Quel simpatico americano

Quel simpatico americano Quel simpatico americano « Simpatico », è tradotto bene? Harlan Childrcss, trentacinquenne colonnello dell'esercito americano, rappresentante degli Stati Uniti a Algeri negli ultimi mesi della guerra, è il protagonista del romanzo che appunto s'intitola The nice American, ripubblicato in Europa dall'editore John Lchmann di Londra; e se ilice comporterebbe varie altre sfumature, si?npatico, tutto sommato, par essere l'equivalente che qui più ci si avvicina. E', del resto, accompagnato da questa qualifica, c'informa l'autore, Gerald Sykes, che il nome del colonnello Childress veniva comunemente fatto dai suoi amici francesi e da altri stranieri. La voce non poteva essere più entusiasta ed unanime: era diffìcile trovare un americano simpatico come il colonnello Childress, il colonnello Childress non era un americano come gli altri. Ma queste sono cose che .si pagano care: alla mensa ufficiali il colonnello Childress riusciva tutt'altro che simpatico. « Era uno che il gioco non lo giocava come quelli del suo paese », ci dice l'autore. Ce n'era d'avanzo per dar adito a ogni sospetto, e il capitano Mosher, che gli era stato messo a fianco come aiutante di campo, aveva ricevuto precise istruzioni: tener d'occhio il colonnello Childrcss e riferire quanto più diffusamente su di lui. Mosher non si era fatto pregare: il colonnello Childrcss parlava francese con eccessiva disinvoltura, gustava a tal segno la cucina francese da mangiare addirittura le rane, e. andava a letto con la moglie di un pezzo grosso — francese, manco a dirlo. Ma questo non era nulla. Riceveva nel suo ufficio il notabile arabo Bensmaya col quale non si poteva immaginare di che s'intrattenesse così a lungo, discorreva d'arte con l'inglese capitano Wharncliffe, e un bel giorno se n'era andato a passare un week-end su nelle montagne, tutto solo. In fine, una cosa, fra tutte, Mosher non gli perdonava: ed era di averlo interrotto un giorno a mensa sul più bello di una storia sulla moglie di un ufficiale francese che si era data a tutti i colleghi del marito col consenso di questo. Childress aveva dichiarato di non gustare punto quelle storie: prima di tutto erano false, e poi non erano fatte per migliorare i rapporti coi francesi. Ma che razza di americano era quello da far tanto caso di questi stranieri? E Mosher no'n sapeva tutto. Chiuso a chiave in uno stipo della sua camera da ietto, il colonnello Childress teneva, nientedimeno, un diario, e fra le mille cose che avrebbero nauseato o esterrefatto Mosher se avesse potuto ficcare il naso fra quelle pagine, una ce n'era che: metteva addirittura a nudo l'animo del suo superiore, rivelandolo per un dissenziente bell'e buono da quel sacrosanto codice non scritto, the American way. « Ho incontrato un uomo straordinario — scriveva il colonnello. — E' un agricoltore e ha fatto l'ingegnere qui prima della guerra. Che esperienza per me quest'incontro! Forse la più importante della mia vita: finalmente un esempio vivente. Un ingegnere del tipo che si rispetta da noi in America, ma con una grossa differenza: ha mente sottile e vivissima sensibilità. Religioso nel senso più vero della parola, fuor d'ogni confessione. Si chiama Etienne Fayot. Arrestato dai tedeschi a Parigi nel '43, è stato mandato a Buchenwald, dopo altre prigioni. Ecco finalmente uno che ha imparato qualcosa dalla guerra! iMentre intorno a me non vedo che gente — individui e nazioni — intestati, si direbbe, a non imparar nulla. La verità è che se non produciamo una nuova classe dirigente, una élite intellettuale, si finirà per colare a picco. Quelli che vanno ripetendo i vecchi luoghi comuni democratici sono altrettanto nefasti di quelli che si lavano le mani di ogni cosa e si rifiutano alla lotta per il comune progresso. Perchè l'illusione finisce per essere ancor più dannosa che la delusione, dalla quale, almeno, è sempre possibile che nasca una fede. La nostra speranza va quindi tutta a una élite, ma questa ha da incorfinciare a imparar dì nuovo ad amare. Fayot dice che durante la guerra ha stretto i denti per sopravvivere fisicamente, e che ora ha da stringerli per sopravvivere moralmente. Ha esattamente la mia età ». Come si vede, se Harlan Childress non era un americano come gli altri, più ancora differiva da tutti i colonnelli del mondo. Ma proprio nel proporre