NELLA GIORNATA DEL 1' MAGGIO

NELLA GIORNATA DEL 1' MAGGIO NELLA GIORNATA DEL 1' MAGGIO I sanguinosi tumulti in Giappone provocati da organizzatori comunisti Alle manifestazioni hanno partecipato 40 mila persone, ma solo 8 mila costituivano l'ondata di assalto - Indiscriminato attacco ai bianchi - 7 morti e 1361 feriti - Ridgway dichiara: "Gli incidenti non oscureranno la nuova amicizia tra il Giappone e l'America,, (Nostro servizio speciale) Tokio, 2 maggio. Una folla in tumulto, in Estremo Oriente, è un tutto unico, assolutamente senza vol't°, anche perchè noi bianchi non sappiamo distinguere bene j"" volto giallo da un altro. ] Tutti ci sembrano straordina .riamente uguali, sia quando !'» inchinano in silenzio offren : dori la tazza del tè, sia quadj^o urlano e si agitano per le ■strade ' Sotto ad ogni manifestano- . ne politica in Estremo Orien-\ 1 te, gratta gratta, salta fuori laixenofobia: ed è per questo che\ieri a Tokio abbiamo visto mi¬ i gUaia di dimostranti accanirsi ! contro la macchine americane, ' le lussuose e scintillanti <Ca! dillacy nere degli americani di \ Tokio; abbiamo visto stranie ri bianchi non importa di quaUe nazionalità, fuggire di fron ite a gruppetti di uomini gial jH esasperati, dalle tasche det j la giacca sformate dai sassi, j < armati di bastoni e perfino dirami di mandorlo, il poetico al- \ bero che tanto posto occupa nella letteratura e nell'arte giapponese. Più di cinquecento sono i feriti a Tokio, fra cui molti amei ricani e diversi stranieri di \ razza bianca, mentre i morti | accertati variano da tre a set ; te: questa variazione è dovu; fa al fatto che alle prime sei gnalazioni si sono aggiunte del ■ le smentite e poi delle confer i me. Il fatto è che circa otto mila delle quarantamila persone rhe hanno preso parte al comizio del l.o maggio a Tokio sono state « l'ondata d'assalto > della manifestazione. Gli altri si sono dispersi od astenuti. Devo probabilmente la mia salvezza personale ad un ami co giapponese, davanti alla cui ! abitazione stavo passando, ] quando ho visto un gruppetto di scalmanati che, sbucati da una viuzza laterale, si gettava su una < Chrysler » rosso-arancione, la sollevava su un lato e la rovesciava, come se si fos¬ IIIMIIIIIIItllllIlllllllliltlllllllllIllllIllli;ittlllllllM se trattato di una semplice utilitaria. Poi qualcuno estrasse da una tasca un giornale piegato, lo arrotolò a foggia di torcia e lo accese. In quel momento il mio amico giapponese ini prendeva per un braccio e mi tirava gentilmente in casa sua. Dalle finestre, attraverso provvidenziali stuoie, ho visto il rogo della bella macchina americana. Il suo proprietario, sopraggiunto un attimo dopo, è stato salvato dal lin- cia9aio da]provvidenziale in\ teryento di otto agenti della i Polizia, che si sono gettati fa\naticamente sulla f°lUt dei di" j mostranti disperdendoli a colpi di mazza. Uno dei poliziotti, colpito al capo da un ciottolo, è rimasto bocconi sull'asfalto, in una pozza di sangue. Negli altri punti della città, come pure a Kioto, i gruppetti di fanatici si spandevano intanto, in mille rivoli per le vie, pronti a scomparire nel dedalo laterale dei vicoli che costitui¬ scono un labirinto, almeno ver \ chi non è del posto. Aggressioni fulminee, alle spalle, cinquanta contro uno, fuga immediata al primo apparire della polizia, cariche improvvise per liberare i < compagni > arrestati, selvaggi corpo a corpo e sassaiole frenetiche. Complessivamente, fra Tokio e Kioto, il numero delle vittime è salito a 1368, fra cui sette morti. Naturalmente U governo giapponese si è affrettato a far le sue scuse, ed il gen. Ridgway ha risposto cortesemente che gli incidenti non possono < oscurare la nuova amicizia fra il Giappone e l'America >. In realtà, la stragrande maggioranza del popolo giapponese delle due città non ha partecipato alle sanguinose manifestazioni. Non sono mancati anche coloro che hanno esortato i dimostranti alla calma, ma hanno ricevuto in risposta quasi sempre una scarica di pugni o di bastonate. Gli attivisti comunisti