90 mila ettari invasi nella zona di Rovigo
90 mila ettari invasi nella zona di Rovigo 90 mila ettari invasi nella zona di Rovigo La città sempre circondata dalle acque - Lievi accenni di miglioramento - Un bimbo di otto mesi da un paese all'altro col nome e cognome scritti sul polsino della camiciola Zona di Rovigo, lun. mattina. Nell'alto e medio Polesine 11 Po scorre lentamente, diminuisce, sta arrivando al livello delle brecce. A Rovigo, a Fratta Polesine, a Castelgugllelmo e a Pincara, le acque si sono abbassate di 70-80 centimetri. Infuriano Invece ad Adria dove nel vecchio centro della città, su una lista di terra asciutta, gli aviatori di Treviso lanciano viveri e medicinali. Ma c'è un lieve accenno al miglioramento delle condizioni generali di questo malato che si r'.lama Polesine. Non è molto se si pensa che dei 180 mila ettari che costituiscono la provincia di Rogivo circa la metà è invasa, tormentata, imprigionata dalle acque. Sabato sera, quando un'automobile con l'alto parlante cominciò a girare in piazza, gridando che bisognava sloggiare subito per la nuova rotta dell'Adlgetto, i « comacchiesi » di Rovigo prima si spaventarono poi decisero di non muoversi. Circondata dalle acque che l'hanno ormai privata della periferia Industriale e degli edifici più nuovi, ridotta al suo antico nucleo cittadino, Rovigo è una « Cornacchie- > che il Po ha creato a 40 chilometri da Padova. Al pari dei comacchiesi, questi «rodigini ad oltranza» spiano la loro laguna, la studiano e la controllano con la speranza e il calmo coraggio di quel marinai emiliani di terraferma. Quando l'Adigetto aveva rotto a Belfiore a tre chilometri dalla piazza, il magistrato delle acque ingegnere Tortarolo si era spaven tato; tutti in questi giorni han no i nervi scossi per la stanchezza e per il peso della responsabilità. Qualcuno propose di suonare le campane a martello ma ne fu sconsigliato. Erano le 15, 1 rodigini dormivano al riparo di quei bassi muretti che ciascuno ha alzato sulla soglia di ogni stanza a terreno Si svegliarono, aspettarono, ma vedendo che l'Adigetto non entrava in piazza, decisero di non muoversi e di non dargliela vinta. Ieri mattina Einaudi ha premiato oltre tutto, con la sua presenza,, questi intrepidi custodi della vecchia Rovigo < asciutta ». Per ogni evenienza, tuttavia, Rovigo ha alle proprie spalle una forte riserva di autocarri, una colonna che si prolunga ormai fino a Monselice e che congiunge la città del fronte alla prima città del retrofronte Monselice è, infatti, il primo centro di smistamento dei profughi di Rovigo, il primo ospedale per 1 malati, il primo ospizio per i vecchi invalidi costretti a ramingare, il primo luogo di adunata delle bestie salvate dall'acqua e delle imbarcazioni di ogni parte d'Italia che nell'acqua si preparano (i scendere. Oggi oltre alle barche del canottieri piemontesi, abbiamo visto, ad esempio, fermi sulla strada, anche 1 pattini di Viareggio dal colori civettuoli. Ma Monselice non è soltanto questo: è la prima grande famiglia, affettuosa e generosa, che accoglie 1 pellegrini di Rovigo. Ieri un sacerdote di Rovigo mandò all'ospedale di Monselice un bimbo di otto mesi, col nome e cognome scritto sul polsino della camiciola. Il bravo prete non poteva assolutamente muoversi dal paese dove si trovava, a causa delle acque, non aveva altro mezzo per far giungere a destinazione e al sicuro quel delicato «pacco»; mai medici di Monselice, che si sono abituati a non sorprendersi più di niente accolsero il bimbo, lo rifocillarono, lo scaldarono e ora lo hanno messo in un comodo Iettino. Il municipio, le scuole, l'asilo, le case private, le case di cura, perfino il Canapificio di Monselice sono a disposizione dei profughi. Pernumia, un paese a quattro chilometri da Monselice, ne ha ospitati subito 400 che provenivano da Occhlobello, da Frassinelle, da Polesella, da Arquà, da Borsea, cioè dal luoghi più colpiti. Il comitato comunale di emergenza non ha dovuto molto preoccuparsi nè per l'alloggio nè per il vitto; 806 su 400 sono stati accolti e, anzi, contesi anche dai più poveri, perfino dai disoccupati. A Pernumia si è stabilita l'Intera famiglia di Arturi Trldello di Frassinelle: 30 persone. I Tridello erano fino a pochi giorni or sono degli agiati agricoltori. Oggi sono privi di tutto anche dei vestiti, ma la generosità di Pernumia ha un poco attenuato il loro dolore. Un contadino, Angelo Zecchin (12 in famiglia) ha voluto, in casa propria, ad ogni costo, ben 16 persone sacrificando per esse i Ietti, le brande, i. materassi, tutto. Romeo Berlin ne ospita e ne nutre sette; un ex-sergente di aviazione Romeo Banzato, ha adottato una bimba di due mesi, e un altro ha aperto la porta a dodici Zampini che si sono salvati gettandosi dalle finestre sulle barche. Anche qui scuole, asilo, refettori, sono per gli sventurati reduci dalla laguna polesana. L'altoparlante' del Comune trasmette In piazza l'elenco delle offerte pro-profughi e i nomi dei donatori per destare l'emulazione tra i paesani, e la gara è riuscita. Del locali pubblici solo il cinematografo è rimasto aperto, ma perchè 1 profughi che vi hanno ingresso gratuito, possano svagarsi, dimenticare in qualche modo l'incubo del Po. Occorre notare che Pernumia è un piccolo paese di tremila anime con circa 500 disoccupati permanenti. Giorgio Vecchietti
Persone citate: Angelo Zecchin, Arquà, Arturi, Einaudi, Giorgio Vecchietti, Ietti, Romeo Banzato, Romeo Berlin, Tortarolo
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