Il dramma dell'amore condusse Vincenzina al suicidio

Il dramma dell'amore condusse Vincenzina al suicidio LA DIFESA DELL'AVV. STOPPATO AL PROCESSO GRANDE Il dramma dell'amore condusse Vincenzina al suicidio Breve arringa dell'on. Villabrinia di P.C. che riafferma la tesi dell'uxoricidio (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 12 dicèmbre. — Ho i! privilegio d'essere stato il primo patrono della famiglia Virando — ha detto l'aw. Villabruna Iniziando la sua breve arringa. — Da 13 anni assisto questa famiglia sventurata, e l'accompagno nel suo indescrivibile calvario. A Torino e a Novara ho sostenuto 1 accusa contro Ettore Grande, profondamente convinto della sua responsabilità. Non ho da modificare questa convinzione, che si è più profondamente radicata nel mio animo. Non siamo qui per compiere opera di vendetta, siamo qui per riabilitare la memoria di Vincenzina Virando, per dimostrare la impossibilità morale e materiale del suo suicidio. Dimostrata l'impossibilità del suicidio, ne consegue la responsabilità di Ettore Grande come autore dell'omicidio. A Torino e a Novara, l'ipotesi di un omicidio commesso da un terzo non è stata nemmeno sfiorata. Questo aggressore fantasma che alle 7 entra in camera di Grande e con l'arma di Grande inizia il massacro di Vincenzina e rimane nella camera a perfezionare il massacro dopo che il marito è in allarme: ipotesi inconcepibile, assurda, sconfessata nelle prime due edizioni del processo. Qui è mancata purtroppo la parola del F. M., magistrato insigne, al quale a nome di tutti rivolgo vadamrevcovesicuurisaplarebsètegnnpvmcgPfsclaEtdftil oiù fervido augurio per una | eprónta guarigione. La brevità della sua requisitoria è stata l'omaggio più ambito alle arringhe dei colleghi Caron e Marchesini. Egli ha concluso con una richiesta mite, con una condanna che permetterà all'imputato di tornar libero. »ftn ce ne rammarichiamo. A mia volta rinuncio senza alcun rimpianto all'arringa ma non posso dimenticare per quali ragioni la Cassazione ha annullato la sentenza di Novara. Per un esame più completo delle condizioni psicofisiche di Vincenzina Virando e, soprattutto, per stabilire se alle 6 ferite nel collo della vittima corrispondono 4 colpi di pistola dei quali ECcCtvsmsTqdtlzltaVdgtpuno alla gola, da cui dei ivereb- ; vbe. una impossibilità fisica di j suna azione suicidiaria; per la| snecessità di tale accertamento — peritale abbiamo dovuto rassegnarci a vedere straziati per la terza volta 1 poveri resti di Vincenzina. Il responso di tre scienziati ha rafforzato le risultanze delle prime due perizie d'ufficio. Ecco perchè rinuncio alla parola, perchè due eccellenti colleglli che mi hanno preceduto hanno già detto tutto quanto c'era da dire sulla causa. — La parola è alla difesa — dice il presidente. Si alza l'aw. Stoppato. La campana ora cambia suono. Ettore Grande, sul cui viso le sbarre tracciano una irreale rete di rughe, si rianima. Nell'aula straordinariamente gremita, il pubblico si fa attentissimo. « Matrimonio scombinato » — La possibilità morale e la ineluttabilità del suicidio di Vincenzina Virando esistono pienamente — comincia l'avvocato Stoppato. — Considero con profonda tristezza la sua fine e le domando venia se dovremo scrutare nei suoi atteggiamenti morali. All'aw. Caron dirò che noi non abbiamo prodotto le votazioni di Vincenzina Virando in prima elementare ma quelle riportate all'esame di licenza del terzo corso di awiamento professionale che non conseguì. Come risulta da questo certificato ebbe 3 in italiano, 6 