Chateaubriand e Hme Réeamier di Panfilo Gentile

Chateaubriand e Hme Réeamier Chateaubriand e Hme Réeamier E stato pubblicato per la pri- sma volta il carteggio di Clia teaubriand con Alme Réeamier. Alcune lettere erano già note, perchè Chateaubriand stesso le aveva inserite nei suoi «.Mcmoircs d'outretombe». Altre erano note indirettamente attraverso i saggi di Henry de Rcgnicr, Eduardo Herriot e di Maurice Levaillant. Mancava una raccolta completa, criticamente collezionata sugli originali. Maurizio Levaillant e Beau de Loménie hanno voluto adesso fare questo regalo agli ammiratori di Rene con un massiccio volume ili l'iammarion : «Lcttres à Madame Réeamier ». Di tutti gli amori celebri, questo tra Chateaubriand e la bella figlia del notaro lioncsc Bernard maritata Réeamier resta uno dei più densi di interrogativi psicologici. Mine Réeamier era in latto d'amore, un'anima reticente. Una discussa frigidità le consenti di restare per parecchi decenni la moglie fedele di un marito puramente onorario c di tenere a bada un esercito di pii adoratori, imponendo loro la vittoria della amicizia sull'amore. Nondimeno una civetteria non priva di qualche perversità la tenne perpetuamente in esercizio di strategia amorosa; e qualche volta, come fu il caso del Principe Augusto di Prussia e di Prospero de Barante, la spinse proprio sull'orlo della capitolazione. Come fisicamente, secondo l'impressione che ne ebbe Chateaubriand al primo incontro, la sua bellezza aveva qualche cosa di ambiguo, che stava tra l'innocenza e la voluttà, cosi il suo cuore predilesse l'equivoco tra l'insensibilità e l'abbandono. Chateaubriand dalla sua parte, senza essere un libertino, non era l'uomo delle passioni longeve. Fedele al fantasma della Silfide ideale apparsogli quando era adolescente tra le brume del castello paterno di Comburgo, era corso tutta la vita ad inseguirne le incarnazioni terrestri. Alme de Duras, che lo conobbe a fondo e che gli fu sempre soltanto un'amica, lo giudicò un egoista crudele : « Chateaubriand, scrisse, dimentica tutto e sopra ogni altro, coloro che ama. Ciò che è tuo, per lui è niente. Bisogna amarlo così e non bisogna mai sperare da lui un sacrificio. Perciò tutte le persone che l'hanno amato sono state infelici, sebbene egli sappia essere amico, ed abbia soprattutto molta bontà ». Sainte-Beuve pubblicò una lettera direttagli da Ortensia Allart. Chateaubriand è definito un uomo strrbdllaccoaidtmcittgpndeveac•nvNc™ucdu7„insqpsssl'pto(mmqpuprisincero, impetuoso, fiero, ma in| iamore, proclive ali inganno e, pronto ./sacrificare .'aire alla gloria. Secondo Ortensia Allart, egli avrebbe amato veramente una sola donna, e questa sarebbe stata la duchessa de Mouchy. La stessa Réeamier, in un momento di implacabile lucidità, si lasciò sfuggire: « M.de Chateaubriand non è capace di vero affetto, non è suscettibile di amore ma solo di abitudine ». E più tardi, scrivendo a Luigi de Loménie, fu ancora più severa: «M.de Chateaubriand ha molta nobiltà, un immenso orgoglio, una grande delicatezza; è pronto a fare per le persone che ama tutti i sacrifici. Ma egli non ha neppure l'ombra della vera sensibilità ». La storia del suo cuore avventuroso c volubile non è stata mai scritta con la pretesa della completezza, ma ne sappiamo abbastanza attraverso i nomi di Mme de Gustine, di Paolina de Beaumont, di Natalia de Noaillcs, della duchessa di Cumbcrland, di Mme Lafond. Tuttavia queste due anime, una volta incontratesi, si fecero una reciproca prepotenza: Rene riuscì a vincere le reticenze di Giulietta, e Giulietta riusci a incatenare il nomade sfuggente. Che Mine Réeamier sia stata verso Chateaubriand di uni generosità totale, è cosa di cui nessuno dubita più dal giorno in cui è stata repertata l'unica lettera d'amore sopravvissuta tra le migliaia dirette a René. In questa lettera che fu legata ai posteri, solo perchè fu intercettata dalla polizia del ministro Decazcs. Giulietta scriveva: «il mio amore, il mio cuore, « tatto » e vostro. 