Merlo sul circuito di Bra precede Carrù d'un metro

Merlo sul circuito di Bra precede Carrù d'un metro Merlo sul circuito di Bra precede Carrù d'un metro L'emozionante arrivo dei 2 sidecar* - Ubbiali si afferma tra le 125 DAL NOSTRO INVIATO Bra, lunedi mattina. Si temeva un fiasco ed invece è stato un gran successo, una giornata densa di emozioni, animata dalla combattività dei corridori ed incerta nei risultati fino all'ultimo metro di gara. Trattandosi della terza ed ultima prova dei campionati italiani per piloti di motoleggere ed equipaggi di sldescara, il Gran Premio di Bra doveva decidere l'assegnazione delle due maglie tricolori. Pochi iscritti avevano risposto all'appello, quattordici in tutto. Per protesta contro la federazione motociclistica italiana, la marca M.V. era assente; motivo: a Ferrara la seconda prova del campionato delle motoleggere venne interrotta a causa della caduta quasi collettiva in cui perirono Guido Leoni e Raffaele Alberti. La classifica fu poi decisa tenen- egbbUtldMtvnccudr do conto delle posizioni prima che i corridori fossero fermati. La M.V. si è ritenuta danneggiata dal provvedimento; di qui il suo ritiro da Bra. Restavano in campo le squadre della Mondial e della Merini, due formidabili competitrici, ma il gruppo dei sei concorrenti sembrava troppo esiguo per promettere al pubblico un sufficiente interesse spettacolare. La tortura di un caldo ossessionante contribuiva ad aumentare il pessimismo dei cln quemila spettatori, che rim piangevano il perduto pisolino pomeridiano, attendendo l'inizio della gara trafelati dall'afa e ingurgitando bibite a garganella. Alle 15 venne data la partenza e d'incanto tutto cambiò, il timore della noia scomparve. Ebbe inizio una lotta al coltello tra il campione italiano Ubbiali conduttore di una Mondial e il giovanissimo Mendogni pilota di una Morlni mentre il bolognese Luigi Alberti si fermava dopo poche centinaia di metri essendosi sgonfiata una gomma della sua Mondial. Gli altri concorrenti (Zinzani e Z ari zi su Morlni e Baldini su Mondial) rimanevano quasi subito staccati e fuori dalla lotta per il primato. La gara era lunga 18 giri del veloce, difficile e pericoloso circuito non completamente asfaltato, un circuito di sei chilometri, con due rettilinei e diverse semicurve abbordabili a tutto ™a.s Ubbiali e Mendogni battagliarono per dodici giri l'uno alla ruota dell'altro, a e i a i e i o e i e i , scambiandosi frequentemente le parti della volpe che fugge e del cane da caccia che insegue: al 1° giro conduceva Ubbiali, al 2» Mendogni, al 5° Ubbiali, al 6» Mendogni, all'8° Ubbiali il quale a questo punto dava l'impressione di accelerare l'andatura per liberarsi del tenace e giovane rivale. Mendogni però non perdeva»} terreno. H pubblico non pensava più al pisolino pomeridiano nè al caldo e si agitava nelle curve e dalle tribune, ad incitare l'avvincente duello. Ma al 12° giro Mendogni in una curva perdeva il controllo della macchina, rotolava a terra senza farsi nient'altro che un po' di male ad un avambraccio, però la forcella della moto era contorta dall'urto. Mendogni doveva ritirarsi. Ubbiali proseguendo nella sua impetuosa volata compiva 1 rimanenti sei girl e vinceva la gara, conquistando di nuovo il campionato italiano. Effettivamente, anche nel 1951, il bravo corridore bergamasco è stato nel complesso il più regolare come rendimento e il più meritevole del titolo La Mondial, marca campione del mondo, aggiunge un nuovo alloro alla sua imponente collezione di trofei. Ieri si è visto tuttavia che, per circuiti scabrosi come quello di Bra, la Morlni ha compiuto ottimi progressi. Mendogni si è riconfermato la grande rivelazione del motociclismo italiano. Fino a pochi mesi addietro era assolutamente uno sconosciuto, era soltanto il fattorino di una agenzia motociclistica di Parma. Concittadino di Masetto, il poco più