Un vasto programma di investimenti civili approvato per combattere la disoccupazione
Un vasto programma di investimenti civili approvato per combattere la disoccupazione FROWirJEXMlMENTI niMI* CONSIGLIO JDJSI MINISTRI Un vasto programma di investimenti civili approvato per combattere la disoccupazione Una contribuzione straordinaria del 4 per cento dal V marzo 9S2 al SI di' eembre 953 a carico di tutti gli imprenditori sulla cifra ilei salari pagati I pericoli di una misura Il Consiglio dei Ministri ha preso una grave deliberazione: ha istituito un contributo straordinario contro la disoccupazione, a carico delle imprese che impiegano mano d'opera salariata o stipendiata, in ragione del 4 per cento del compenso corrisposto ai lavoratori; tasso che in determinate circostanze si riduce al 2! per cento e in altre si eleva al 10 per cento. La prima conseguenza, quella più visibile e sulla quale il Governo ha posto la propria attenzione, è rappresentata dal gettito di una cinquantina di miliardi annui a favore delle casse dello Stato. Ma se ci fermiamo a considerare l'aspetto fiscale del provvedimento, dobbiamo considerare pure i lati negativi della questione. In primo luogo l'anno venturo i redditi di R. M. delle imprese industriali e commerciali saranno decurtati di questa somma, e lo Stato e gli Enti locali perderanno la relativa imposta (in tutto il 22-23 per cento). In secondo luogo i contribuenti che hanno creduto al ripetuto impegno del Governo di non inasprire le imposte e che su questa base hanno compilato fiduciosi una dichiarazione di redditi veritiera, si chiedono timorosi se la loro fiducia è stata ben riposta. In pochi mesi l'addizionale dell'E.C.A. è stata raddoppiata onde fronteggiare le maggiori spese per le alluvioni, ora arriva questo nuovo contributo. E il contribuente si chiede, giustamente preoccupato, che garanzia può avere contro lontani ulteriori inasprimenti sui redditi che tra poco dovrà dichiarare. Ma, a fianco della preoccupazione fiscale, sorge quella economica. L'uomo della strada si chiede perplesso: ma come, si vuole ridurre la disoccupazione e si colpiscono con un'impo sta proprio quelle imprese che occupano un maggior numero di dipendenti? Sui salari già oggi incidono a carico del Tatore di lavoro gravosi contributi sociali, l'I.N.A.-case, ecc.; ora arriva questo mtjvo tributo. La tendenza dell'imprenditore di sostituire nei limiti del possibile gii operai ed impiegati con processi di meccanizzazione, già viva per altri motivi, si renderà più acuta. Ed il problema della disoccupazione si complicherà. Non basta. Questa imposta, commisurata sui salari pagati, inciderà solo in parte modesta sui profitti d'impresa. Praticamente equivale ad un aumento del costo di produzione e si tradurrà fatalmente in un aumento del livello dei prezzi. Ecco perchè probabilmente que sta imposta potrebbe riuscire più gradita agli industriali che non altre forme di tassazione. E se così è, a parte la politica contraddittoria circa la stabilità monetaria che il Governo afferma di perseguire, si dimentica il fatto che, restando immutati i redditi, un aumento dei prezzi finisce inevitabilmente col diminuire la domanda di beni da parte dei consumatori. Ed allora la occupazione che lo Stato crea con la spesa del provento di questo tributo sarà compensata dalla disoccupazione creata con la caduta della domanda di mercato. E questo contributo arriva proprio oggi che si parla tanto di commesse alleate, di difficoltà di esportazione per i costi troppo elevati della nostra industria. Bisogna confessare che questa è una prova di poca coerenza nella politica economica governativa. Cesare Cosciani teseoleadnstcinpcutozi=rlimimM?IseAfanaMvlerpI1vpuccdaeleDCndlddd(Pnstrvsrlndnimcpsbpgp
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