Eccidio degli inglesi al «Turf»

Eccidio degli inglesi al «Turf» I TRAGICI EPISODI DELLA RIVOLUZIONE AL CAIRO Eccidio degli inglesi al «Turf» Spinto via un cameriere greco che sbarrava la porta, pochi uomini entrarono e sgozzarono tutti i presenti con pugnalate alla gola - La bara rovente della Barcklay's Bank: bruciati vivi i cassieri - Rigorosa logica nella caccia agli inglesi - La vedova dell'ambasciatore Prunas invitata a chiudersi in casa: "tra due ore sarebbe troppo tardi,, - Minacciata defezione dell'esercito, e due governi per una notte • In tanta disgrazia una fortuna: è mancato il vento Un nuovo dispaccio che com-pleta li racconto della rivolu-blicato Ieri mattina, ci e giuntoper via aerea dal nostro in- viato Giovanni Artieri. Sono particolari che danno vivo il senso di quelle ore drammatiche e illuminano gli aspetti della rivolta. (Dal nostro inviato speciale) Il Cairo, 30 gennaio. Si noterà pure a questo punto la quasi assoluta assenza della parola « sangue » dal racconto dell'incendio del Cairo. Effettivamente sino alle due e mezzo del pomeriggio la furia popolare (poi vedremo sino a che punto si potesniiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii se chiamare popolare) seraaervua del fuoco, per le sueciò che è avvenuto nella capi-tale dell'Egitto da sabato mat-Una a domenica sera, già nellaprospettiva di sole quarantot-to ore ci appare sorretto'dallalogica più evidente e rigorosa.La rivoluzione aveva avvam-pato sotto il bruciante stimo-lo dei fatti di Ismailiti. Era avvenuto a Ismailia, venerdì, qualche cosa che scottava al vivo il sentimento nazionale dell'Egitto: mille gendarmi circondati nelle caserme si asserragliano, rifiutano qualunque ultimatum inglese e combattono come possono e con le armi che possiedono. Dopo quattro ore, soffocati di proiettili e di nubi di gas lacrimogeni si arrendono, malgrado che dal Cairo il ministro degli Interni Serag el Din avesse ordinato di resistere sino all'ultima cartuccia. Effettivamente i mille di Ismailia avevano sparato tutte le loro cartucce, avevano subito perdite ingenti, attorno ai 59 morti e piii di 100 feriti, ma poi avevano capitolato e gli inglesi potevano annunciare di aver fatto prigioniero quasi tutto il presidio. Si aggiunga che questa disgraziata azione militare si coloriva di una tinta sospetta per la scomparsa del lewa Mohamed Raouf Bey, cioè il comandante del contingente di gendarmi che il mercoledì pre\cedente si erano scontrati con I gli inglesi nella zona di Teli el : Kcbir. Questo seguito di umiliazioni talle forze armate del Paese, (— sebbene i gendarmi venis- sero e vengano considerati piùcome « guardie municipali» che come soldati) era bastato apromuovere nella giornata disabato lo sciopero della poli- aizia e la manifestazione deglie'studenti, degli estremisti del -[membri del partito socialista -,di Ahmed Hussein e infine dei aiFratelli musulmani. Questa è -\un'associazione, a parte le roa] mantiche affinità con le sette a.ìreligiose islamiche dei tempi -t andati, come i madhisti, i se-\nussiti, gli husciascin e altre, a ì, al e rre omi o di ral ni o re o o o i, e ao ioa oodi en el ni e, formata per la diffusione del Corano. Ma chi conosce quale parentela esista, nel mondo arabo, tra stato e fede, tra i versetti del Corano e il concetto del primato islamico si rende conto della vera e non celata azione dei « Fratelli musulmani » nell'Egitto moderno. La « mappa » delle rovine Gli iscritti alla associazione vogliono il ritorno alla morale genuina consegnata dal profeta nel suo libro, vogliono la adozione del costume e della onestà dettata da Maometto all'uomo del deserto, vogliono gli arabi uniti e potenti in una comunità simile a quella che li condusse al dominio della metà del inondo, dopo la caduta di Bisanzio. Al Cairo il capo dei Fratelli musulmani, la t gran guida», è il Bey Hassanci Hodebi i citi discorsi di prò- pagando, sono improntati agrande moderazione. Bassancl Hodebi vorrebbe combatte-re gli inglesi secondo l'insegna-mento di Gandhi, sul piano delboicottaggio economico, me-diante la non importazione delle merci britanniche. Egli ha separata la propria responsa mimmi ini limimi immillili! s- bilità di capo dell'associazioneùìda quella degli incendiari e deie rivoluzionari dicendo che i pro-a]pri uomini non avevano avuto di] alcun rapporto con gli «attii-\commessi » dagli ignoti autori \che potrebbe essere una distin- zione molto sottile. Effettivamente: se si facesse tuia « mappa morale » delle rovine e degli incendi del Cairo si vedrebbe, come essi siano stati sorretti da una ferrea logica. Si sono bruciati i cinematografi, si sono saccheggiati e incendiati i tabarins e i locali di pubblico divertimento perchè i proprietari non avevano avvertito il dovere di chiudere i battenti « in segno di lutto » per i morti di Ismailia. Si sono devastati e rasi al suolo i sodalizi dei ricchi, come l'«Automobìle Club», per richiamarli alla cruda realtà sociale dell'Egitto. Si sono attaccate e annientate le proprietà nascoste sotto etichetta egiziana di finanzieri israeliti che durante la guerra di Palestina non solidalizzarono con l'Egitto. E' stata portata la distru zione integrale alle