La requisitoria del P. G. al processo Zaroudzka di Ercole Moggi

La requisitoria del P. G. al processo Zaroudzka La requisitoria del P. G. al processo Zaroudzka (Dal nostro inviato speciale) Imperia, 20 febbraio. Il Procuratore Generale, dottor Maltese, ha iniziato stamane la sua requisitoria riportando i giudici alla funesta notte del 15 maggio 1946, in cui fu compiuto il duplice assassinio di due disgraziate donne indifese, dopo una sequela di att! terroristici, un delitto che ebbe e ha tuttora sinistra ripercussione in Liguria e in Piemonte. Questo crimine odioso — proclama l'orStore — avvenne dopo la Liberazione, ma la bandiera sotto la qualt nei giorni della lotta clandestina si combattè con onore ed eroismo, non è stata macchiata dal delitto del singoli individui, che ora la Corte è chiamata a giudicare. Nel 1928 a Nizza, due esistenze, due ricchezze, univano i loro destini: la Zaroudzka e il Melchiorre. Lo Scopi in uno dei suoi memoriali ha lanciato, dall'estero, contro Elena Zaroudzka, una parola codarda, come la freccia del Parto in fuga. Egli scrisse che l'aveva conosciuta trent'anni addietro, cioè nel colmo della sua bellezza e ne era stato l'amante. Scopi non l'ha mai neppure conosciuta. Costui ne dividerà il letto soltanto quando a 74 anni l'infelice si troverà prigioniera, e lui ne sarà il custode nella tenebrosa notte di Villalvernia. Come il suo degno complice Smith — prosegue il Procuratore — lo Scopi terrà, come il falco, gli occhi su quella vecchia allibita e angosciata, perchè la preda non gli scappi. Ed invece gli scappò, ma per mano del suo competitore Smith. Oltre all'inglese e allo Scopi, anche Marcellini, Quartino, Belloso. Stalla, vengono a grado a grado passati al vaglio severo del rappresentante della pubblica accusa, il che mette in agitazione gli avvocati della difesa Ferrari, Ciurlo, Piccinino, Bonna, Ricci, i quali lanciano interruzioni, ma l'oratore non si scompone, e traccia un colorito quadro degli imputati esclamando: tE'tutta gente che viveva alla giornate all'osteria o nei grandi ritrovi pubblici, secondo i meno leciti profitti e le notti le passava con le amanti, cui confidavano le loro delittuose gesta e talvolta somministravano loro percosse e mali trattamenti. A questo punto il Procuratore Generale si chiede: perchè in questo processo è assente la parte civile? La difesa risponderà: perchè gli aventi diritto si sono accontentati dell'eredità. No, o signori, esclama il Procuratore Generale, sono assenti perchè hanno avuto paura e questa dominerà tutto il periodo delle indagini, e lo stesso andamento del processo. La paura renderà tentennanti o falsi i testi e farà ritirare alla Teresa Martini, l'amante del Qartino, latitante, le sue circostanziate e precise affermazioni sull'accaduto, che soltanto il Quartino con tanta precisione poteva farle, circa quella notte di sangue. E' la stessa paura che rende succubi e domina i Melchiorre fin dal loro arrivo in Italia. A pochi chilometri dal confine, a Sanremo, subirono il primo spavento e saranno lasciati in pace soltanto dietro il pagamento immediato di due milioni in contanti più una automobile, a due veri o sedicenti ufficiali francesi. Il terrore accompagnerà i due profughi da Sanremo nel loro trasloco all'Hotel delle Terme di Acqui, dove Cerutti, il Marcellini e gli altri della polizia partigiana saranno avvertiti che dal due forestieri in arrivo c'è da cavare oro. Ed ecco un pubblico ufficiale, quale il Cerutti e i suoi gregari, stabilirsi nelle sontuose camere del Grande Albergo, sotto Mi pretesto di un inesistente fermo, ma per essere più vicini ai due disgraziati, che pagheranno la restituzione dei loro averi illegalmente sequestrati e il fermo sospeso con altro oro La Zaroudzka e 11 Melchiorre potranno cosi riparare a Porretta Terme, usando la stessa automobile della polizia partigiana di Acqui, e sotto adeguata scorta cosidetta d'onore. Porretta Terme sarà l'ultima tappa della via crucis del Melchiorre che morirà di setticemia in quindici giorni. Cerutti, Marcellini e compagni da tutori dell'ordine pubblico erano divenuti i paladini della coppia che avevano fermata e dtsimrdtm1mVcscfelfsnulper Il duplice assassinio - Le ambigue figure degli imputati - Un'atmosfera di paura do mina la causa - La spietata caccia alle -ricchezze della contessa - A oggi le richieste! di cui sequestrarono gli ingenti valori che aveva portato seco. Del comandante Cerutti il Procuratore Generale afferma la piena colpevolezza nei reati di corruzione, di falso e di furto. Dal Cerutti e compagni l'oratore passa a qualificare i membri di quello che chiama 11 quartier generale della criminale operazione di Nervi e Villalvernia, cioè Scopi, giudicato pericolosissimo dagli atessi Smith e Cantini; di Stalla condannato undici volte per furto, ricettazione, bancarotta e espulso dalla Francia, di Belloso, anche lui condannato per furto e inoltre per vendita di stupefacenti. Parla pure di Marcellini, che non ha precedenti penali, ma una esistenza tempestosa, dall'indomani della Liberazione, partecipe a tutte le piccole estorsioni di Acqui, di Porretta e di Sanremo che preludiarono però all'estorsione principe di Nervi e Villalvernia, a cui però non partecipò. Venne infatti lasciato fuori dagli stessi suoi compagni, perchè egli si era già troppo compromesso con la Zaroudzka in seguito a ripetute richieste di denaro. svsrmdlsgcncddlesltpièlc1dsGztr1 ■ I :. IM P > - ■ H111 ■ 11 ' 111M11 11 <. 11111M M MIM ( 11111 Sull'estorsione di Villalvernia si sofferma con particolare severità e causticità il rappresentante della legge. La torma famelica fa partire la contessa, come un automa, per Nervi prima, poi la dirige a quella tal cascina isolata di Villalvernia che le era stata descritta come un rifugio pieno di sicurezza. Quel che è avvenuto i lettori sanno già. A Nervi lo Scopi prosegui con la Zaroudzka all'insaputa dell'inglese, per Villalvernia, dove venne però raggiunto nella notte dallo Smith, infuriato e minaccioso. Scopi, se vorrà salvare la pelle, dovrà tagliare la corda e ritirarsi con quanto ha potuto impadronirsi di preziosi, dì denaro e di titoli ielle poche ore insonni in cui è stato arbitro degli averi che la Zaroudzka aveva portato, con sè, per il valore di 80 o 100 milioni. Affermata la colpevolezza degli imputati anche per questa estorsione, il Procuratore Generale proseguirà nell'udienza di domani la sua requisitoria, che si concluderà con la richiesta delle pene. Ercole Moggi 11M111 ! i i U111111M M111 ! M H H t M111 ' M111M1111 ! I M1