Il misterioso conciliabolo la notte dopo il delitto di Ercole Moggi

Il misterioso conciliabolo la notte dopo il delitto IL OCESSO /,AHOCD«KA Il misterioso conciliabolo la notte dopo il delitto Nella riunione fu diviso il bottino, disse l'amante del Quartino, ma oggi la donna nega risolutamente - Anche la sua padrona di casa nega ogni cosa - Due svenimenti in aula (Dal nostro inviato speciale) Imperla, 29 gennaio. Una parte dell'udienza del mattino è stata occupata dalle testimonianze che riguardano la cosidetta operazione principale < Diano-Villalvernia > cioè l'estorsione maggiore che ha provocato il bottino calcolato dagli 80 ai 100 milioni del '47. Sono stati interrogati autisti e garagisti che parteciparono alla criminosa impresa del trasporto dei 21 colli che la contessa fu costretta a portare seco con promesse e che contenevano oltre a indumenti, denaro, preziosi e azioni industriali che sarebbero state occultate. Infatti lo sono tuttora salvo i 30 titoli sequestrati a Marsiglia. Un biglietto dal carcere Il mar»»'-:,..., di P. S. Cipollina ha >>o'-.-.i.o sulla faccenda di un biglietto, scritto clandestinamente dal carcere, dalla Teresa Martini amante del Quartino perchè venisse recapitata da una detenuta, certa Carlissì, che è stata scarcerata, alla padrona di casa della Martini tale Maria Lamose. Il bigliettino conteneva solo alcuni consigli sul come doveva regolarsi nel caso fosse stata interrogata circa l'asserita presenza in casa sua della Martini, la notte del delitto di Diano. La faccenda fu resa nota alla polizia e il maresciallo Cipollina fu incaricato di pedinare la Carlissì quando si recò a casa dalla Lamose. Però quel giorno quest'ultima era occupata e quindi essa combinò un appuntamento con la Martini in piazza De Ferrari vicino alla vasca. AU' appuntamento la Carlissi avrebbe dovuto raccontare alla Lamose preziose confidenze avute dalla stessa Martini, preziose però per l'autorità inquirente. La Carlissi però pose condizioni alla questura. " Io vi dirò quello che ho saputo dalla Martini — disse, lei — ma siccome ho paura di unbiinminscmtiunraquchpanpribCmselagsdadlol'ccrdaMtAtpdqsscbgmd«qrfiasqualche vendetta, non intendo nche si faccia del mio racconto tun verbale d'ufficio e comun--bque io non lo firmerò ". In so- stanza la Martini confidò alla|sCarlissi che la notte susse-!0guente al delitto di Diano si ! perano trovati nella sua camera I al'amante Quartino. Stalla, Mar-j icellini e qualche altro indivi-'qduo e si era fatto un conteg-;rgio di valute francesi e di mo nete d'oro per un valore ingente. La Carlissi aggiunse che se chiamata davanti ai giudici avrebbe negato di avere riferito tali informazioni. A domanda del presidente, il teste afferma che segui le due cpclmdonne dalla casa della Lamose j a piazza De Ferrari presso la'fontana, quando queste finalmente si incontrarono. Il col loquio gli sembrò cordiale e lungo dopo di che le due donne si separarono. Da questa circostanza scaturirà nel pomeriggio un rumoroso incidente. Il commissario di P. S. Fossat' riferisce circa le sue indagini condotte su due giovani | svagati di Diano Marina accusati del delitto di palazzo Drago da una lettera anonima. Risultò che uno dei giovani rincasò con la madre verso le 21.30 e l'altro aveva passato la sera con la fidanzata. Alibi leggeri e inconsistenti, commentano gli avvocati tanto più che 1 due giovani avevano fatto spese superiori alle loro possibilità e alcune altre circostanze gettavano una triste ombra sulla loro esistenza. La pratica fu poi archiviata dalla questura perchè non si trovarono prove sufflcenti per denunciarli al magistrato. Maria Lamose è la padrona di casa dei due amanti, cioè la Teresa Martini e il Quartino. Depone che la sera del delitto costui rincasò verso le 21,30, ma ignora se sia poi uscito. Il mattino susseguente non vide -né lui nè la Martini. Ammette poi di aver avuto un colloquio con la Carlissi, ma in liiiiiiiiililllllillillilillliniiillllliniiiiiiiiiiiiiii e, un bar. e da essa ricevette il1 biglietto scritto dalla Martini in carcere. Nega di essersi fermata a lungo con la Carlissi in piazza De Ferrari, e qui scoppia un incidente perchè il maresciallo Cipollina la smentisce, e allora ammette che un colloquio in piazza De Ferrari ci fu, e lungo. Interviene il presidente il quale