Caccia con la violenza il marito che le ha riconosciuto il figlio

Caccia con la violenza il marito che le ha riconosciuto il figlio Caccia con la violenza il marito che le ha riconosciuto il figlio Trovalo piangente su d Nella notte di Santo Stefano una pattuglia della Questura percorreva il corso Vittorio Emanuele allorquando, poco prima di corso Galileo Ferraris, gli agenti scorgevano accasciato su di una panchina, un uomo dì mezz'età, decorosamente vestito, che si teneva il capo fra le mani e aveva le spalle scosse dai singulti. Un maresciallo gli chiedeva: — Si sente male? — No... — balbettava l'uomo — mia moglie mi ha cacciato da casa... Il disgraziato era tanto inebetito che gli agenti lo accompagnavano in Questura, dove, con cautela, un funzionario poteva interrogarlo sul suo dramma. L'uomo — un impiegato di 37 anni — s'Innamorava perdutamente, otto mesi fa, di una ra- mobitcolLle la sciDala mesa,noconmoditnovaal tastenqucaaffgazza. tale Olga Manovella di 22 pavanni: una magnifica figliola, bion- jdeda, alta, forte. La Olga accettava po di sposarlo, ma gli metteva una condizione: quella di riconoscere per suo un bambino, Augusto, e risglielie essa aveva avuto tre anni pri- vilma da un giovanotto di Milano. ; gaL'impiegato era cosi esaltato dal- d: la violenta passione che rispon- Sdeva di si. Si univano in matri- vaIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIM I II 1 i una panchina la n monio e intanto egli iniziava subito le pratiche per far del piccolo Augusto suo figlio. La comunicazione del Tribunale in senso affermativo — che cioè la sua paternità era stata riconosciuta — giungeva il 21 dicembre. Da quel momento il contegno della Manovella cambiava radicalmente: diventava aspra, altezzosa, freddissima. La aera del giorno di Natale avveniva fra i due coniugi uno scontro violentissimo. La giovane donna, con inaudita sfrontatezza, gli gridava che non l'aveva mai amato, che l'aveva sposato solo per dare un padre al bambino; e che non s'aspettasse da lei alcuna effusione di tenerezza, se non di quando in quando. Il disgraziato marito cercava di reagire, ma la Olga lo afferrava per il colletto e lo sca- paventava sul pianerottolo, chiudendogli poi l'uscio in faccia. Do po aver invano suonato e bussato e Implorato, non ottenendo altra risposta che «Vattene! Non ti voglio più vedere! », l'infelice, av¬ vilito e piangente, aveva girova gato per la città ed era finito su d: una panchina di corso Vittorio, Subito un sottufficiale si reca va, con l'impiegato, dalla donna. I II 11111111111111 T111111 ti 1111111 111 111 [M1111 t M [ otte di Santo Stefano Ma costei si mostrava irremovibile: detestava il marito, non voleva più vederlo, ogni accordo con lui era impossibile, non l'aveva mai amato ecc. eco: Ora l'uomo, esasperato, s'è recato da un legale per la separazione. E tenterà anche — cosa ben più difficile — di ottenere il disconoscimento di paternità. Si ristabilisce il monopolio nella distribuzione del latte? Il consigliere comunale Emilio De Marchi ha dato ieri le dimissioni dal Consiglio di Amministrazione dell'Ente comunale di Consumo che gestisce il Centro Latte. In una lettera inviata al Sindaco, egli spiega che non può approvare quella posizione di monopolio che ora si vuol nuovamente concedere all'organizzazione dei grossisti (Atlai) mentre prima si era pubblicamente dichiarato che si sarebbe instaurata la libertà di commercio. Il fatto è che — precisa il consigliere De Marchi — nonostante le dichiarazioni più volte pronunciate, nessuna altra fonte si è detta in grado di fornire il latte alla città. La libertà, concessa in particolari condizioni, non è dunque servita, 11 111 II 111 liti 111M111111T11111 ti 111111MI [11 ! t(l 111 II I ! 1 il

Persone citate: De Marchi, Emilio De Marchi, Olga Manovella

Luoghi citati: Milano