Più attacchi che reti in Torino-Spal: 1-0

Più attacchi che reti in Torino-Spal: 1-0 Più attacchi che reti in Torino-Spal: 1-0 Una prati bella partita nel pri- mmo tempo e una ripresa che s'è strascinata fra la stanchezza e i ma- tlanni. Il Torino ha vinto di meri- vto; la vittoria non gli può essere ucontestata nè sul piano tecnico né dsu quello agonistico, e avrebbe impotuto arrotondarla meglio se i «noi attaccanti avessero saputo realizzare almeno parte delle numerose situazioni create nel primo tempo, che è stato anche il tempo in cui s'è visto il miglior gioco della giornata. SI è avuto ancora una volta conferma di jnin verità aia abbastanza nota, cioè che le possibilità Ji gioco del Torino sono superiori alla sua potenza realizzatrice. Si tratta di una costruzione che, solida di base e resistente nei pilastri, giunge con difficoltà al tetto. Il gioco è perennemente in fase ài manovra, sembra che eviti di concludere, manca l'uomo che irrompe e che dice, alla fine di un lungo ragionamento, la parola che decide. Tuttavia il Torino ha creato nel primo tempo tale volume di azioni che. si pensava, avrebbe finito col sommergere l'avversano. .Von c'è invece riuscito, Tre volte nello spazio di un quarto d'ora gli avanti grattata sono andati a un passo dal gol e tre volte sono tornati indietro. Vi andò prima Florio che neanche era trascorso un minuto e la situazione era così chiara e, almeno apparentemente, faide, che segnare era sr tnhrata'impresa da novizio. Mn Florio, alle prese con un pallone che gli era saltato male, non potè scottare subito, il suo slancio venne frenato dalla necessità di controllare la sfera che ricadeva lenta, e questo fu sufficiente per permettere ai difensori di intervenire. All'H". dopo un'azione, magnifica di Amalfi, toccò a Hiatmarsson di trovarsi solo ili fronte a Bugatti e nella preoccupazione di tagliar fuori il portiere tirò fuori. Lo stesso H ialmnrssan si ripresentò davanti al guardiano spotUno al H" : la stessa preoccupatitine. del resto palusibile. e nuovo tiro fuori. Il punto sembrò tatto invece al 18" ancora per opera del mezzo sinistro granata: si precipitarono i difensori, il pallone carambolò su diverse gambe e finì in angolo. Trovatosi a mani vuote, dopo aver assediato per una ventina di minuti la porta avversaria, il Torino doveva passare invece su calcio d'angolo. Lo tirò Florio ni 20". sulla destra dell'attacco la palla arrivò davanti alla porta compien do un'alta parabola, Carnprllv-e spiccò il salto, la colpi di testa e ne deviò la traiettoria verso fan- \ gola alto della rete di Bugatti. invano proteso in un tentativo di parata. Per tutto il primo tempo la regia di Amalfi è stata la cosa più ammirata della partita. Amalfi è un giocatore dallo strano temperamento, ma è sopraffino nel tocco, nell'originalità della manovra, nella lucidità del suo intendere ti gioco. Egli riesce a rendere preziose i nella tattica sistemista, una *endenza tecnica che. è di proveliteliza metodista : il suo controllo della palla ha un che di morbido e di vellutato, nulla vi è di casuale o ii rimedialo nella sua nztone che è estrosa e astuta, senza salire mai in cattedra, senza voler deliberatamente tagliarsi la parte più gros sa. senza far prevalere lo spettacolo sul combattimento. Fu la regìa di Amalfi a dare contorni tecnici precisi all'azione del Torino e il bottino avrebbe potuto aumentare se al SS' l'arbitro non avesse spostato fuori dall'area un fallo contro II inltnarsson avvenuto invece dentro e se al bO" uno straordinario doppietto di tiri, da pochi