han- ngspntplflTstdtmtcapsdmbQpnmttpsR«LacsdtdcbcadzLlSI1IUIIlllllltiriaMliriMIMl FflMItlIFtlllllttirMtflIIvb no avuto ieri la loro grande giornata, ed è certo che i disordini rispondevano ad un piano preordinato, per avvelenare le relazioni fra Stati Uniti e Giappone e sfruttare propagati din ticamentc l'inevitabile reazione della polizia in difesa delle proprietà e dell'ordine. La calma è ora tornala a Tokio, ma la tensione è rimasta. Autocarri-officina hanno tolto dalle strade, le carcasse delle macchine bruciate, le autorimesse sono piene di automobili dai parabrezza infranti e dalla carrozzeria ammaccata. La macchina del nuovo ambasciatore americano, Murphy, è rimasta illesa, dopo essere passata sotto una grandinata di ciottoli. Ma il diplomatico non ha voluto attribuire importanza all'accaduto. Qualcosa rimane, tuttavia: il pericolo comunista in Giappone è rappresentato non da una massa numericamente ingente, ma da individui decisi, pronti a scattare fanaticamente al primo ordine. E da questa massa bisogna ora guardarsi. Robert Vermillion deii'u.p., '« l«..i.i....uli Ai Ci.Jiyli^'L AfC V6SG0V0 U O M 13 ° ;attacca il governo di Franco CI-.J _l. _ Ci _ ■Siviglia, 2 maggio. ■ Uno dei più eminenti prelati cattolici della Spagna, l'arcivescovo di Siviglia cardinale Pedro Segura y Saenz, ha violentemente attaccato il Governo di Franco perchè insiste nel |censurare e < mutilare > le pubblicazioni ecclesiastiche. In una lettera pastorale ilicardinale esorta inoltre i fedeli ia non leggere il giornale ma-1drileno < Arriba », organo nazionale del partito falangista. L't Arriba » ha criticato una lettera pastorale di monsignor Segura datata 1" marzo che in- IIIIIIMIItMMtlllMIfJlillUIMIIIIMFIMKilllMIIIJIlH ... vitlva il Governo a non colla- borare per la diffusione del | protestantesimo come contropartita ai prestiti americani. La lettera odierna, che è stata letta in tutte le chiese della diocesi, afferma che monsignor Segura ha ricevuto molte lettere « da diversi Paesi dominati dal protestantesimo > nelle quali si afferma che la sua pastorale del mese di marzo rappresentava una < illecita persecuzione dei diritti del protestantesimo >. Ma, osserva la ni. ^riS,hhP* 6,e labuao~ i? li! 01 nel cfensura: commentata nel n^m„H?-™T u V Past°rale,enel mutilarne il testo originale nonché la proibizione di tutti i commenti editoriali non ispirati da fonti ufficiali >. •+* Critiche e rilievi al Senato al bilancio della P. I. , 'ogni probabilità non lo appro-vera neppure martedì prossi-'mo, alla cui seduta la discus- fil0ne è 5,a,a rinviata. Dopo ; quattro ore avevano infatti orato-Roma, 2 maggio. Contrariamente a quanto lostesso presidente De Nicolaaveva annunziato nella sedutadi mercoledì, il Senato non ha potuto approvare il bilancio della Pubblica Istruzione, e con {fé^rtaiuavari„ j^rittraltri ■ _. _ ■ quindfei, e può darsi che l'elen-co aumenti ancora. Il primo oratore è stato ildemocratico di sinistra Sapori,il quale si è dilungato a par-lare sull'insegnamento privato. | Secondo l'oratore la Chiesa cer-cherebbe di togliere allo Stato il diritto di educare la gioventù, i mentre il mancato incremento ideila scuola statale rende ne-1 cessario, a suo avviso, uno svin-colamento delle attuali diretti- ve governative. La socialista nenniana Lina Merlin ha sot- tolineato le condizioni di estre- mo disagio in cui si svolge ^■ segnamento in molte parti d'I- |ta>.a^ n.ev^ le scuole materne ^^d"sUano• Russo, .««-strando anche un suo ordine del giorno, ha auspicato la ri-costituzione dell'Istituto speleo- logico. Il democristiano Panetti ha sollecitato un maggiore ln-tervento statale nelle ricerche scientifiche universitarie. Infi- ne ha chiuso la serte il socia-Usta nenniano Mancini che siè diffuso a parlare sull'analfa-betismo, soprattutto nel Mezzo-giorno, e sulle scarse cure cheil Governo dedicherebbe a que-sto problema za sulle evasioni fiscali venga , ,tr0 diacussa mercoiedì. La proposta sarà messa ai voti nella seduta di martedì prossimo. iiiiiiiiiiiiiiiiiininiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiii rante la breve sosta all'aeropo