L'America di Pavese

L'America di Pavese L'America di Pavese Mi hanno raccontato questa I«tori». Un ragazzo nasce, per caso, in on paese delle Langhe. Ma ° figlio di una famiglia di coni- [mercianti; il padre, anzi, un ma- desto .funzionario statale. Picco- lo borghese dunque, e non con- tadino altro che nei ricordi spro- positati di chi voleva tirarlo a|sc da morto egli segue il corso-idi lettere dell'università torinese, e nella nostra città è cresciuto eIsi e formato. Sono anni bui: il | fascismo domina e governa, tut-j tavia in quella covata di adole- scenti, parecchi non sono fasci-1sti, e sentendosi soffocare, cercano nuovi orizzonti. Le generazioni che li hanno immediatamente preceduti, si sono modellate, secondo i gusti, sulla Germania, sulla francia, qualcuno — isolato e scontroso — sull'Inghilterra. Ora, la tradizione nazionale è intorbidata dall'agonia del dannunzianesimo, stravolta dalla retorica fascista, annebbiata dal gcntilcrociancsimo. Il prestigio della Germania, pur non ancora hitleriana, ha sofferto irreparabilmente dalla sconfitta Hel 1918; la Francia è sempre stata — e rimane — la culla del decadentismo, adesso ermetico; l'Inghilterra è lontana e diversa: i labouristi macdonaldiani son falliti alla prova, e i conservatori strizzali l'occhio a Mussolini. Cosicché, intorno al 1930, questi intellettuali di primo pelo, mentre il fascismo ("venta « la speranza del mondo», scoprono una « America pensosa e barbarica, felice e rissosa, dissoluta, feconda, e insieme giovane e innocente » e la esplorano. Per un decennio, leggono, scrivono, traducono: Caldwell, Gain, Dos Passos, Steinbeck, Faulkner, Sherwood Anderson, Saroyan, e persino il vecchio Sinclair Lewis, costituiscono lo « spiraglio di libertà ». 10 sfogo dell'indisciplina « morale e sociale » che travaglia i nostri ragazzi. I quali risalgono a Whitman, riabilitano Mark Twain, risuscitano Dreiser, e ci fanno conoscere due meraviglie: il Moby Dick di Herman Melville, l'Antologia di Spooti Rivcr, di Lee Mastcrs. Essi credono di vedere, sullo « schermo gigante » degli Stati Uniti d'America, il dramma che alla loro generazione è impedito di recitare in . patria. Non si chiedono, come noi allora ed ora, quanti dei presunti geni innovatori, siano dei cavalli di ritorno dalla scuderia di Zola e dei naturalisti francesi, oppure escano dalle praterie dove per secoli hanno galoppato i purisangue inglesi," fra simboli, peccati e penitenze del puritanesimo. Accettano tutto, e il titolo di un libro di Mario Soldati, America primo untore, spiegherà 11 perchè. Più tardi, un altro titolo: America amara, di Emilio Cocchi, segnerà l'inizio del periodo della riflessione; ci vorrà però il 1945, come testimonia Cesare Pavese ne La letteratura americana e altri saggi (Ed. Einaudi, 1952) per veder disperdersi il fascino, « l'ingenuo e sagace fervore » che li animava, e succedergli rancori e rimbrotti politici. Pavese e i suoi compagni non guardavano però solo agli autori d'oltre oceano; ragionavano a lungo di suicidio (e vi fu chi l'attuò) e di passioni. Una di queste, per una ragazza atletica che attraversava il Po per portar una gazosa ai meno sportivi, marchiò a fundo il nostro eroe. L'idillio fu troncato dall'arresto e dal confino: al ritorno, l'innamorato seppe alla stazione che, senz'attenderlo, la robusta amica s'era sposata, lasciandosi sfuggire su di lui un giudizio poco lusinghiero. Sbiancò in volto, gli cadder le valigie di mano. Fu il primo colpo, e la sfiducia ch'egli aveva nelle proprie doti galanti, nacque così. Forse sin d'allora, concepì, e indi portò a termine con l'ostinazione della razza, un anno dopo l'altro, un programma di vita: diventare uno scrittore famoso, conquistare un premio letterario, godersi una donna di classe e poi finirla. Doveva lavorare per vivere (Lavorare stanca) e si mise a tavolino assiduamente, tenacemente. I suoi libri mostravano, di volta in volta, una crescente maturità: egli vi gettava tutto di se, i sogni sentimenti, le immagini della realtà, il ritmo stilistico che io agitava, la solidarietà sociale con « villani, operai, sabbiatori, prostitute, carcerati, operaie, ragazzone », la polemica contro la borghesia decadente e l'umanesimo incancrenito, che col fascismo tenevano l'individuo come una mosca sotto un bicchiere Era un mondo cu,. », con dei « personaggi » che gli venivan fuori suo malgrado, gravati da un destino che quasi mai consen tiva loro una pausa di felicità, una sinfonia in nero suonata sui temi regionali dell'Antologia di Spoon River. A un certo punto, a intorbidar la musica, e ad ac crescerne la poesi,a sorse in lui il gusto per una mitologia barbarica, e ne son pieni i Dialoghi per Leticò, La luna e i falò, arte nuova e potente; e la terzi parte del recente volume, teorizzante ed oscura. Vennero alfine il premio lette rario, il soggiorno romano che consacrava il successo, e la donna a cui sono dedicate le quartine in inglese raccolte, con più antiche poesie, in un fascicoletto il cui titolo ha suscitato tante polemiche. La ragazza, potete figli rarvela riaprendo la Luna e i laln e rileggendo il ritratto dell'americana Rosannc; non m'im porta di sapere se il dipinto è di prima o dopo l'incontro, e rasso-l miglia; indovino che quello era il tipo. E di contro, vedo Pavé- ! se, povero tutta la vita, spilun-jgeme, dal gran naso sul volto af- filato, tentar di giostrare in niun- dane delizie, impacciato e incon- eludente come in gioventù con le donne, e capisco il suo ritor ! imre alle elucubrazioni suicide di quando andava in collina oL sul -fiume coi compagni, mentre traccia il last blue, l'odicina del- l'ultimo idillio « T was only ai flirt - You sure did me cine was hurt - ;now -,So- me one was hurt - Long time ago... » («Era soltanto un flirt - Certo voi lo sapete - Qualcun fu colpito - Molto tempo fa...»), L'idea della morte già avvenuta c scontata, e insistente, nelle po- che quartine: «Some one has.ld.ed », qualcuno e morto, che cercava, senza riuscirvi di tra- var un senso alla vita. (E qui si vede che .1 suo militar in un par- tito. le sue preoccupazioni socia- li. erano state una velleità fra le tante, una generosa illusione). I versi recan la data dell'i 1 ' ^k?^^apÈ» di soli quattro mesi. Ne La bclla\estate si leggeva: «Non c'è niente che sappia di morte più1 del sole d'estate, della gran luce, della natura esuberante... » e ìa descrizione del giardino della stazione ch'egli poteva vedere dalla camera d'albergo, dove si uccise nell'agosto. Scrittori di! novelle e amatori di pettegolez-j zi, politicanti, si gettarono bra-i mosi sulla tragedia. Chi mi hai fatto questo racconto tacque allora, ma indagando cominciò a tessere una spiegazione biografico-psicologica che (avuto ri-i guardo alla delicatezza di certi particolari chc mi sono limitato! a sfiorare) mi sembra verosimile, e m'auguro possa un tempo esser! riconosciuta vera, alla luce delle testimonianze e delle confidenze, dei documenti di cui si potrà, con il passar degli anni, disporre. II principe dei biografi inglesi, John Aubrey, narra in una delle sue Vite chc Lord Middleton e il suo scudiero Bocconi si erano accordati onde il primo dei due IIIIUIIIIIIIIIIIIIIIIIIllllllllllllllllllllllllllllllllll L'attrice Glorili Saunders nel nuovo film « Neve rossa » che ha per sfondo il paesaggio dell'Alaska. llllllllllillllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll lche a morte venisse, presentarsi dovesse al superstite. Lord Alid- ! dleton, fatto prigioniero in liatjtaglia era rinchiuso nella Torre di Londra quando gli apparve Bocconi, «e chiestogli se vivo o defunto questi fosse, rispose che era uno spirito, e predisse a Mid ! dleton che entro tre giorni egli sarebbe fuggito dalla forre ,iclL vesti della moglie, il che poi avvenne. Dato il messaggi' fantasma f i disse: ece uno sgambetto. ^ «Givanni, Givanni, 't is very strange - In the world to scc S() SU(jdcn a changc „ (((Gio. v;,nni, Giovanni, come stra- no, - Veder nel mondo un si improvviso cambiamento! ») poi sp;lrì ». Questj proc]jgj non usa no c me llc d„lg„: al pari ljj Lord Middleton, gli amici di pav£Se vorrcbbcro ch'egH po tcs,c ,„„,„ „„„ volta apparire fa dj ,oro> dichiarare sé la-I storia chc UMO di cssi mi ha „„.' rat0j è be„ ,a sua . . _ . Arrigo Cajumi ' "■••■■••••i iimimiiicmìiiiitiiiiiiiii iimi Marthe Richard ha avuto a Parigi il -premio « Tabou » per il suo libro « L'appel des sexes ». La signora Richard ebbe particolare notorietà or è qualche anno per aver sostenuto in Francia la stessa tesi della senatrice Merlin nel delicato problema delle case troppo ospitali. iiiimiiiinmi min llilliililililllll ■■■llMillllllllliilllltlllllillMUtiiiiiiiltliilllliiMllliil