che diciottenne Mendogni ha del campione assoluto del mondo la stessa aria sbarazzina, la medesima sagoma esile e smilza di ragazzino « peso mosca » e — soprattutto — una gran disinvoltura nel pilotare i bolidi a due ruote, La successiva corsa dei sidecars triplicò le emozioni l'interesse agonistico. Subito al primo passaggio (la gara era anche qui di 18 giri) si staccavano nettamente avanti agli altri Milani Albino, Merlo, 11 campione italiano Frigerio — prossa e tradita sorpresa per il pubblico piemontese — il torinese Carrù con la macchina da lui stesso costruita, Si andò avanti cosi per un pezzo, dieci giri passarono che, avvinti dallo spettacolo, nemmene ce ne accorgemmo. Merlo, anch'er.~o di Torino, si prodigava con le unghie e coi denti per battere finalmente i suoi acerrimi avversari Milani e Frigerio. La lotta tra loro tre si svolgeva ad armi pari, su macchine Gilera-Saturno, dal rendimento quasi identico. Poiché i tre equipaggi si equivalevano in ardire, le posizioni tra Merlo, Milani e Frigerio cambiavano di continuo. Poi Milani rimase un po' staccato, preferendo forse una tattica prudente: nella classifica del campionato egli era primo con un vantaggio di 10 punti su Frigerio e di 15 su Merlo. Gli bastava terminare la gara in discreta posizione per essere sicuramente campione italiano Merlo e Frigerio lottavano Invece strenuamente alla ricerca di un successo di prestigio e di una personale soddisfazione ed anche sperando, agli effetti del campionato, nel ritiro di Milani per un guasto qualsiasi. Ed ecco, improvvisamente, con uno slancio che fece balzare in piedi il pubblico dalle tribune, eccQ_al 10° giro arrivare Carrù come un fulmine e superare sia Merlo che Frigerio. Nella furibonda mischia Ile mtcrcsdtdplu macchine si sfioravano, con i temerari sidecaristi protesi, come acrobati, fuori dei carrozzini) la moto di Frigerio cedette e il campione italiano si vide costretto al ritiro. Restarono Carrù e Merlo a duellare in maniera avvincente sino alla fine, sin sulla linea del traguardo, In una volata a centocinquanta all'ora. Merlo prevaleva per circa un metro e la vittoria di Bra è per il valoroso « asso » torinese il giusto premio, la consolazione ad un'annata che non gli è stata prodiga di fortuna. Il vincitore ed il suo sidecarista Magri, « fegato da leone «, ricevevano il commosso abbraccio di papà Clemente, il babbo di Merlo, che fu campione italiano di motociclismo per tre anni, prima dell'altra guerra. Ma grandi applausi toccarono meritatamente anche a Carrù, a questo anziano e modesto corridore sempre sulla breccia, con una passione sportiva e meccanica commoventi, sfortunato e indomabile ed a volte anche bistrattato, ri sue cesso di Bra è stato per lui una impagabile soddisfazione. La maglia tricolore dei sidecaristi passa da Frigerio ad Albino Milani, terzo arrivato con comprensibile prudenza. Il titolo di marca resta alla Gilera ed è la conferma ad un lungo dominio. Dino Zannoni Questi i risultati Classe 125 cmc: Km. 108: 1. Ubbiali (Mondial In 1 ora, 11' 58" e 2/5 alla media orarla di Km. 90,038 ; 2. ZI mani (Morlni) 1 13' 19"4/5; 8. Baldini (Mondial) 1 13'51"; 4. Zanzl (Morlni) fermato al 15o dei 18 girl della gara. Categoria sidecar» : 1. MerloMagri (Oliera Saturno) Km. 108 in 1 ora, 11' 22"l/5 alla media orarla di Km. 90,784 ; 2. CarrùMnssa (Carrù) 1 11' 22"2/5; 3. Albino-Milani (OUera Saturno) 112' 85"2/5; 4. Marcelli (Oliera) 11 giri so 18; 5. Prati (Olirvi) 15 girl; 6. Foggi (Oliera) 15 girl. Classifiche finali del « Campionato italiano 1951»: classe 125 cmc: 1. TJbbiali (Mondial) p. 55; 2. Zinzani (Morlni) 86; 3. Mendogni (Morlni) 22; 4. Zanzl (Morlni) 14. Sldecars: 1. Albino-Milani (Oliera) p. 42; 2. Merlo (Oliera) 36; 3. Frigerio (Oliera) 22; 4. Galblati (Guzzi) 21; 5 Carrù (Carrù) 19. Ubbiali (n. 2) supera Mendogni e si avvia verso II successo nel Circuito di Bra.