La salma di Giorgio VI sepolta accanto a quelle di altri sei re di Riccardo Aragno

La salma di Giorgio VI sepolta accanto a quelle di altri sei re La salma di Giorgio VI sepolta accanto a quelle di altri sei re Eccezionale fasto funebre - Uno stuolo di re, tre presidenti di repubbliche, principi ereditari, ambasciatori e rappresentanti di 40 nazioni nel corteo - In una disadorna carrozza la figlia regina Elisabetta, la regina madre, la principessa Margaret e la sorella del Sovrano (Dal nostro corrispondente) Londra, 15 febbraio. Re Giorgio VI è stato oggi tepolto accanto ad altri sei sovrani di Gran Bretagna nella cappella di S. Giorgio a Windsor. Il feretro, seguito dalla regina Elisabetta, dalla regina madre, dalla principessa Margaret e dalla principessa reale {sorella del re), è stato accompagnato dai quattro duchi reali, il duca di Windsor, di Gloueestcr, di Edimburgo e di Ken* e da un seguito di sovrani e regine, presidenti di repubbliche e rappresentanti di capi di Stato di quasi ogni Paese del mondo. Nel nono giorno della morte del re, dopo la funzione superbamente austera nella cappella di famiglia a Sandringhaìn, dopo la traslazione volutamente dimessa da Sandringham al Palazzo del Parlamento attraverso le strade di Londra in lutto, e dopo l'esposizione solenne della bara al popolo (che ha continuato a sfilare senza interruzione fino alle sei di stamane), Londra ha assistito ad una funzione di pompa e di fasto funebre quale forse nessun altro Paese al mondo può offrire. E' stata una progressione precisa e ben delineata: dalla famiglia al regno, dal regno allo Stato ed al mondo intiero. li traino dei marinai Nel cortile del Palazzo del Parlamento, dinanzi all'ingresso di Westminster Hall, centoquarantadue marinai agli ordini di un capitano, di un comandante e di un sergente, si sono presentati con l'affusto di cannone che tradizionalmente porta i re nel loro ultimo tragitto. L'origine di questo traino è recentissima. Ai funetali della regina Vittoria i cavalU dell'artiglieria a cavallo erano divenuti impazienti per la lunga attesa e cominciarono ad impennarsi. L'ammiraglio di Battenberg, che seguiva Edoardo VII ed il Kaiser, consigliò al sovrano di far staccare i cavalli e far tirare il convoglio dalla guardia d'onore dei marinai che era schierata alla partenza. Il re diede il suo assenso e da allora la tradizione è stata mantenuta. Gli artiglieri del reggimento del re portarono a spalle la bara del sovrano dal catafalco all'affusto. Erano le nove e mezto in punto, d'una giornata gelida e alquanto ventosa, con un sole appannato che affiorava ogni tanto fra la ncbbiolina invernale come un faro lontano, quando <Big Beny, la campana del Parlamento, cominciò a battere a distanza di un minuto l'uno dall'altro i cinquantasei rintocchi mortuari. Le fecero eco i cannoni delle batterie di Hyde Park e della Torre di Londra, Questa eco di rintocchi, il rimbombo degli spari ed il ritmo perfetto dei passi delle truppe furono, per lungo tempo, il solo commento sonoro del corteo che cominoiava a svolgersi fra due fittissime ali di popolo, lungo un percorso di luoghi celeberrimi. Questa volta, però, nella solennità militare, il silenzio di lutto era rotto frequentemente dagli urli laceranti degli ordini dei sergenti. La cerimonia odierna aveva perduta quella commovente partecipazione accorata del popolo e l'aveva sostituita con la maestosa solennità formale. Costumi e colori n corteo s'apriva con le bande militari dell'Aeronautica, cui seguivano i distaccamenti delle forze del Commonwealth (cappelli a larghissime falde dei soldati della Rhodesia, i volti nerissimi dei fucilieri africani, le divise kaki dei reggimenti della frontiera dell'Africa Occidentale) Poi, con uno stacco di colore e di costume, i reggimenti del re: gli scozzesi degli altopiani, il reggimento del Duca di Lancaster e tutti gli altri reggimenti. E ancora, nelle divisi azzurre, rosse e blu, con le corazze scintillanti, i pennacchi bianchi, gli elmi altissimi, i colbac solenni, le guardie del re: gallese, scozzese, irlandese, i corazzieri