«La confessione dell'Ioidi non fn estorta con le sevizie»

«La confessione dell'Ioidi non fn estorta con le sevizie» «La confessione dell'Ioidi non fn estorta con le sevizie» Così il secondo patrono d'accusa che scagiona la madre di Annarella dai sospetti levati contro di lei (Nostro servizio particolare) Roma, 10 gennaio. Forse domani il Procuratore Generale Tartaglia, forse, dopo di lui, l'avvocato Pacini sapranno contrapporre alla linea difensiva di Egidi un argine di concreto rigore. Per adesso l'accusa dà la sensazione di non reggersi, diremmo quasi di non saper distriscarsi, elaborandolo secondo gli schemi logici e giuridici, da uno sta- IItlllllllllllllllllllllllllllllllllllIllllllllllllUtlllD io d'animo sentimentale. Dopo l'arringa di Bucciante, di cui si rallegrarono i difensori, ec co quest'altra del giovanissimo avvocato Guariglia (dicono che non abbia ancora tren t'anni), breve arringa, piena di robustezza, di effetti <cromatici », di panache: e tutta via — osservano le vecchie 00™?}}0 de,1.1 avvocato Vincen- volpl di Corte d'Assise — una delle meno concludenti orazioni che da molti anni abbiano risuonato sotto la volta romana. Dna madre vittima Avvertiamo subito che il zo Guariglia si presentava particolarmente duro e ingrato, giacche pesa su lui il patrocinio di Maria Fiocchi, la madre di Annarella, colei che la gente di Primavalle — compattamente «innocentista» per quanto riguarda Lionello Egidi — non ha mai cessato di sospettare e destestare. Guariglia è sembrato rallegrarsi dell'impopolarità della sua cliente, come dell'occasione a una prova più meritoria e più ardua: «Non vi dipingerò Marta Fiocchi quale madre sublime — ha tuonato — ma vi dirò che è una vittima Marta Fiocchi, signori, ha conosciuto profonde amarezze ». « Chi vi definirà la sua casa un lupanare, una sentina di vizio — ha proseguito — insulta la memoria di Annarella perchè un flore non può nascere da questo fango. Marta Fiocchi non è una creatura snaturata, altrimenti 11 nonno di Annarella non avrebbe mai accondisceso a che la bambina restasse presso la madre. Tutti hanno voluto parlare di Marta Fiocchi senza conoscerla. Le cose più oscene si sono gratuitamente affermate e stampate su di lei. E' vero che Annarella testimoniò contro la mamma nel famoso processo per adulterio: Marta Fiocchi aveva dunque interesse a far vivere la bambina perchè questa, eventualmeme, rettificasse la propria deposizione ». Così, con tali argomenti è stata difesa Marta Fiocchi: a questo punto la passione può far velo alla logica, e un curioso conformismo prevalere sul senso comune. Ancora più conformistica, nell'arringa di Guariglia, la difesa della polizia. Come non ai può dubitare di Marta Fiocchi perchè signiflchcreobe « parlar male di Annarella », così non è lecito supporre che la Squadra Mobile abbia ecceduto nelle < sollecitazioni » a Egidi perchè confessasse, o, tanto meno, postulare che la polizia abbia voluto accanirsi contro il « Biondino », facendosene il capro espiatorio. « Parlò forse l'Egidi delle sevizie subite al magistrato inquirente? Mai, o signori». E la magistratura è tabù. Il giovane avvocato Guariglia, dall'ampio gesto, dalla nera puntuta barbetta, dalla voce fremente e sonora, ha inteso «tutelare i diritti e la pace dei cittadini ». Ha stigmatizzato che il tumulto della piazza pe netri troppe volte « oltre que sta soglia marmorea». Ha ammonito che la società italiana cadrebbe preda della paura e del disordine ove fosse pensabile che « coloro stessi i quali sono preposti alla tutela della legge infrangessero tanto apertamente ogni legalità ». Rimangono i fatti Ma rimangono i fatti: e l'accusa deve illuminare, conferendo loro virtù di prova, gli indizi coltro Egidi. «Egidi ccolpevole. Quando fu assalita dal bruto, 11 primo impulso di Annarella fu quello di fuggire, Poichè l'uomo le taglia la stra-da, Egidi la insegue, la preme dappresso, la bimba si divin-cola, lo fronteggia, cerca di re- spingerlo con le mani: ecco le ferite di cui parlerà il professor Bellussi. Egidi, attratto da un invincibile terrore per il sangue, precipita Annarella nei pozzo A questo punto ai obbietterà: e la ritrattazione di Egidi? Dobbiamo crederci? No, signori. Siamo compresi della delicatezza del nostro compito: dobbiamo insistere sull'asserzione del Landini, il quale depose d'aver sentito dire ad Egidi: «Ho ucciso An- immiimmimiiiiim iiimmiiimiimmim narella. La madre è innocente. Mi getterò ai suoi piedi >. Tutto qui. Ma sarà facile, per i difensori, controbattere che la testimonianza di Landini è smentita in « toto » da quella di un altro pregiudicato: e che, Inoltre, l'Egidi — secondo il Landini —■ gli avrebbe confidato: < La madre è innocente, mi getterò ai suoi piedi», non: < Ho ucciso Annarella >. Ci sono contro il « biondino », è vero, altri indizi: il suo alibi, manchevole il suo passato; ma Guariglia ha voluto accennarvi solo di sfuggita, dichiarando di non volersi fermare < all'analisi di quegli elementi che sono in possesso della Corte ». Non vorremmo che contro Egidi ci fossero anche la sua debolezza umana e la sua miseria. All'improvviso si accende sul dibattito un interesse da piccolo caso Dreyfus: la stampa d'osservanza governativa e la stessa RAI, che finora aveva ignorato la vicenda, prendono posizione massiccia contro 11 « biondino ». Si dice che ner lui, e in mala fede, non ci siano se non i comunisti, per la loro febbre di sovversivismo. Coloro che non sono nè per lui nè contro di lui — i partigiani della giustizia — attendono, come scrive l'« Ecclesiaste», che il verdetto venga « per la bocca dei giudici, dalla purezza di Dio ». Carlo Laurenzi

Luoghi citati: Annarella, Egidi, Roma