passi, autori Amalfi e CarapeUese, non aressero incontrato l'opposizione di Bugatti, grande veramente solo in quest'unica azione. Il Torino aveva, in noni modo, posto nel primo tempii l'ipoteca più forte sulla vittoria. L'aspi ttavama nella ripresa e nella ripresa invece ci mancò. Hjalmarsson. che già mei primo tempo era rimasto contuso al ginocchio, si ripresentò in campo ma rientrò quasi immediatamente negli spoglia'oi portatovi a braccia. Risalì al IO" la scaletta, ma solo per andare a far da palo all'estrema sinistra, tanto per non "liberare del tutto il terzino avversario. Una pedina perduta. 1 mali però non finirono qui. Pri- ftcdptvdtsrsrcamvfmsldrtsstundcpcsnLA ma che rientrasse Hjalmarsson, ti sciva Orava. Il Torino si è trova to in questo momento con soli no ve tfbmini. Grava aveva riportato uno stiramento alla gamba. Quan do rientrò pure lui. andò all'estrema destra, arretrando Motta a la- ferale e Giuliano a terzino. Non tardò che si azzoppò anche Motta, cosicché il Torino si vide ne! giro di un quarto d'ora con l'attacco a pezzi. Bpostando Carapellcse centravanti — un Carapellcse ringiovanito e fresco di gioco — la squadra granata cercò di rattoppare i troppi buchi, ma non era più possibile, essa aveva perduto le caratteristiche del primo tempo, la sua azione non poteva ormai più risultare che frammentaria e occasionale. Potè tuttavia segnare ancora al 15° con Grava, in quel momento all'ala destra, ma il gol venne annullato per precedente fallo. Ci sembrò fosse giunto il momento della Spai. La squadra ospite ebbe virtualmente in mono le sorti della partita. Essa poteva disporre della prevalenza numerica proprio nella fase dell'incontro che vedeva l'avversario contro sole. Abitiamo atteso un gioco rasoterra, con allunghi in profondità, smarcamento rapido di uomini, un pAoco tutto vibrazioni e idee: nulla, invece, di questo. Invitato dalle sorti della giornata ad attaccare, la Spai assaltava con palloni parabolici. senza un movimento che denotasse un concetto o un'ispirazione tattica, un piano d'azione, una consuetudine di manovra. La squadra ospite, benché fresca piena di slancio, mancava pro¬ prio nel momento in cui doveva dare la misura del suo gioco, banale era la sua condotta tattica, non una manovra ma un'avventura la sua azione. In ombra Fontanesi che addirittura non lo si è visto, senza rilievo particolare gli altri, Spiace scrivere queste parole per una squadra così corretta e leale, una delle poche (forse l'unica) che riesco ad attirarsi la simpatia del pubblico, e vogliamo solo augurare che come non è stato sempre così, così non sia più nell'avvenire. Per le squadre giovani facili sono questi sbagli di rotta. La difesa del Torino ebbe molto lavoro ma non si ebbe ?nai l'impressione che potesse essere sopraffatta. Fece stacco la giovanile esuberanza di Giuliano, ma anche Nay, Farina, Grava e Pozzi furono pitoni solidi di uno sbarramento senza incrinature. Alla fine uno spettacolo insolito: oioeatori granata e bianrocelesti che si stringevano la mano, che si accomiatavano col più cordiale sorriso sulle labbra. Battuta, la Spai non serbava rancore all'avversaria. Bisogna elogiarne lo spirito sportivo, che non è solo della squadra ma anche dei suoi dirigenti, ETTORE BERRÀ TORINO: Ramano: Grava, Farina; Giuliano, Nay, Pozzi; Motta, Amalfi. Florio, Hjalmarsson, Carapeiiese. SPAI.,: Buiatti: Guaita, Lucchl: Emiliani, Macchi, Nesti: Marzani. Colombi, Bullent, Mussino, Fontanesi. ARRTTRO: Belle, di Venezia. RETE: Carapellcse al 20'

Luoghi citati: Amalfi, Torino, Venezia