ed i « coldstream » Dietro loro, gli addetti militari stranieri, in cut erano rappresentati trenta Paesi, con grandi varietà di divise e di stili: dagli stili sobri! e quasi uniformi delle marine agli stili bizzarri e variopinti degli eserciti, ai colori più stridentemente moderni delle aviazioni. Seguivano questi gli ufficialt del Commonwealth, i cappellani militari e poi, salendo sempre più in grado, i marescialli dell'aria, i generali coinandanti in capo, i feldmarescialli Alanbrookc, Ironside e Montgomery, poi gli Stati Maggiori ed U Consiglio dell'Armata, tra cui li Capo di Stato Maggiore Generale Imperiale, Slim. Ed ancora — sempre più vicini al feretro del re — i comandanti della sua Marina, i tre cornata nti in capo, i quattro ammiragli. Poi i suoi abitanti di campo, che rappresen- vltztzmlarsi csmgcalazcdmddvBclcdmd«cPgcrtano il collegamenti ira il so- vrano e le organizzazioni militari che precedevano nel corteo. Qui, pur senza una soluzione di continuità nel corteo, terminavano le rappresentanze delle forze dello Stato e cominciava quella che, secondo la tradizione medioevale rigorosamente conservata, è la scorta personale del sovrano: i suoi soldati, la sua corte. Apriva questa sezione del corteo la banda della guardia scozzese, seguila dalle cornamuse degli altri reggimenti di guardie che introducevano il collegio dei « re d'armi », gli alti personaggi che controllano la corte e l'aristocrazia. Dinanzi a tutti, in divisa blu acuro, , i , i i t i d i i i- con una feluca settecentesca da. ammiraglio ornata di piume bianche di struzzo, il duca di Norfolk, conte maresciallo del regno, Dietro a lui, solenni nelle divise sontuosissime, il duca di Baccleuch, luogotenente della compagnia degli arcieri (che è la guardia del corpo scozzese) con l'abito degli altopiani, con due altissime penne di gallo di montagna appuntate sul fianco del berretto, il capitano dei « gentiluomini d'arme » ed il capitano della guardia del re. Poi gli alti funzionari di corte, gli scudieri, i camerieri personali (fra cui James McDonald, che trovò il re morto nel suo letto). Quattro donne in nero Dietro a loro, tirato dai marinai nelle divise blu scuro, con le bandoliere e le ghette di un bianco perfetto, che impugnavano ciascuno un tratto delle lunghe corde bianche, il traino dell'affusto ai cui lati erano disposti i corazzieri e le <guardie della vita* del re. Dietro al feretro un ufficiale di cavalleria portava lo stendardo abbrunato e ripiegato del re. Immediatamente dopo, in una berlina chiusa tirata da due cavalli, quattro donne in nero, con i volti coperti dai veli, la regina, la regina madre, la principessa Margaret e la principessa reale. Poi i quattro duchi: di Edimburgo, nella divisa di tenente della marina; di Windsor, in quella di ammiraglio; di Gloucester, nella divisa di generale; ed il giovane duca di Kent, in nero e tuba. Poi venivano quattro re (Danimarca, Norvegia, Grecia e Svezia), col presidente della Repubblica francese, due presidenti (jugoslavo e turco) con il giovane re delflrak, seguiti da uno stuolo di eredi al trono. Dagli alti funzionari della Corte britannica s'era passati ai sovrani e ai dignitari venuti da oltre quaranta nazioni. Prima vennero gli alti commissari dei Paesi del Commonwealth ed i capi delle ambascierie straordinarie. Secondo il cerimoniale gli ambasciatori hanno precedenza assoluta. Zarubin, ambasciatore sovietico a Londra e, in quest'occasione, rappresentante del Presidium Supremo dell' U.R.S.S., era in prima fila nella divisa diplomatica sovietica, con le spalline argentee sul soprabito nero. Erano in questo gruppo anche Dean Acheson, che rappresentava il Presidente Truman, e l'on. Gronchi, che rappresentava il Presidente Einaudi. Poi, dopo una sfilata di sei carrozze con le regine stranie-re b le dame della Cotta i««le \e il,corteo si chiudivi con i f^!Li 2 Z i ZV.Xu £nJ dottort del re, i seguiti delle delegazioni straniere e le numerose rappresento ize dei cor¬ pi civili L'attesa dell'immensa molti-tudine era cominciata nel buio della fredda notte, con quella aria di