Oggi il derby torinese

Oggi il derby torinese Oggi il derby torinese li Torino affronta di slancio la maggior tecnica della Juventus - Pronostico incerto Juventus e Torino si incontrano per l'ennesima volta. Delia para, tutto è stato detto quello che dire si poteva: della, sua. anzianità, delle sue caratteristiche, della rivalità che divide i due contendenti, della posizione specialissima di classifica in cui ambe le squadre sono venute a trovarsi proprio per l'occasione. Tutto è stato detto, e pur molto rimarreboe ancora sempre a dire tanto particolare è la natura della contesa. Per essa, la posizione di classifica non conta nulla: l'emulazione e la rivalità aboliscono tutto, cancellano tutte le differenze, colmano tutti i dislivclli. L'una squadra può benissimo trovarsi al primo posto della classifica e l'altra all'ultimo, che lo interesse dell'incontro non ne soffre: anche se l'una continuasse a militare nella Divisione maggiore e l'altra dovesse cadere in quella inferiore, la situazione non varierebbe. Da differenza di levatura tecnica non conta molto in incontri di questo genere: essa farebbe sentire il suo effetto su una serie di prove fra i due contendenti, ma quando il confronto é uno ed isolato, tutto dipende dagli umori, dai fattori psicologici, dallo stato di spirito, dal caso. Perchè, tecnicamente, Juventus e Torino si trovano in situazione ben diversa l'una dall'altro. Per affrontare le lotte di questa stagione, la Juventus non ha fatto acrobazie, né contorsioni, né movimenti speciali: ha semplicemente confermato in blocco la formazione della stagione scorsa. Un po' quello che ha fatto il Milan. Ha semplicemente creduto in sè, ha praticamente avuto fede nei mezzi che aveva a disposizione, malgrado che il campionato non lo avesse vin to. E questa fiducia è stata ricompensata dai risultati. Costretta da tutta una serie di in fori uni e di contrattempi ad attingere largamente dal serbatoio delle riserve, ha trovato anche qui risposta favorevole: una risposta più favorevole ancora di quanto essa stessa sperava. Che, alcuni dei sostituti hanno dato luogo ad un /rnomeno che è umano in sè, ma che non è di tutti i giorni sui campi nostri. I sostituenti hanno visto l'occasione di affermarsi, si sono rimboccati le maniche, hanno lavorato di puntiglio, sono cresciuti di statura partita per partita: da uomini di valore e di carattere, hanno colto al volo l'attimo fuggente. Tanto da far sorgere per i dirigenti e per la squadra dei problemi di duratura occupazione di posti, di cui nes. suno si sarebbe inai sognato, all'inizio della stagione. Comunque, la Juventus ha confermato quest'anno, che undici uomini non bastano per portarsi bene in un campionato, e la bontà della sua politica tecnica e dimostrata dalle cifre: sta al primo posto della classifica con cinque punti di vantaggio sul più vicino inseguitore, su ventinovr partite ne ha vinte ventu.na, perse tre, pareggiate cinque, ha segnato IH reti e ne ha subite SS: tutte cifre, queste, che rappresentano un primato per la stagione. E' squadra che ha linea, la Juventus, una delle poche squadre italiane del momento che invano di vita organizzata e conseguente. Può vincerlo il Campionato di que- sfanno, può anche non vincer-]lo, e sarebbe una grossa sor-]presa: ma come regolarità di .marcia, come saldezza tecnica', di rendimento, ha dimostratofinora di essere la squadra mi- gliore di tutto il lotto Ben diversa è la posizione del Torino. De vicissitudini per cui sono passate la società e la squadra sono troppo note per essere qui rievocate, nè questo sarebbe il ìnomcnto adatto per farlo. In un certo guaì senso,] la sua situazione dà spesso l'impressione di essere ancora quella che fu l'anno dopo àci' la tragedia di Superga. Non è I l'iniziativa che gli sia manca- ta. Di tentativi ne ha fatti. Nel senso pieno del termine ne ha azzeccati pochi. Non è cosa semplice nè facile ricostruire una squadra — ed una volta ricostruita, guidarla — nel momento che attraversa il calcio ] italiano. E' più facile consci vare il proprio pubblico — perchè quello non è stato distrut to dalle avversità, anzi da esse I conquiso — ed il Torino lo ha conservato tutto, malgrado lo incerto andamento della squa dia. La quale si trova guesto niitio compresa nel novero dei contendenti — e sono dodici su venti, dal bilancio passivo del le reti —: so reti prò e 39 coti tra, ed è presa nel gorgo di quelli che, ad ogni passo ch< fanno, hanno lo spettro della retrocessione che ottenebra la mente. Domenica scorsa, o per aver azzeccato la formazione adatta, o per aver ritrovato i/giusto stato d'animo, ha riportato il suo primo successo a \larga marcatura della stagione. Segno che, delle possibilità, allo stato latente, la squadra ne possiede. Situazione di tecnica e di classifica quindi: ben differente in. un caso dall'altro, come [già si era. detto. Eppure, per \il confronto diretto, tutto torna in discussione: partendo dai due poli opposti, le due squadre daranno vita ad una. gara dal tipo accanito, dall'andamento equilibrato, dall'esito in certo. Vittorio Pozzo Carappllese (a sinistra) e> Bonlpertl saranno I capitani delle due squadre torinesi ofrgi in lotta: 11 juventino, con B reti, detiene il massimo dei goals segnati nel derby dai giocatori attualmente In attività. Il primato assoluto appartiene a Borei (7 reti! ed al povero Gabetto che segnò cinque goals per la Juventus e due per 11 Torino

Persone citate: Gabetto, Vittorio Pozzo

Luoghi citati: Borei, Torino