20 marzo 1819, alle tre del pomeriggio ». E nemmeno si può dubitare che l'incantatricc questa volta rimase essa stregata. La fuga in Italia del 18:3 per cercarvi una convalesccnz.1 sentimentale che poi non venne, le confidenze dolenti fatte agli amici, la gelosia con cui sia pure con moderazione perseguitò a lungo Chateaubriand, provano abbastanza chiaramente l'intensità della sua passione. F. d'altra parte se è vero che l'irrequieto René non chiuse con Giulietta la sua carriera galante, è altrettanto vero che Giulietta rimase sempre una specie di bisogno permanente e per ben trentun'anni egli non seppe farne a meno. Sarebbe stata una fortuna se avessimo potuto ricostruire da vicino questa storia rara e delicata. Purtroppo è rimasta in gran parte segreta. Chateaubriand, cavalleresco e gran signore, è stato sempre di un'estrema discrezione su tutti i suoi amori. Ed il posto accordato alla Récamier nci suoi Mémoires è puramente celebrativo. Dippiù egli prese tutte le precauzioni per sottrarre alla curiosità dei posteri quan to riguardava questo lungo capitolo della sua vita intima. Dal suo canto egualmente Mine Réeamier, pudica e riservata, desti nò al rogo una grossa valigia sulla quale era scritto « carte da bruciare senza leggerle », e la sua erede Mme Lenormant esegui scrupolosamente la volontà della defunta. In quelle ceneri rimasero per sempre sepolti i palpiti di René. Le 370 lettere raccolte oggi rappresentano solo l'edizione purgata del carteggio. Sono le lettere nelle quali è messo nell'ombra il dialogo sentimentale E per la maggior parte si riferi¬ tedmpddmPLqfedbgcqcrctbdilql'vpssvbssnnènsnlpvlbgdstga scono al periodo iti cui, supcrautramai la stagione delle tetnpe- ste, i due maturi amanti si inol-travano verso la vecchiaia e si riposavano in un'amicizia amo- rosa, tenera e quieta Chateau- brillivi prodiga qua una specie di adorazione mistica per Giù lictta. Non vi è lettera nella qua-le non si trovino frasi destinate a rassicurare Giulietta, che essa cd essa sola regna nella sua vita,che il suo sogno è di lasciare ogni affare per vivere e morireaccanto ad essa. «E' tempo chcio sparisca dalle scene del mon-do ed è solo presso di voi che troverò per i pochi giorni che mi restano il riposo e la felicità, che lino ad oggi ho domandato inutilmcntc al ciclo». «Siete sol- tanto voi e la più profonda soli-tudine che oramai mi abbiso- guano ». Invia dei versi, in cui si paragona a un naufrago che viene salvato da Giulietta « stella della sera, che dissipa l'uragano e conduce il naufrago su una riva incantata». Insiste: «il mio eterno ritornello è vivere per amarvi e dimenticare quest'epoca di decomposizione e di mi- •mulini i iiiiiiiiiiiitiiiitiiiiiiiiiiiiiiiii useris ». Frasi ripetute con una e- monotonia, che ha il sapore ai ol-juna galanteria convenzionale e si [cerimoniosa. Frasi bugiardissime, o- alle quali meno di tutti credette u- Giulietta, che conosceva bene il cie suo uomo, ne indovinava le inteù deità, ne subiva il carattere fura-1bplento e ne secondava le fiere te ambizioni. Resta tuttavia vero sa .che dovunque lo porti il suo Jcta,'stino itinerante. Chateaubriand re j non cessa mai di affidare ad ogni rei corriere, che cavalchi verso Pahcjrigi, un biglietto per Giulietta, n-1Ambasciatore a Berlino, a Loohe Idra ed a Roma, viaggiatore per he conto della duchessa di Berry a à, [Praga e a Venezia, esule a Coto Istanza, in ultimo instancabile diol- voratore di strade maestre in inli-Irò nei castelli di Francia, non o- dimentica mai colei che lo atteri- si ela no riio er oi- dc nella cella dell'Abbaye-auxbois. E quando la vecchiaia avan zata lo collocò definitivamente a riposo, come il poetico cherilo della leggenda greca, posò l'ala stanca su quella di Giulietta ed insieme scivolarono lentamente verso la tomba. Panfilo Gentile iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiMiiiiiiiitiiiiiiititiituiii II capo dei servizi postnli John Flxa riceve il primo carico di corrispondenze dai solduti americani prigionieri in Corea. Gli è accanto la madre di un prigioniero, iiitiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiili tu iiiMiiiiiiiiititiiiititiitiiitiiiiiiiiii

Luoghi citati: Berlino, Corea, Francia, Italia, Loohe, Praga, Prussia, Roma, Venezia