Ultime battute del processo per i milioni della "Littorio,,

Ultime battute del processo per i milioni della "Littorio,,Ultime battute del processo per i milioni della Littorio,," Come si difendono gli imputati • La severa requisitoria e le richieste del P. M. (.Dal nostro inviato speciale) Cuneo, 3 aprile. Siamo al rendiconto tinaie di questa settennale vicenda giudiziaria della Littorio. La cassa della Divisione conteneva, come già si è detto, oltre 100 milioni. Quaranta furono prelevati dall'imputato principale Mattone Giuseppe di Borgo San Dalmazzo tramite 11 sergente furiere Vitturio Magni, di 30 anni di Bergamo, che non ilgura sul banco degli imputati perchè fucilato da un tribunale partigiano della 6» Zona. Sono dunque imputati Giuseppe Mattone, difeso dall'avv. Dino addreis; Fantino Lorenzo, difeso dall'avv. loselll; Gasparro Antonio, difeso dall'avv. Bourlot; D'Antonio Guglielmo, difeso dall'avv. Motta e Salvettl Modesto, dall'avv. Cavallo. I primi due sono imputati di furto aggravato di 40 milioni; Salvetti Gasparro e D'Antonio sono Imputati di ricettazione perchè in Borgo San Dalmazzo ricevettero dal Mattone, non si sa se a titolo di prestito o di deposito, oltre 2 milioni, ben conoscendone la provenienza delittuosa. Mattone, nel suo interrogatorio, ha deposto che frequentando l'albergo del Cavallo Grigio in Borgo San Dalmazzo, conobbe il sergente Vittorio Magni addetto all'amministrazione della Littorio. Costui, verso la line del marzo '45, gli consegnò a varie riprese circa 40 milioni in previsione della disfatta della repubblica di Salò, porche li passasse ai nuovi comandi, cioè, in definitiva, al comando partigiani della zona. Aggiunse che lo stesso Magni l'autorizzò a prelevare 9 milioni dalla somma perchè li convertisse In moneta aurea. Infatti in casa del salumaio Fantino, che era il depositario degli ex-milioni della Littorio, la polizia partigiana rinvenne, nascosti in alcuni vasi e in tazze, sterline, marenghi fran cesi d'oro, franchi svizzeri e fran cesi, nonché un blocco di dollari e sterline di carta. Secondo 11 cai colo della polizia partigiana, che a e i e sequestrò questi valori, il Mattone avrebbe Investito nelle monete non 9 milioni, ma 3. Nel rendiconto entrerebbe anche 11 pessimo affare che il Mattone ebbe con un sedicente partigiano, il quale, presentatosi a lui, gli chiese la somma di due milioni in contanti, pena la immediata denuncia alla autorità. E l'imputato glie li versò. Questo sedicente partigiano in principio apparve fantomatico, ma poi venne identificato dalla polizia partigiana per un toscano di nome Angelini, ex-repubblichino e partigiano dell'ultima ora. Costui confessò di avere consegnata la somma alla sua amante, la quale l'aveva sotterrata nell'orticello della sua cosa. La somma venne infatti rinvenuta nella cifra di 1.975.000 lire. Venticinquemila erano sfumate in 24 ore per piccole spese e regaluccì. Condotto davanti a un tribunale di guerra, l'Angelini venne fucilato nella notte stessa. Il Mattone, dopo la Liberazione, venne arrestalo dai partigiani e trasportato, con ì milioni residuati, chiusi in vari sacchi, a Cuneo, e quindi associato a quelle carceri. I sacchi vennero consegnati al commissario di guerra Faustino Dalmazzo. L'Indomani dell'arresto del Mattone, un tribunale di guerra esaminava anche il caso del sergente Vittorio Magni, che frattanto era passato in montagna ai partigiani. Venne condannato alla fucilazione nella schiena, e la sentenza fu eseguita subito. Con la smobilitazione delle forze partigiane, la pratica del Mattone passò all'autorità giudiziaria civile, e cosi ebbe la vita salva. Anche il Fantino, depositario dei 40 milioni, veniva arrestato. Il Mattone ha dichiarato che la somma prelevata d'accordo col Magni che aveva In consegna la cassa della Littorio, era destinata a incrementare la lotta partigiana. Sulla faccenda dei 9 milioni convertiti in moneta aurea, l'imputato è stato molto meno chiaro. Il Fantino era un salumaio di Bor go San Dalmazzo e fu Improvvisato cassiere dei 40 milioni. Ha narrato oggi che quando gli portarono il primo sacco, gli dissero elle si trattava di tabacco e scatole di sigarette per i partigiani. « Se avessi saputo il ve, u — esclama l'imputato — avrei respinto senz'altro il sacco. Soltanto quando gli portarono un altro sacco di biglietti, trattenne il primo e anche il secondo. Sigarette o milioni che fossero egli fu persuaso che erano destinati ai partigiani. Però quando la polizia partigiana si presentò a chiedergli i milioni die aveva in deposito, negò assolutamente di averli, e perciò la accusa mette in dubbio la buona fede di questo imputato. La requisitoria del Pubblico Ministero dottor Vannucci è stala breve ma incisiva. Ha detto, in so stanza: Mattone e Fantino non no cercato di difendersi, ma non ci sono riusciti. 1 repubblichini stavano per battere in ritirata, quale urgenza c'era di consegnare parte della cassa della Littorio ai partigiani'.' 11 furto fu consuma to dai due imputali e dal sergen te Magni a proprio profitto. Se volevano servire veramente la patria, non avevano che da passare tra i partigiani, e combattere con loro. Quando dalla polizia parti giana fu contestato al Fantino 11 possesso dei 40 milioni oppure parte di essi, questi negò. Perchè negare se erano destinati ai partigiani? Per gli altri tre complici Impu tati di ricettazione di due mìllo ni in contanti, il Pubblico Mini stero ha ripiegato sul reato di incauto acquisto, ed ha chiesto le seguenti pene: per 11 Mattone 5 anni e 25 mila lire di multa; per il Fantino 4 anni e 20 mila lire di multa; per il Gasparro 6 mesi d'arresto; per !1 D'Antoni 4 mesi; per il Salvetti un anno e 12 mila lire di multa, tutti e tre per incauto acquisto. Il dibattimento è stato rinviato a martedì pomeriggio per le arringhe di difesa e la sentenza. ERCOLE MOGGI

Luoghi citati: Bergamo, Borgo San Dalmazzo, Cuneo, Salò