La trattoria degli animali

La trattoria degli animali La trattoria degli animali La frequento anche io, da qualche anno, questa Trattoria degli animali. Veramente l'insegna porta un nome assai meno caratteristico, ma dato che la proprietaria dell'esercizio è una certa madama Volpe-Vecchia e che la clientela abituale è composta di tipi che, come casato e come aspetto, richiamano alla mente i migliori rappresentanti della fauna terrestre, cosi il titolo di Trattoria degli animali mi sembra il più indicato, il più rispondente alla realtà delle cose. Com'è la cucina? Discreta dal lato gastronomico, eccellente dal punto di vista del palato degli avventori. Vegetariani e carnivori trovano in questa trattoria tutte le specialità che occorrono per soddisfare i loro gusti personali. Infatti al commendator Leoni vengono servite delle magnifiche bistecche di cavallo, mentre per il ragionier Cavalli non mancano mai nò il burroso formaggio di Leonessa (provincia di Rieti), nè le più tenere insalate di Campoleone (provincia di Roma). Ma non è tanto il regime dietetico che caratterizza i miei commensali quanto la fisonomia l'umore, il temperamento di cui li ha dotati madre Natura. Il geometra Galli dal naso af filato e adunco, dall'occhio ro tondo e spietato, dalla voce stridula si dà arie da domina tore. Nelle discussioni con i vi cini di tavola ogni sua frase è una specie di chicchiricchì che non ammette repliche. Se afferma che siamo tutti uguali dinanzi alle leggi umane e divine pare che l'eguaglianza l'abbia inventata lui e la conosca e la sappia applicare meglio . d'ogni altro. Quando qualche vecchio cliente, In occasione di una solennità offre una bottiglia, il primo a tendere il bicchiere per avere la sua equa parte è il nostro geometra. Però se il Galli riceve una gratificazione straordinaria si regala un litro asciutto e non lo divide con nessuno. I suoi discorsi lasciano intravedere ch'è sempre in attesa di tempi migliori. ■Vivo quindi sperando d'avere un giorno, anch'orso, ta nome del progresso, un posto di comando. Verrà quel giorno in eoi avran fine, per lui, I l'epoche e le stagioni delle mezze porzioni! II posto fìsso del signor Rassegnati è un tavolino d'angolo. Se lo trova occupato aspetta pazientemente che sia libero. Non può mangiare che in quel cantuccio semibuio dove la penombra fa passare inosservati il suo lungo muso dal mento quadrato e le sue orecchie fuori misura. Non guarda nessuno, non ascolta le chiacchiere che spesso riempiono la sala. La sua occupazione fava rita, dopo il magro pasto, è di modellare con le dita, servendosi di un po' di midolla di pane, una tozza' figura di bestia. Sempre la medesima. Da principio credevamo che fosse uno scultore mancato. Ma la nostra supposizione non durò molto. Sapemmo da un cameriere che il Rassegnati era (ed è ancora) un modesto impiegato all'ufficio pesi e misure. Vedovo senza prole, funzionario dalla carriera chiusa, questo subalterno perpetuo, nulla aspetta dagli uomini e dal destino. Ecco probabilmente la ragione per cui fabbrica con la mollica e dei mezzi stuzzicadenti un_ solo animale e quando è riuscito a farlo star ritto sopra le quattro zampe lo carici di bucce di frutta, di pallottoline di carta, di briciole di pane. Gliene mette tante addosso che la bestia finisce per •stramazzare sulla tovaglia. Però il giorno appresso è di nuovo in piedi ad opera del Rassegnati 11 quale certamente, vuol dimostrare, in nome di chi sa quanta gente, che, ad onta delle some e del destino amaro, sempre in piedi è 11 somaro. Immancabili sono le sorelle Pecoretti due scialbe dattilografe dall'aria -mansueta e dai capelli lanosi. Mangiano in trattoria la mattina e la sera perchè abitano in una stanza mobiliata e l'arcigna padrona dell'alloggio non permette loro di cucinare in casa, neppure due uova al tegamino. Culi tutto ciò le Pecoretti non si lamentano mai. Anzi hanno costantemente sulle labbra un ti mido sorriso e pur vivendo in sor dina e nutrendosi soltanto di erbaggi approvano qualunque opinione, dicono sempre: Beene Per questa inalterabile remissività si sono attirate le simpatie del cavalier Leopardo