un personaggio così improbabile — un colonnello americano per il quale i problemi nazionali e internazionali dell'ora si ponevano, in quel vittorioso '45, con tutta l'urgenza di problemi personali — e nel renderlo affatto plausibile, l'autore fa opera di cui mette conto parlare non foss'altro per questo: che da noi, se non puramente estetica, una problematica non siamo soliti a trovarla nella maggior parte della nostra letteratura contemporanea. Ecco qui invece un libro che non rivela certo, nè ci pretende, dirci, speciali doti di scrittore, e neppure di romanziere. Piuttosto, dall'abile congegno della vicenda singolarmente rispettosa dell'antica unità di tempo e luogo, risulterebbe la bravura di un uomo di teatro: poiché c'è propriamente del marivaudage nell'ironico gioco dei successivi colpi di scena psicologici per quelle fatidiche ventiquattr'ore nelle quali si decide l'avvenire di Harlan Childress. Ma per esprimersi in termini di commedia, il dramma interiore di questo « simpatico americano» non fa che acquista-1 v' lolil'lasiFgre d'intensità e di evidenza, e se è rivelatore dei dilemmi di una America che la leggenda vorrebbe affatto standardizzata, non meno ridesta noialtri alla coscienza di quella che seguita ad essere la responsabilità dell'Europa. Nel breve prologo, l'autore, come facendosi alla ribalta, ci presenta Harlan Childrcss nel momento più critico della sua vita. Figlio di un borioso e dilapidatore « gentiluomo del Sud » e di una puritana del Connecticut, Harlan, armato del suo solo ingegno, non ci aveva messo molto a farsi una posizione di prim'ordirie come ingegnere elettrotecnico nei grandi impianti del Tennessee, e questo gli aveva permesso se non addirittura di riconquistare socialmente il posto di cui il padre aveva fatto decadere la famiglia, di poter tuttavia aspirare a una donna della classe di Mollie, nipote del senatore Cartwright. Oltre tutto, Harlan era un bell'uomo, e Mollie l'aveva sposato. Ma per quanto avesse confusamente subito il fascino di quella intelligenza che non si accontentava di esser tecnica, Mollie non era poi stata donna da intonarsi alla sensibilità sempre all'erta di Harlan. In gran parte estranea a molti dei problemi che l'appassionavano — psicologici e morali, artistici e religiosi — la ragazza di New York soprattutto in questo differiva dall'uomo della Virginia : che, bella e elegante come poche, volitiva ed effteient al massimo, irresistibilmente finiva per tirare poi sempre al successo per il successo. Massimamente le sfuggiva l'acuta e patetica consapevolezza che Harlan aveva di sè stesso come uomo in genere e, specialmente, come americano, in quella ch'è la particolare congiuntura storica del mondo d'oggi. Così l'idillio coniugale era stato intenso, ma un giorno ciascuno aveva ripreso la sua libertà. Amici sempre, però, anche se divorziati: neppure 111 guerra si erano persi di vista. Al levarsi del sipario vediamo Harlan ■ campeggiare nella sua uniforme sul variegato sfondo del porto di Algeri, e così com'è il solo fra i suoi connazionali delle forze occupanti ad esser stato soggiogato dall'incanto di quella terra, cosi, figuriamoci, è solissimo ad accogliere con vera e propria apprensione le avvisaglie della pace incombente. Da questo stato d'animo, e di fatto, prendono avvìo le tormentate ventiquattr'ore durante le quali, novello Ulisse, Harlan si troverà a dover far la sua scelta: il Vecchio Mondo o il Nuovo? la mìtica patria riscoperta nell'esotismo del bacino mediterraneo o la patria reale, contingente, non meno irta di crudi problemi di quel che fosse Itaca pietrosa e infestata dai Proci? in fine, Calipso o Penelope? Veramente nessuno di meno Penelope che Mollie, diventata eminente personalità della Croce Rossa, ma basta che Harlan se la veda apparire davanti all'aeroporto, e subito la patria lontana, la problematica America, incarnata in questa donna splendida e dura, lo cattiva di nuovo come una passione che insieme è un difficile dovere. Che ne sarà di Jeanne de Béthencourt, l'affascinante, tenera Calipso, attraverso l'amore della quale sono state rivelate a Harlan, in meravigliosa fioritura, su quella sponda d'Africa, tutte -le grazie della più antica civiltà? Come l'autore ci rammenta: « L'Odissea si apre su avventure ben altrimenti rischiose che quelle dell'Iliade ». E soggiunge: «Si starà ora a vedere se questo "simpatico americano " sarà capace di affrontare la pace con altrettanta bravura che la guerra ». Poiché Harlan sa ormai troppo bene che qualunque vittoria, sia individuale che nazionale, se deve pur concretarsi attraverso delle tecniche, non può poi consolidarsi che fuor dell'ambito dcla tecnica. In altri termini: che nessuna autentica vittoria può darsi se prima non è una vittoria interiore Con la pace alle viste, Harlan pensava che la lotta non poteva a meno di essere più che mai ripresa in profondità: pena la fine di quella civiltà a difender la quale, altrimenti, sarebbe stato vano scatenare la seconda guerra mondiale. « 11 mondo era- entrato in un interminabile periodo di conflitti, sia privati che pubblici. Chi si aspettava una vita meno turbata, rischiava di trovarsi crudelmente disingannato, e, in fine, venire disastrosamente travolto ». Mollie che si ripresenta più bella che mai e pronta a risposarlo, e Jeanne, tutta grazie e intelligenza, che non sa rassegnarsi a perdere il suo « simpatico americano », rappresentano per Harlan nei termini più personali, l'acutizzarsi al massimo del dilemma. Ma nel destreggiarsi nel doppio duello, mai Harlan si smentisce da quel virile e leale combattente ch'è stato in guerra, nè mai, sopra tutto, vien meno a quell'imperativo di consapevolezza ch'è la virtù sua più preziosa Nei Vecchio Mondo, checché si dica ancor ricco d'umanesimo, si era sentito più intonato ai motivi essenziali dell'esistenza: la lotta stessa aveva preso un più profondo, e preciso, significato. Ma a ciascuno di combattere sul proprio settore di fronte. Nel suo « destino prefabbricato », c'è posto, accanto a lui, solo per Mollie Non tutto è amabile, di quel che Mollie gli porta; ma nulla di facile ha mai tentato Harlan Jeanne, il Mediterraneo, l'Europa, avrebbero significato per lui 1 evasione. Per scabra che sia. e l'America che gli tocca affrontare Non foss'altro perchè un crescente numero di uomini di buona volontà renda possibile a que scseckndgpl'pteremcqvKJ■ 1DcspslemJAPtBgrsgttscnaudlbncsgdrptbpfRadcgcarRav4lgzAitcudost'America di affrontare a sua 1 volta, con più chiara coscienza,I' lo nuove incalcolabili responsabi- Dlità che le incombono, evitando l'infatuazione ottimistica da un lato e dall'altro il cinismo dei co- siddetti realisti. Il ricordo di Fayot non cesserà di accompa- giure Harlan. |Per dare tutto il suo peso alla suo peso scelta finale di Harlan, che risposerà Mollie e accetterà il posto che gli offrono da Edison, il Sykes ha dato libero corso in tutto libro alla sua vena satirica, che notevole, e, così come Mollie non e risparmiata, il piccolo mondo americano dei vari personag- gi militari e civili è ritratto senza |pietà: tutta gente che oscilla fra l'isolazionismo e l'imperialismo, , in fondo, pronta a venire a patti con tutti i fascismi. Nclimbroglio in cui deliberatamente Harlan si caccia per intralciare un'inchiesta politica su certi moti arabi" che stima ispirata a criteri nettamente illiberali, tutto quel che di ostile si troverà a dover fronteggiare in America ap- Kllllllllllllllllllllltlllllll1IIIIIIIII1lfllllllltlllllIll Ipare incarnato nell'inquirente se- Datore Cartwright, zio di Mollie, monumentale esemplare di pre potente provincialismo america no tutto intriso di cieca e com piaciuta bonarietà. «Ho il senso — nota Harlan — di essere con |tinuamcnte alle prese con un prcse che d'imponderabile che assicura la permanenza dell'ingiustizia. Ma chiunque faccia veramente qualcosa deve provare questo. Il nemico non cede mai ». Senza quasi averne l'aria, con garbata disinvoltura, il Sykes, da iiuel lontano osservatorio di Algeri, apre una prospettiva sul |suo P;icsc che non potrebb'csscre P"1 realistica. L'importante è. mi pare, che in un paese così suscet- tibilc e risentito, come passa per . essere quello, la possa aprire. Fosse vero che in ogni paese si dessero dei Childrcss per affron-1 tare le proprie responsabilità con cosi vivo amor patrio e cosi poco nazionalismo, con altrettanta ri- ! solutezza e altrettanta grazia. I Guglielmo Alberti llllli:illlllllllllllll11lllllllllllllIllllllllllll1ll1llllll \■ i| Joan Bennett a colloquio col marito Walter Wanger. Dopo l'ultima baruffa non si sa se i due intendono riconciliarsi lltlllllIlllllll1llllltlflllUlllllllllMlllllllllllllllIl «IIIIIIIIIITIIIIIIIilllllllllllllllllllllllIllIIIIIIIIIIIIIIII