dice alla teste: — Sappia che lei raccontò alla Carlissi i particolari della famosa riunione in casa sua dei partecipanti al delitto di Diano Marina, per la spartizione del bottino che ne era risultato. La Lamose ribatte: — La Carlissi ha detto tante cose, ma io non le ho mai parlato. Il Presidente l'ammonisce severamente a dire la verità, la Lamose gli tiene testa sdegnosamente e allora il magistrato ordina al maresciallo dei carabinieri di condurla alle carceri giudiziarie. La donna, scortata dal maresciallo, si avvia con alterigia verso l'uscita, tra i lampi delle macchine fotografiche che si incrociano come in una festa pirotecnica, tanto che il Presidente ordina: «E ora basta anche per i fotografi ». Adesso è di turno la Teresa Martini, che non è più detenuta, ma è chiamata come testeAi processo di Sanremo negò tutto quanto aveva dichiarato precedentemente in istruttoria, dicendo dì avere deposto quanto i funzionari le avevano suggerito. Oggi ha tenuto lo stesso contegno negativo. Il Presidente le legge con certosina pazienza tutti i verbali d'istruttoria, tutte le sue gravi e particolareggiate ammissioni e informazioni, ma la donna non fa che rispondere: «Non è vero; non ho detto questo; me lo hanno fatto dire; hanno scritto loro e io ho firmato soltanto >. Essa arriva a dire che non conosceva nessuno della banda capitanata 1" S"opi e Smith." Ad un certo punto la teste leastcsvntovafrusdqlambvmDLstdaptpt■Io na detto: — Dissi delle falsi o tà per farla finita, poiché mi -bastonavano, - e il presidente allora è lna|sorto esclamando: — Soltanto -!0ra parlate di minacce e di i ! perCosse. A Sanremo non ne a I accennaste neppure. Gli stessi -j impUtati hanno dichiarato, in 'queste udienze, che non ebbe;ro mai mali trattamenti, e di vncprccdcvcie i l e ciò debbo dare loro lode. La Martini con una cantilena piagnucolosa ripete: — Quello che è scritto nei verbali, non l'ho detto, l'ho solo firmato. Sono le 19 quando l'aula rimane improvvisamente e completamente al buio, per una spnnpLSlnse j interruzione della luce elettri a'ca. La Corte si ritira a tento e e e. sai | uine a gae o ina ieo li a ni, mentre i carabinieri clr condano la gabbia alla luce di alcuni fiammiferi. Dopo venti minuti ritorna finalmente l'illuminazione elettrica, ma non ritorna la parola alla teste, la quale si abbandona ora a un ostinato mutismo. — Volete bene al Quartino? — le domanda 11 presidente. E al sì della donna esclama: — Ma che razza di amore è il vostro, che con 11 vostro comportamento avete aggravata la posizione del vostro amante e di tutti gli altri coimnutati. — Non è amore — interrompe l'avv. Ferraris — è paura. — Allora anche il giudice istruttore — ribatte il presidente rivolto alla teste — ha inventato i verbali? « L'ho fatto per paura » — Se ho parlato l'ho fatto per paura. La Martini seguita a negare sè : tutto, con monosillabi. Anche il rel le oi te i. n biglietto da lei scritto in car cere e mandato, a mezzo della Carlissi, dopo essere stato fotografato In questura, alla Lamose. Sono suonate le venti, l'ora che volge al desio, l'ora di fi n | nirla. Il presidente manda a riiiiiiiiiiilillllllililillliillllllillilliiiilllliiiiilliliiiiii levare dalle carceri giudiziarie anche la Lamose. Quando costei viene fatta sedere nell'emiciclo cade a rovescio, di peso, svenuta. Quando rinviene e torna a prender posto sulla sedia, torna a cadere una seconda volta, con contorno di strida acute. Un medico chiamato in fretta dichiara che si tratta di un attacco nervoso. A furia di spruzzi d'acqua sulla faccia, la donna rinviene ancora, e pare questa volta per sempre. Il presidente la esorta a dire la verità, e la teste risponde a modo suo: — Non so cosa abbia detto, forse non ricordo dove e come si svolse l'appuntamento con la Carlissi in Piazza De Ferrari. Con questa frase la Lamose si è salvata da nuovi spruzzi d'acqua e da una eventuale incriminazione. Il presidente la manda, come si dice, a farsi benedire, licenziando pure la Martini. Ce ne andiamo tutti, con un gran respiro, dopo una udienza pesante di oltre nove ore. Ercole Moggi p. datuè capasevalecalaTil chantalommdegoScoL45dedo■itiiiiiiiliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiìiiiiiiiliitiiiiiliiiiiiiiiiiii

Luoghi citati: Diano Marina, Marsiglia, Sanremo, Villalvernia