Ora Ettore Grande è definitivamente libero di Gigi Ghirotti

Ora Ettore Grande è definitivamente libero NESSUN RICORSO PRESENTATO Ora Ettore Grande è definitivamente libero A passeggio per le vie di Bologna • I salotti se lo contendono (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 18 dicembre. H termine legale è spirato senza che nessun usciere dal terzo piano di palazzo Baciucchi sia sceso al secondo con un plico < raccomandato a mano > per il cancelliere della Corte d'Assise all'indirizzo della suprema Corte di Cassazione in Roma. Non c'è stato il ricorso: i tre giorni rituali sono trascorsi e questa è forse la prima notte che Grande dorme perfettamente libero e tranquillo, fuori del carcere. Egli è sicuro ormai che la sentenza dì Bologna non corre più rischio di essere modificata. AI terzo piano di palazzo di Giustizia ha sede il quartier generale della pubblica accusa: stamane davanti allo studio, del P. G. c'erano diverse persone a consultare febbrilmente l'orologio. Si raccontava che l'difensori sono giunti in cancelleria con cronometri svizzeri e il notaio al fianco per controllare al secondo il rispetto delle 72 ore sacramentali concesse all'accusatore per il ricorso. Arrivò anche l'aw. Stoppato, con una nube di preoccupazione sul volto. Il patrono di Ettore Grande si aggirò per i corridoi, attese 11 mezzogiorno e quando vide il dottor De Mattia uscire dallo studio di S. E. elegante, impassibile, calmissimo, scrutò quel passo e capi che non era più da attendersi nessuna sorpresa. Tornò a casa raggiante, piantò in asso i clienti e decretò vacanza ai suoi sostituti e collaboratori di studio per tutto il pomeriggio. La sentenza per Grande è ormai passata in giudicato: quel che è scritto è scritto, irrevocabilmente. Il patrono di P. C. Marchesini non ha espresso alcun commento: < Sarà interessante leggere la motivazione della sentenza». H presidente Gervasio ha detto: < Per Grande è finita, non per me. Ora devo stendere la motivazione; ancora un mesetto di lavoro; saranno 300 o 400 pagine; forse dovrò chiedere una proroga > Le ragioni per impugnare la sentenza di Bologna sono state effettivamente vagliate con estrema attenzione in questi tre giorni dal magistrati della Procura Generale, ma l'esame si è concluso con un nulla di fatto. Ciò si deve soprattutto all'abile condotta del presidente Gervasio nel processo. Egli doveva muoverei sulla strada indicata dalla Cassazione, che nel cestinare le precedenti sentenze di Torino e di Novara aveva espresso le sue critiche e fissato le direttive per un dibat timento perfetto. Roma chiede va di approfondire l'analisi psi cologxa dei due protagonisti. Gervasio ha ammesso testi che riferirono voci e apprezzamenti del tutto soggettivi. La Cas sr'.ìone pretendeva "che anche sul clima di Bangkok e sulle sue conseguenze psicofisiche i giudici fossero illuminati: il Presidente l'ha accontentata facendosi persino raccontare la storia del mataglan. Ancora, la Cassazione respinse la « insufficienza di prova » deliberata a Novara perchè, essa ammoniva, « compito del magistrato è rispondere sì o no ai due quesiti: si tratta di reato? l'accusato è responsabile?». Il commendator Gervasio non ha voluto rinnovare il gesto di Ponzio Pilato nemmeno nell'esame delle perizie, ricordando a sè e al colleghi della Corte che il giudice è il < peritus peritorum». Così Gervasio ha legato le mani agli accusatori e ha dato un verdetto che — se non accontenta tutti — per lo meno chiude definitivamente l'interminabile episodio giudiziario. Oggi Grande è stato ospite del colonnello D'Amico, un in timo della famiglia. Ha passeggiato lungamente per le vie di Bologna, ha fatto qualche piccola spesa. E' entrato pure dal barbiere, che appena l'ha riconosciuto ha tremato per la emozione. A contropelo terminato, il buon barbitonsore non voleva nemmeno essere pagato. Nel pomeriggio, Grande ha rinnovato la visita ai domenicani che ospitano suo padre. Domani si recherà a Forlì in visita al ministro Umiltà e alla sua signora. La visita era prevista per oggi, ma evidentemente Grande ha voluto rimanere a Bologna per veder spirare, vicino al Palazzo di Giustizia, l'ultimo minuto pericoloso per la sua assoluzione. Non è ancora deciso per la partenza: i salotti bolognesi se lo contendono. Grande parla volontieri di cose estranee alla tragedia; racconta di quando gluocava al foot-ball nelle riserve del Genoa. Stamane si è svegliato alle 8. « Credevo fosse mezzogiorno », ha detto alla buona signora Lenti che lo ospita nella sua casa con premuroso affetto. Gigi Ghirotti

Persone citate: D'amico, De Mattia, Ettore Grande, Ponzio Pilato