veglia soldatesca che doveva ripetersi in tante caserme, dove le trombe squillarono alle due, alle tre, alle - quattro. Fu una colossale ce¬ rlmonia, piena di lutto ma senza dolore, piena di fasto: soprattutto un rito dove il sentimento è annegato nella disciplina, nella precisione, nello splendore. Lo sfondo di questa cerimonia, — Londra in lutto — con le mille bandiere a mezz'asta ed i grandi drappi violacei che pendevano dalle finestre, con le strade foderate di una folla vestita di scuro, silenziosa ed immobile, attonita ed infreddolita, sotto un cielo ora grigio ora azzurro, in mezzo ad un silenzio interrotto prima dalle campane a morto, dai cannoni, poi dallo scalpitìo dei cavalli, dal passo ferrato delle truppe, dallo sgranocchiare delle ruo- te delle carrozze sulla nebbia color ocra sparsa ovunque. Ed il rullo profondo dei tamburi coperti da drappi neri. Ed il suono delle bande militari che alternavano la marcia funebre di Chopin a quella di Beethoven e di Mcndelssohn, Ma su questo sfondo azzur- slsmnpdsro e grigio scuro, come uni gguizzo apparivano le giacche Qrosse ed azzurre, le cascate di Spiume dagli elmi altissimi, gli:gimmensi berretti di pelo d'or-{fso bruno. E persino le tube di!run nero scintillante. Macchie pdi nero e macchie di colore,\sfra le quali runico tocco vera-j jmente e profondamente mor'Udotano erano i veli delle due regine e delle due principesse, wdietro i vetri di una carrozza singolarmente modesta in me, zo a tanto fasto. c~\EsE poi la lentezza quasi vo-jalutamente esasperata del pas- cso. I soldati marciavano con [ cun lento passo di danza, che\ consiste nell'appoygiare prima, il piede a terra e poi farle>sc volare un poco avanti Ed »< ncontrasto dissonante del passO'dei < civili y cosi incapaci dv tenere il ritmo di una musica' o di un tamburo che batte un tempo inesorabilmente preciso. L'addio della madre Erano le 10,15 quando il corteo passò diuna?isi a Marlborough House. Dietro a una finestra, una regina di 85 anni, guardava il corteo che portava il terzo dei suoi cinque figli. Passò il feretro e la regina Mary fece un cenno col braccio abbassando il binoccolo come per dare un ultimo addio a « Bcrtie ». Dalla berlina che seguiva il corteo, le regine e le principesse si in . .chinarono. Queen Mary — di-, ritta e regale, coi suoi capelli ; bianchi sul fondo scuro della stanza — rispose all'inchino ejpoi le tende si rinchiusero. ìPI soldati marciavano col /«-mi* rondato col calcio in al- Cile rovesciato, coi caicio in ai indietro verso terra, al ritmo i k, ™ Ulii'nma ™-niin to e la oocca aeu armu muuu. terra, al ritmo del tamburo che batteva come un metronomo. Il leggero bru- slo della folla, troppo meu- riosita dalla solennità del mo- meitfo per essere malinconica come la folla che sfilò din- '. ?iansi al feretro o ammutolì- ta e triste come quella che n-svistè all'arrivo a Londra del- .„'„/,.,„ ,„„„„.„ all'arri- corteo ì, ~„inri tmdi ■ 0 !j„j °U.,i0 cu- " grigio (a salma, si spegneva vo del corteo. C'eran zionali inglesi: dal grigio cu po dello sfondo — il dell'aria, della pietra dei mo- rtumenti e rici/e strade — "quel rosso vivo che fa splen- dere le divise militari e le cacce a cavallo, il blu della \ Marina e quello un poco più nallido della corte: il bianco e Kro^ Vaneuto del fasto im- „!li. p u «ro im nero In-e penale e «ero, un nero tu ciao e sobrio cne preu i sempre net quadri pomici. Nell'interno della stazione ai -\Paddington la scena mutava o a e e di colore e dt atmosfera. Quan- do il feretro si fermò accanto al treno speciale — con lo stemma regale sulla locamo- Uva e i vagoni addobbati in nero e viola accanto al tap- peto rosso, le cornamuse co- minciarono a suonare il < Lamento della foresta-*. Si sentì allora un'eco impressionante. Le cornamuse risuonavano tristemente sotto l'alta volta arcuata di ferro nero e i vetri sporchi di fumo. Le colonne di ghisa di questa fosca costruziorte vittoriana, erano state coperte da drappi di un tessuto nero e viola. In mezzo a quel nero gli sbuffi bianchi di vapore e il fumo grigio che saliva dal vagone ristorante (una necessità — oggi — quasi umiliante) davano l'intima convinzione dell'impossibilità di creare, sulla civiltà meccanizzata moderna, un cerimoniale che pos¬ sa stare alla pari della favolosa festa di colori medioevale Accompagnato dal suono selvaggiamente stridulo e romanticamente dolce delle cornamuse, il treno lasciò la capitale per riportare la salma del re alla sua <c casa », il castello fiabesco di Windsor. Vi giunse alle 1J0 in punto, Quando il treno speciale pas Sò sul ponte del Tamigi (i cigni del re navigavano indifferenti) dall'alto della torre rotonda del castello la cam pana di Sebastopoli, battè il suo prjmo ribocco: un suono j^,,so7 cupo "che si' sparse \Uugubre sull' del Tamigi windsor e mgH immensi par. Wincante^U- valle . ■' ""Lto,-"ldi"" luchi, sul paesello antico di Eton, lungo la maestosa passeggiata che porta al campo a4 Ascot g Sulle tenute reali c^e stanno intorno. Subito i cannoncini che stanno -li spalti a strapiombo di 1,0 viu M cominciarono a sparare a wi?ldsor è per ta mo. narchia regnanfe d-inghilterra » ngl ptemonte Sa- d insieme, Super- ga, Racconigi e Stupinigi. La sede di famiglia, la residenza IIItllMIItlllllllll llIUtllIItllllllllll Illlll ti! corte durante la primavera piena di avvenimenti e l'ultima sede. Pareva di aver cambiato secolo quando l'affusto di cannone giunse sotto il portale dei re e sfilò sul sentiero di ghiaia che porta alla cappella. L'architettura di questo castello non appartiene ad altri stili che al fiabesco nordico. L'immensa torre rotonda che si alza su uno sterrato ormai senz'acqua e tutto fiorito di pianticelle 'di montagna, è normanna, ma i cottages che sono stati costruiti per gli uffici dell'ordine della Giarrettiera, sono settecenteschi, l'arco della casa di mattoni rossi e di travature nere sul fondo di calce bianca è elisabettiano mentre l'architettura della cappella è superbamente verticale (gotico inglese). In questa piccola piazzetta a ferro di cavallo (dove la prima Elisabetta ascoltò l'interpretazione di una commedia che essa aveva ordinato a Shakespeare <Le allegre comari di Windsor >) il corteo funebre di Giorgio VI si è oggi fermato. I marinai a capo scoperto e col volto abbassato sul petto, si sono allontanati di quattro passi dall'affusto e hanno ceduto il posto agli artiglieri. Lenta e silenziosa la processione si è avviata su per gli scaloni che portano all'ingresso Un pupo di terra Qui dove il corteo era enormemente abbreviato, dove il seguito militare era limitato solo alle guardie del re e il seguito civile "era "limitato ai'capi di Stato (o ai loro rappresentanti) e ai capi delle missioni straniere, la scena aveva una impressionante .maestà. Mentre la bara saliva verso il portale a sesto acu- ! to, la corona, risplendente del-al'enorme rubino del Principe Nero (che Enrico V aveva incastonato nell'elmo con cui combattè ad Agincourt e che fu lasciato intatto da una sciabolata che invece gli por- tó via parte della corona) 'luc-\cicava coi suoi tre mila dia-imanti, lo scettro, con incasto-1„ t j , ., , rfnJn P l del tdUlmante Cullman era disposto accan-'to assieme al Globo in oro massiccio e a lato a una co-!rona di orchidee, di camelie e.di mughetti. In quella cappella, alla pre- j senza di novecento ospiti U-.\ lustri, dai sovrani stranieri ai ministri del 'suo Gabinetto,'dai principi di quasi ogni di-'. \nastia> inviati di 35 C«P< ^ Stato, dinnanzi ai suoi Pari « o.lla sua corte, Giorgio VI è utato oggi sepolo accanto agli | oggi sepolto accanto agi altri re di Gran Bretagna. !Col volto coperto da un pe-:sante velo nero, al termine.della cerimonia religiosa, lairegina Elisabetta II ha spar- !so qualche pugno di terra con' jresto simbolico sulla bara del padre e poi l'ha coperta con lo stendardo del sovrano. Sul- l'alto del pernione del castel-lo, sventolava la grande ban-diera del reno: la sola che non venga mai ammainata. Riccardo Aragno llllllllllllllltlllll 1IIUIIIIIIIIIIIIIIIIIM11IIIIIII Elisabetta II, la Regina madre • Margaret si avviano diet ro la bara. (Telefoto) fl tttt dll ll bbia sa stare alla pari della fav