Condannato il ragionier Troise a cinque anni di reclusione

Condannato il ragionier Troise a cinque anni di reclusione IL PROCESSO PER BIGAMEA AL TRIBUNALE DM TORINO Condannato il ragionier Troise a cinque anni di reclusione La sorellu dovrà scontare 2 anni e 4 mesi, il padre 3 anni e 2 mesi, l'ex-parroco 4 anni, perchè responsabili di falso Assoluzione pel reato di bigamia e corruzione Il processo Troise è giunto finalmente al suo epilogo con la condanna di tutti gli imputati. Le ripetute Invocazioni della difesa per una sentenza mite che permettesse ai detenuti di uscire dal carcere, sono rimaste inascoltate dai giudici. Ecco la sentenza: Pietro Troise 5 anni di reclusione; sua sorella Fortunata £ anni e 4 mesi; suo padre Orazio ancora latitante 3 anni e 8 mesi; l'ex-parroco del Pilonetto don Alfonso Maria Rossi li anni; i due imputati minori Scrima e Sorace 6 mejsi con la condizionale. I primi quattro sono stati riconosciuti colpevoli di falsocontinuato in atto pubblico mentre sono stati assolti con formula ampia dall'accusa di bigamia e per insufficienza di prove dal reato di corruzione. A Don Rossi e Fortunata Troise è stata concessa l'attenuante della seminfermità mentale. Lo Scrima e Sorace — occasionali comparse nella paradossale commedia — sono stati ritenuti responsabili di falsa attestazione. Tutti sono tenuti a risarcire i danni alle parti lese Agata Romeres e Mirka Sogno. L'udienza di ieri, la sestn della serie, è cominciata puntualmente alle 15. L'aula della settima sezione del Tribunale di Torino era troppo angusta per contenere la folla, che si assiepava impaziente e curiosa. Tutti gli sguardi erano fis sati sul sacerdote, sul ragio nier Troise e sulla sorella per cogliere dai loro volti l'ansia dell'attesa. Il pubblico è rimasto un po' deluso: i tre detenuti — abituati ormai a comparire sul banco dell'accusa, diventato per l'occasione una specie di palcoscenico — era- ]no sufficientemente disinvolti, pur conservando un atteggia¬ mento serio e grave. Nessuna palese emozione; piuttosto un malcelato desiderio di porre in fretta la parola fine sulla vicenda già troppo discussa. L'avv. Gillio ha preso la pa rola in difesa di Fortunata Troise. Egli ha sfiorato appena le questioni di diritto se il parroco sia o non sia un pub blico ufficiale e se il documento di matrimonio debba considerarsi atto pubblico o scrit- iamano vengono a Torino. Sia- tura privata. Egli ha esaminato i fatti; anzi secondo la sua espressione ha voluto « umanizzare i fatti, travisati in parte dalla pubblica e privata accusa ». « Il rag. Pietro Troise — ha detto in sostanza il difensore — sposò ventenne la signorina Agata Romeres di 12 anni più anziana di lui. Un matrimonio d'amore. Ma col trascorrere degli anni l'uomo nel pieno vigore della virilità si trovò accanto la donna declinante ver- so il tramonto, quasi sulla so- glia della vecchiezza. Una si- tuazione già scontata in par tenza, ma certo non prevedu-ta nella Bua gravità. Per giun ta i coniugi che più non si mo nel 1946. Pietro Troise ha una ottima posizione: si lascia sedurre dalle 400 sale da ballo torinesi. Sorgono 1 rimproveri, le liti, il rancore. Nella primavera del 1949 i due coniugi si separano di fatto. Agata Romeres rimane sola nell'allog gio di via Perosa 13; Pietro Troise e la sorella Fortunata, che vive con lui da vent'anni, vanno ad abitare in camere ammobiliate. Comincia il pe-riodo oscuro, triste: sono lenubi che annunciano la bu- fera ». II -ragioniere piange all'udi- re la rievocazione delle sue vi-cende familiari. In ogni udien-za ha spremuto lacrime quan do qualcuno ricordava episodi intimi o accennava alla crea-tura nata da lui e dalla seconda moglie. « Pietro Troise conobbe Mirka Sogno almeno otto mesi dopo che si era separato da Agata Romeres. Ciascun uomo comprende 1 sentimenti che dovettero nascere nel suo cuore all'incontro con una ragazza giovane e buona, tutta gentilezza e comprensione. Iniziò con lei una relazione sentimentale e ricorse ad un avvocato per ottenere l'annullamento del primo matrimonio. Con quel legale rimase in contatto fino all'estate I960. Ma l'innamorato Troise vedeva vani i suol sforzi e si tormentava, disperato. Intervenne la creatura buona e dolce che aveva al fianco: «Perchè non vai da Don Rossi ? ». Pietro e i Fortunata Troise si recano inìsieme dal parroco del PllonetIto: si dice che un parente di 'costui sia membro della Sacra Rota, OBsla del supremo tribunale ecclesiastico. « Potrebbe essere utile». « Che cobs avvenne poi? — si chiede l'avvocato Gillio. — I fatti certi sono che ai primi di luglio 1950 Fortunata Troise va a Messina dal notaio Mangano e lei quarantenne siciliana dice: «Io sono Mirka Sogno di anni 26 da Moncaiieri intendo lasciare legale procura a Fortunata Troise... ». I testimoni Scrima e Sorace confermano. Il 14 luglio Fortunata, munita della falsa procura, va con il padre Orazio da Don Rossi e si celebra il matrimonio tra Orazio Troise e Mirka Sogno. Nello stesso ! giorno le infauste nozze ven gono trascritte nei registri j dello Stato civile. Ventiquattro 1 ore dopo Pietro Troise condu ce Mirka Sogno all'altare. Orazio e Fortunata sono tra gli invitati. Questo nuovo atto nuziale non viene trasmesso al Comune e quindi il secondo matrimonio non ha effetti civili; non esiste la bigamia». L'avv. Gillio prosegue: « Poteva Fortunata Troise, quella donnetta che ha superato a stento la quinta elementare jorganizzare un simile piano? (0 non è piuttosto la succube idi qualche malfido consigliere con o senza tonaca? Una peidina docile per due motivi: i l'amore al fratello e la sua de flcienza di spirito critico, ri I scontrata dal perito psichia j tra prof. Perrier ». Il difenso1 re conclude chiedendo una 1 condanna mite per la sua cliente che si è resa colpevole per il bene degli altri, 1 11 Presidente Carron Ceva dichiara chiusa la discussione e, seguito dai giudici Rovelli e Pregno, si ritira nella camera di consiglio. Il P. M. dottor Riccardi e il cancelliere Renda lasciano l'aula per un momento. Anche gli avvocati escono. Si è certi che la sentenza sarà laboriosa. Solo il pubblico rimane ad affollare la sala. I commenti sono diversi. I sette avvocati della difesa hanno portato argomenti su argomenti per dimostrare che il documento di matrimonio compilato dal parroco non è atto pubblico. Di conseguenza dovrebbero cadere tutti i reati contemplati dal capo di imputazione. Pochi minuti prima delle ore 19 il Tribunale entra nell'aula e legge il dispositivo della sentenza. Gli imputati non battono ciglio, forse non hanno ben compreso. Tutti però si rendono conto che il Tribunale con la sua severità ha voluto proclamare che il matrimonio è una istituzione sacra, base del vivere sociale. c. n.

Luoghi citati: Fortunata Troise, Messina, Torino