e del professore Castorino: due gioviali scapoloni che nei pomeriggi domenicali offrono alle ragazze il cinematografo con la speranza di divertirsi. Tanto il cavaliere che il professore continuano a dichiararsi celibi impenitenti però le dattilografe, in tono minore e con delicatezza, battono sempre sui medesimi tasti e siccome l'intimità fra i quattro cresce di giorno in giorno non mi meraviglierei punto se le sorelle dai mite sguardo avesser presto, sull'abitino, l'una il tre quarti di Leopardo, l'altra il mantello di Castorino. Clicnte'saltuario della Trattoria degli animali è il dottor Gufi Capita di solito nelle serate di cattivo tempo e porta seco un brivido di gelo cosi intenso che dopo qualche minuto il termosifone sembra che non scaldi più E il freddo aumenta quando il nostro personaggio dagli arruffati sopraccigli e dalla bocca segnata agli angoli da due pieghe amare, comincia a parlare delle novità della stagione. I suoi ar gole lonpepoil vonetuaffpepopidecadeaoavorfotrsomil —denocastfelogtomgosumsidCarLpcmabpscmiomzuccdStrprdfmil'riptaas e ò o a o e a i i a a e n a e. gomenti preferiti sono le frane, le valanghe, i terremoti vicini e lontani, le disgrazie stradali, il peggioramento della situazione politica in ogni parte del mondo, il suo discorso termina, novanta volte su cento, con questo ritornello : lugubre: — Signori miei, tutto crolla! Noi guardiamo H soffitto e ci affrettiamo a consumare la cena per lasciare il locale il più presto possibile e allontanarci a precipizio da questo bollettino vivente delle brutte notizie e dei presagi catastrofici. Intanto la presenza del dottor Gufi nell'ambiente fa Inevitabilmente rompere qualche piatto a un cameriere distratto, o mancar la corrente... e noi, per diradare un po' l'oscurità, ci mettiamo a tirare moccoli In quantità. Per buona fortuna il malefico avventore non si fa più vedere ormai che a lunghi intervalli, forse perchè la proprietaria della trattoria ha ordinato di servirgli solo minestre scotte, pietanze molto salate, frutta di scarto e se il dottore protesta lei risponde: — Mi meraviglio. Nessuno, qua dentro, si è mai lamentato della nostra cucina, neppure l'avvocato Scaramanzia ch'è così sofistico. Nessuno pud immaginare la festosità della bella maestra Colomba éx-soprano lirico ora insegnate di canto. Entra nella trattoria, fiorita e luminosa come un mattino di maggio. Svolazza d'argomento in argomento librandosi sulle ali dell'allegria e dell'ottimismo e se per caso le discussioni si accendono troppo, minacciando di diventare liti, è proprio questa Colomba che riporta nella nostra arca di Noè il ramoscello d'ulivo La sua voce armoniosa, il suo primaverile sorriso, la sua irriducibile fiducia nella bontà umana mettono pace dovunque. Tutti abbiamo per lei una profonda simpatia che talvolta, in segreto, sconfina in un mondo di sentimenti più impegnativi ma il gioioso candore della nostra commensale impedisce alla ammirazione di oltrepassare i limiti di una rispettosa amicizia e di una complimentosa cortesia. L'unico che pare non subisca il fascino della bella signora è l'ingegner Sparvieri. La guarda un po' di traverso, non le rivolge mai la parola, sogghigna alle sue fresche risate, arriccia il naso quando lei dice « Vogliamoci bene ». Senonchè c'è qualcuno che afferma di aver visto alle .due del mattino, l'ingegnere passeggiare, in su e giù, sotto le finestre dell'incantevole Colomba. E io ho ricevuto l'incarico ufficiale da parte degli avventori della Trattoria degli animali, di indirizzare all'amico Sparvieri alcuni versetti ammonitori. Eccoli, li ho già spediti a destinazione. Dicono cosi: Quando 1 fieri sparvieri abbassan l'ali a in preda a strane cotte fanno 1 sentimentali nel cuore della notte pensando a idilli folli, ridono In sogno le colombe e 1 [polli. Luciano Folgore Orson Welle* ha ottenuto un vivo successo nella nuova edizione dell'« Otello » al c St. James Theatre », di Londra. Eccolo con Gudrun Ure nella parte di Desdemona (Pubi.)

Persone citate: Gufi Capita, James Theatre, Leoni, Leopardo, Luciano Folgore Orson, Noè, Pecoretti

Luoghi citati: Londra, Rieti, Roma