Il rivoluzionario sentimentale di Riccardo Aragno

Il rivoluzionario sentimentale INTERVISTA CON ANEURIN BEVAN Il rivoluzionario sentimentale Dove vive il capo della fronda laburista - Dalla miniera al Governo - "Bisogna ignorarlo,, e tutti parlano di lui -1 suoi roventi attacchi piacciono a Churchill (Dal nostro corrispondente) Londra, aprile. Bussai alla porta alle undici e messo di sera, l'ora dell'appuntamento. Per i buoni uffici d'un amico comune, il tenore Luigi Infantino, Aneurin Bevan e sua moglie, la deputatcssa Jenny Lee, mi avevano invitalo a cena, ma poche ore prima mi avevano raggiunto con una telefonata: « Scusateci tanto, questa sera è impossibile perche c'è una grande tempesta in Parlamento. Ma perchè non venite dopo cena, per esempio alle undici e messo? ». La prima scoperta Londra era già addormentata — come ogni sera a quell'ora — e cadeva la tipica pioggerella quando mi avviai alla prima scoperta: la casa. Sta ai confini fra Bclgravia, il quartiere dei diplomatici, e Chclsen, il quartiere degli artisti e degli intellettuali. E' una di quelle case strette, verticali, con due stanze per piano, tre scalini dinanzi alla porta e una scaletta larga una ottantina dt centimetri che sale direttamente dall'ingresso. I mobili, come in tutte le case inglesi di gusto, sono antichi, i quadri, come nelle poche case degli intellettuali inglesi, sotto moderni. Venne ad aprire una vecchietta coi capelli bianchi, l'accento scozzese e il sorriso lieto. Aveva le mani ruvidissime — le mani di chi fa tutto in casa. E poiché <far tutto » in Inghilterra si- gnifica dedicarsi più alla lavatura degli scalini e alla pulizia delle camere che non alla cucina, anziché arrossate dalla troppa acqua quelle mani erano ruvide di calli. (Quelle mani stanno diventando in Gran Bretagna un simbolo della rivoluzione sociale. Erano un tempo le mani delle povere massaie e della servitù. Ma oggi anche le donne della borghesia hanno le mani ruvide. Qualche giorno prima, ad un ricevimento dal sindaco d'una grande città sentii la sindachessa che ne parlava con alcune ospiti illustri e se le paragonavano e tutte convenivano che non c'è prodotto che possa cancellare quelle tracce di duro lavoro). € Mia figlia e suo marito — disse — sono ancora alla Camera. Ma andate su al primo piano, accendetevi la luce e cercatevi da bere nello scaffale. Io — aggiunse con un sorriso — vado a farmi V ultima tazza di tè della giornata ». Al primo piano entrai in una stanza fatta ad <elle> arredata con un tavolo, una scrivania, un divano e due poltrone e — soprattutto — grandi scaffali di libri, quadri moderni ed enormi pile di dischi. (In cima a tutto un disco nuovo c confi laburisti*). Questa stanza, di tono chiaro e piacevolissimo, di aspetto modesto e nello stesso tempo di gran gusto, è — nella vita politica inglese d'oggi — la tana del leone. Nella seconda epoca elisabettiana Aneurin Bevan occupa un posto unico. E' l'uomo più amato, più odiato, più temuto, più disprezzato, più studiato e più osservato. E' colui che nel Gabinetto laburista ha messo in atto t l'unico esempio di legislazione veramente socialista », il servizio medico nazionale. E' colui che ha < scisso il partito >, colui eh e dà < la scalata al potere ». Colui che ha sfidato i suoi e Churchill assieme. E' — in questi ultimi giorni — l'autore di cui centinaia di migliaia di inglesi stanno leggendo la prima opera, Invece della paura. Ignorarlo e schiantarlo < Bisogna ignorarlo » dicono nei club i duri a morire della grande epoca dell'Impero britannico. E non parlano che di lui. « Bisogna schiantarlo » dice la stampa conservatrice. E riempie le sue pagine di citazioni, di fotografie, di pettegolezzi e di indiscrezioni. < Evviva Bevan! > gridano i minatori, dovunque egli vada. Ma il Paese è pieno di gente che lo guarda con sospetto: Bevan introduce nella vita politica britannica un elemento che le è insolito e che — qui — è estremamente sospetto, ti sentimento, c Lotta di classe » si mormora, in tono di rimprovero. < Un moderato llllllfllllll rilllltlllllltllllllllltlllllltltlltllll a passionarlo » lo ha definito uno dei suoi migliori amici, Strachcy. Di tutto questo nella stanza dove egli lavora, studia, discute e riceve gli amici, non c'è traccia. Il suo passato di minatore è soltanto li, sul camino, rappresentato da una lampada In argento massiccio che gli hanno regalato qualche anno fa, quando era Ministro della Salute. Non ci sono ricordi sentimentali, in giro per la stanza. Ci sono soltanto dei gusti, delle passioni e degli studi. Libri e saggi politici — soprattutto economici e socinii — di ogni genere, volumi di classici e le Memorie di Churchill. Sul tavolo, accanto al telefono (senza numero), un grosso volume di riproduzioni di disegni di Leonardo. Dalla parte opposta, per continua consultazione, uno studio sulla tecnica parlamentare. Bevan non è il primo minatore autentico che sta arrivato al Parlamento britannico, ma è finora colui che si è affermato meglio come grande personalità politica. Ed è, in questo senso, il miglior rappresentante della nuova forma di democrazia Inglese: la democrazia che ha scoperto dove risiedono le maggioranze. <La democrazia politica inglese — egli scrive con la sfacciataggine tipica dei classici polemisti politici — ha soltanto ventini anni di vita». E' l'anno in cui egli giunse per la prima volta in Parlamento. L'anno in cut cominciò il suffragio