proprietà coalumfiEdtitabrennQnsaoamdcrupgbritanniche, come dicevamo in\gprincipio d\ questo racconto annientando i quattro quinti dei beni inglesi o legati agli inglesi, nella capitale dell'Egitto. Infine la vendetta sanguinosa si è abbattuta sulle persone. Ed è al n Turf Club » che anche la parola sangue, in una giornata tutta avvolta nel fuo lco, ha avuto libero corso, g<n0 a questo momento, nel ,,„lnorama devastato del Cairo, \popolato di migliaia di auto, mobili capovolte e arse, di ]scheletri di edifici, di vaste] \marchie di poltiglia fangosa] \rhe fu composta di preziosc\ vuugBrotedpe tecalze da donna, di mercerie di ]ogni genere cosi che i prcz- \zi dei tessili e degli altri maì nufatti superstiti sono già sa un a\ cielo, — in questo pano] rama dove trova posto anche j ltna vasta strada ricoperta di cocci di porcellana e di cristalli, e una palude di vetraglia di bottiglie e di damigiane, ancora immersa nel vino sparso a ettolitri dal negozio italiano Borsa, occorre situare due zone misteriose: il «Turf Club» e la «Barcklay's Bank». Le ceneri dell'incendio sono ancora calde; sui momenti jiiù tragici stoffe di velluto e di seta, di migliaia e migliaia di paia di\iaPgPse e o o . delle giornate rivoluzionarie^^Governo vuole tacere, per una giustificata carità di patria. L'eccidio al « Turf Club » che l'Ambasciata britannica va ricostruendo sulle deposizioni contraddittorie e spesso falsate dei testimoni, non si può ancora descrivere nei suoi porticolari. E' controversa la cifra delle vittime; da diciannove a tre (i soli tre inglesi che ieri sono stati seppelliti con tutti gli onori e la partecipazione del Corpo diplomatico), sono discusse le modalità degli assassina commessi per «punire» (anche qui una logica rigorosa negli atti vio lenti) non soltanto i britannici ma i loro amici e frequentatori. Si è in possesso delle dichiarazioni d'un capo-cameriere greco: il solo superstite, ricoverato all'ospedale americano, ancora colpito da choc. Passaporto e cappotto All'una e mezzo del sabato, dunque, il cameriere greco si trovava sulla porta della via Adhli Pascià e pensava ad andarsene a casa. Era libero dal servizio, stava per infilare il cappotto; venne urtato da un gruppetto di cinque uomini in abito europeo. Istintivamente tentò di sbarrare il passo. Fu sbrigativamente ghermito per la giacca. «Chi seit un inglese t » gli chiese, in arabo, uno dei cinque. « Sono greco », rispose il cameriere. « Mostra il passaporto », gli risposero. Il passaporto si trovava in una delle tasche del cappotto. Il greco lo prese, lo mostrò. Lo esaminarono attentamente. La fotografia rassomigliava poco e si sa quanto mia fotografia per passaporto rassomigli poco al soggetto. « Non è tuo, questo passaporto... ». Il greco iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimii lul'svPsrsssdfuscccnainrvdtaedpttrbtNzrveLpcpgntcrpsscccpefSvptusnntc cominciò a temere. Come avrebbe dimostrato di « essere lui»? « Ma si... » disse ; e tremava. Un altro dei cinque lo fissò: «Indossa il cappotto... ». Era la prova. Il cappotto andava bene e i cinque, convinti, ordinarono: « Vai immediatamente via... ». Lo spinsero brutalmente nella strada ed entrarono. Tutti coloro che si trovavano nelle sale del « Turf » vennero pugnalati nella gola. Quanti fossero, chi ■ fossero, non si sa. Il fuoco, seguito al sangue può aver cancellata ogni traccia. E si tratta ora di attendere l'estrazione delle salme calcinate. Nel sottosuolo del « Turf », dove erano i locali delle mense per i camerieri, le fiamme bloccarono le uscite mentre i getti dei pompieri allagavano rapidamente gli ambienti. Forse sotto le acque che sta- gnano j„ quelle cantine si tro- veranno altri morti. Resti umani si vanno cavando dagli uffici e dalle sale del club per gli impiegati della «Barcklay's Bank ». Qui le fiamme lavorarono dall'interno. Appiccate dal tetto, secondo la tecnica aia descritta, ieri, esse raggiunsero presto il pianterreno. Le porte e le finestre erano state sbarrate, chiuse le serrande di ac¬ ciaio all'ingresso principale Gli impiegati responsabili britannici erano rimasti sul posto per difendere il tesoro sotterraneo e le casseforti. Il fuoco trasformò rapidamente e facilmente la < Barcklay's Bank » in una bara rovente. Alle quattro e mezzo circa rientrai in città nella macchina dell'incaricato d'affari italiano Ferrerò. Il Cairo mi richiamava alla mente Varsavia dopo il bombardamento tedesco, l'incendio di Guernica, la distruzione di Teruel. Accompagnammo a casa la signora Ferrerò in ansia per i suoi bambini, ancora a scuola. L'Istituto « Don Bosco » si trova nel cuore di un quartiere, Roda El Faragh, piuttosto lontano e, in quelle circostanze, pericoloso. Ma bambini arrivarono poco dopo e recarono i primi segni dell'angoscia che lentamente avvolgeva il Cairo. Dissero al loro papà che le suore dell'istituto si vedevano minacciate dagli incendi vicini; voci s'erano sparse di assalti totali a tutti gli stranieri, la chiesa di San Francesco era a sua volta minacciata dall'incendio e i frati italiani si preparavano a energie-mente combattere ogni jattura.

Persone citate: Ahmed Hussein, Gandhi, Giovanni Artieri, Mohamed Raouf, Prunas