalla mmassa anonima e inespressi- gva della gente che passa di- mnunzi alle vetrine e bada a cnon aprir bocca, a non espri- mere, neppur mediante i mu- lscoli del volto, un giudizio nqualunque. Tutti temono del avicino (a Shangai e nell'in- \lfera Cina) e tacciono, perchè, tcom'è umano, non tutti de- 5siderano allungare la lista, ^„,.-. i„ . j 1 • ... sgià lunga, de, nuovi martiri dCI"es'- aGiovanni Artieri | Questo paracadutista si è gettato da un apparecchio che procedeva a 750 km, all'ora. Finora nessuno si era arrischiato al di là dei 500 km. orari. Nella discesa egli disgraziatamente riportò la lussazione dell'anca sinistra