universale. L'anno in cui si avvertì un fenomeno nuovo: che la Gran Bretagna, civilissimo Paese, padrone d'un Impero e ricca di quasi ogni ricchezza pensabile, era appestata da zone d'una miseria, d'una sporcizia e d'uno squallore raccapriccianti. < La grande ricchezza e la miseria — scrive più avanti Bevan nel suo stesso libro — e la democrazia finiscono per diventare elementi incompatibili nella societày. Quando la ricchezza uccide la democrazia si ha il fascismo. Quando la povertà uccide la democrazia si avvia lentamente al suicidio istituendo la cosiddetta dittatura del proletariato. Colui che intende risolvere questo immenso problema del mondo moderno con metodi strettamente democratici e parlamentari arrivò nella stanza col fiato grosso, per aver fatto le scale di corsa, si passò una mano pesante sul ciuffo di capelli grigi e neri che gli casca continuamente sulla fronte e disse: < Scusatemi tanto, ma mi son liberato soltanto adesso. Che cosa bevetet ». Si versò un dito di whisky, lo allungò con molta acqua e si affondò sulla poltrona accanto al camino. A cinquantaquattro anni — dopo sette di miniera, quattro di disoccupazione, ventuno di parlamento (e altrettanto di collaborazione politica ai settimanali di sinistra) e cinque anni di governo e un anno c mezzo di opposizione — ha i modi, i gesti e il gusto della discussione d'un giovane intellettuale entusiasta. Dei suoi elettori (i minatori delle valli nere del Gai- les) egli conserva una abltu- dine difensiva: quella di schierarsi sempre per l'oppo- sizione. La conversazione,con lui, si sposta subito in pole- ?nica. Ed è una polemica allegra,' piena di risate, di battute spiritose e di quegli insulti che fanno di lui e di Churchill i due più affasci- .„„,_. . , „„..,„,„„„,„ santi oratori del parlamento britannico. <Un popolo libero — egli ha scritto in questo suo credo potifioo — deve sempre rtfiu- 1 ^ ì ] 11 i 11 i i < l 11 ; 11111 ^ < ] 111111 : i h 11 l 1111 i i, 111 i f 1111111 ^ tarsi d> accettare una povertà che potrebbe evitare. Per salvare v ampliare la libertà bisogna eliminare la miseria ». / capitoli più importanti del suo libro — quelli in cui allarga c spiega questo suo concetto fondamentale sono stati definiti da buona i parte della stampa inglese, che in questi giorni ha dedicato centinaia di colonne al suo libro, < banali ». Questo, anziché la sua afflizione, è il suo miglior trionfo. I principi e il metodo proposti dal partito laburista sono ormai accettati nel mondo inglese come norma fondamentale della società. Sono accettati in grandissima parte anche dal partito ora al governo. Son diventati c luogo comune ». Esattamente come le libertà individuali conquistate dai liberali. La vera paura Forse per questo le critiche più importanti che gli son state rivolte sono ' concentrate sui punti in cui egli critica la politica americana, la politica britannica e la politica europea del riarmo. E' ormai il suo vecchio motivo: che la democrazia si salva con le armi dalla aggressione armata e con la giustizia dalla aggressione ideologica. Bisogna spendere più per combattere la miseria che non per resistere ad eventuali carri armati. Bisogna temere più la disperazione della fame .che non i piani del generali sovietici. Dove si deve tracciare questa linea di demarcazione t Bevan non si lascia trascinare a fissare j una cifra del bilancio inglese nè a fissare una percentuale per il resto dell'Europa. Finora è tra i pochi uomini poli- tici del mondo occidentale ohe abbia ridato vita ai ter- [ illlllllllllllllllllllllHIIIIIIIIIIIIIIIIINIIIIIIHIIIIII mini famosi della Carta atlantica: per lui la « libertà dal bisogno » e la « libertà dal terrore » debbono spartirsi equamente il bilancio nazionale. Per fedeltà alla propria tesi polemica agli preferisce ere- derc che il pericolo di una j ! j [ IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIillItlllllllllllllllllllllllItlllllll aggressione militare sovietica è assai minore del pericolo di aggressione ideologica. Questa < aggressione », anzi, è già in corso. E noi — dice — ci lasciamo rapidamente accerchiare in questo campo meno Distinte perchè ci lasciamo spaurire dalla forza militare. E' proprio Invece della paura, come dice il titolo del libro, che Bevan propone la liberazione dal bisogno. La sua è una strategia parlamentare: la conquista del potere, per rivendicare i diritti dei poveri. Quando parla di questo le sue grosse mani si muovono, i suoi occhi mi fissano con estrema concentrazione, si fa avanti sui bordi della poltrona: pare quasi stia per scattare in piedi e tenere una delle sue orazioni parlamentari che, di tutto II parlamento, Churchill si ascolta con maggior gusto e soddisfazione (una volta, dopo che Bevan lo aveva coperto di insolenze parlamentari brucianti, Churchill lo interruppe mentre stava per dire qualche cosa di grave e di ingiusto e gli disse: < Non rovinare un magnifico discorso *). Pareva che nella foga Bevati stesse per lanciarsi anche questa volta. Ci mancava la premessa abituale Ladies and gentlemen. < Afa io — mi dice Bevan — non dico mai gentlemen. Io dico sempre birbanti». Riccardo Aragno L'èx-ministro Bevan e sua moglie la deputatessa Jenny Lee lIllllIltllll'tllillllItllltltt'Ill'll'illllltllHltU'll'lMIIllIIHlllHllllllll Illtllllllltll tllltllllll

Persone citate: Churchill, Jenny Lee, Luigi Infantino

Luoghi citati: Europa, Gran Bretagna, Inghilterra, Londra