Egidi di fronte allo scoglio della confessione

Egidi di fronte allo scoglio della confessione L'ASSASSINIO PI ANNARELLA Egidi di fronte allo scoglio della confessione L'imputato dovrà provare che gli fu estorta con la violenza - Dubbi e incertezze dall'alibi alla causale del delitto - Ancora cinquanta testimoni da ascoltare Nostro servizio particolare Roma, lunedi mattina. Sette udienze, un sopraluogo, una trentina di testimoni Interrogati (compresi coloro che si sono costituiti parte civile) e molte zone oscure ancora da chiarire: ecco il consuntivo con cui Lionello Egidi si appresta ad affrontare la Seconda fase del processo. Un consuntivo che, In linea di massima, non si può dire gli sia del tutto negativo. Il « biondino » ha da superare, però, ancora un duro ostacolo: la confessione. ' Deve dimostrare, cioè, che quei due o tre verbali in cui si racconta come il delitto è stato consumato, e che recano in calce la sua firma, gli siano stati estorti in questura con la violenza. Una dimostrazione non facile, come si può comprendere, che le parole dell'imputato (e per di più di un imputato come Egidi) hanno un valore molto relativo. • Occorre « provare » che nelle indagini vi sono tante lacune, tante incertezze, tante incoerenze da inficiare la stessa attendibilità della confessione. Non è molto semplice, ma non è impossibile. Che la difesa abbia questo piano da sviluppare Io dimostra il fatto che già dalla ultima udienza ha tentato di illustrare il particolare stato di animo di chi, allora, venne incaricato di « individuare » l'assassino di Annarella. Uno stato d'animo complesso, con una opinione pubblica che, fremente di sdegno, premeva in ogni modo sulla polizia perchè < il responsabile » venisse assicurato alla giustizia. E la fretta, si sa, può, essere sempre cattiva consigliera. D'altra parte è innegabile che lacune, incertezze, incoerenze, qualche volta anche illogicità, nel corso delle indagini si trovino ad ogni passo, quasi rendere più ingarbugliata una matassa già non troppo facilmente districabile. Se questo non fosse vero, dopo sette udienze, e soprattutto dopo l'interrogatorio e le spiegazioni dei maggiori funzionari di polizia che hanno perseguito l'Egidi sin dal primo giorno, non vi sarebbe più alcun dubbio sulla responsabilità di colui che, secondo la procedura, è accusato di aver ucciso Annarella. Cosa, infatti, 1 « colpevolista hanno guadagnato dopo una settimana di lavoro? La conferma che Lionello Egidi ha < confessato > il proprio delitto dinanzi a quattro funzionari della Squadra Mobile, dinanzi al Questore di Roma e ai Procuratore della Repubblica dott. Aromatisi, chiamato d'urgenza a San Vitale nel cuore della notte, usando una procedura che per lo meno è fuori dell'ordinarlo. Un particolare che ha la sua enorme importanza, ma sul quale non si avevano dubbi. Per il resto, invece è tutto in discussione: dell'alibi dell'Egidi, alla causale del delitto. Il cammino che • ci separa dalla conclusione del dibattimento e ancora lungo. Vi sono da prendere in esame quasi cinquanta testimoni e non è improbabile che, nel corso dell'indagine, nella speranza di chiarire una situazione piuttosto oscura, si senta il bisogno di ascoltarne dei nuovi. E cosi dovranno ancora essere ascoltati il questore Polito e un altro commissario di P. S., il dott Angilella; i medici che visitarono l'Egidi subito dopo la confessione (sarà un ostacolo piuttosto difficile da superare, che da costoro si potrebbe avere la prova che le violenze delle quali si è parlato sono frutto di una fantasia sbrigliata), persone che dovrebbero deporre sull'alibi e su alcune circostanze di contorno, dalle quali si potrebbe poi risalire al quadro generale della vicenda e, infine, 1 giornalisti e i fotografi. Su costoro la difesa non è improbabile baserà qualcuna delle sue armi migliori: furono i giornalisti e i fotografi gli unici, infatti, che ebbero la possibilità di avvicinare o per lo meno vedere Lionello Egidi in Questura il giorno dopo la confessione, ed essi sono in grado, oggi, di riferire in quali condizioni era il cbiondino». Infine vi1 sarà la battaglia intorno alla «generica», termine tecnico per indicare l'esame del cadavere e le cause della morte. Una battaglia im portante, interessante e forse decisiva. Un programma, quindi, vasto, che forse supererà ogni previsione. Ma naturalmente non è la questione del tempo che può impressionare: vi è un uomo sul quale grava pe sante l'ombra dell'ergastolo e chi deve pronunciare un giudizio, che potrebbe essere quello definitivo, ha il diritto alla riflessione e alla calma, Certo è che molto probabilmente la settimana che si ini zia oggi sarà quella cruciale per Lionello Egidi. 4

Luoghi citati: Roma, San Vitale