in storia, 3 in francese, 4 in scienze, 4 in computisteria, 7 in disegno e non si presentò affatto all'esame di matematica. Nel giudizio dato dalle suore Caron si è fermato all'espressione: «Tipo amorfo; non ha detto però che seguiva la frase: «con manifestazioni di stranezze >. Al momento del matrimonio, il signor Ignazio Virando disse ad Ettore Grande: «Prendila con le buone, non prenderla mai di punta >. Da altri Vincenzina è stata descritta come energica, risoluta, impulsiva. Era sportiva, si, ma fra gli sport praticati c'era addirittura il pugilato. Lei stessa così si definisce nella lettera del 2 agosto: «Vi ricordate della vostra indisciplinata e ribelle figliola? >. Quella l'avvocato Caron la chiama « lettera della crisalide aperta al volo », io la chiamo la lettera dei baci perduti. In una inchiesta svolta dal maresciallo dei' carabinieri Capuzzo è detto che era considerata strana, che si avventava sulle paste, che non mangiava in casa perchè temeva di essere avvelenata ». Questo timore se lo porta a Bangkok; in una lettera scrisse « Ora vado in cucina perchè temo che mi avvelenino ». A Nervi, dove fu ricoverate in una clinica, Vincenzina una mattina fuggi in camicia. — E' falso — dice Arnaldo Virando, scattando. — Se non è stata lei, è stata la zia Cari. — Falso anche questo. E' stata la zia Rosetta morta 16 anni prima. — Comunque, dello stesso sangue. — E non si trattava di una cllnica per malattie nervose ma di una pensione tanto che c'eravamo tutti. — Tutti no. E' troppo. Che cosa può dire comunque la P. C. del tentato suicidio della sicnorina Carolina Remondini? Come si può rilevare dalla copia dei giornali torinesi del 16 luglio 1908, la sedicenne Carolina si buttò nel Po a scopo suicida all'altezza del castello Medioevale; fu salvata da due passanti e consegnata a una zia. Altro che governante. Così la madre, così la figlia. Quel matrimonio combinato, e lo si dovrebbe invece definire scombinato, ha origine nell'incontro che Vincenzina fece in treno col tenente di aviazione Leo Lombardo. Ne nasce una simpatia vi- IfhcSns vissima, scompaiono tutti gli altri spasimanti. Leo Lombardo è l'amore. La famiglia si allarma, si oppone al matrimonio, e Vincenzina tronca la relazione. Cede anche quando viene avviata al matrimonio con Ettore Grande, e ne diventa la moglie. D'accordo, non si è presentata alle nozze con cuore impuro; ma certo con un sentimento che non era riuscita a soffocare. Che cosa sappiamo delle sue giornate passate in solitudine nella villa? Che cosa ha potuto patire su quelle lettere di Lombardo che si era portata con sè? Quel giovane era presente in ogni minuto della sua giornata. Vittima dell'amore L'oratore prosegue: < Esatta è stata l osservazione dell'avv. Caron: Vincenzi na, sposa felice di due giorni, poi non più. La novità, l'avvenimento solenne del matrimonio, il viaggio possono aver cancellato in quei primi due giorni un ricordo così cocente. Poi, dice Caron, dopo aver fatto olocausto e sacrificio di sè non più un palpito. Ma olocausto e sacrificio a chi? Alla famiglia? A Ettore? Sì, a Ettore. Vincenzina aveva l'altro nel suo cuore, per cui per donarsi a Ettore ha dovuto fare olocausto e sacrificio. Ettore, dunque, è 11 frodato. Ed | ella non vuole un figlio da lui Esatto quanto dice la Parte Civile: disgusto per quell'uomo che era diventato suo marito. Chiusa, volitiva, ha tenuto entro di sè questo fuoco, ha convocato tutto quanto poteva essere più tormentoso, c Quando mi sveglio e mi accorgo di es sere a Bangkok invece che a Torino, è la morte ». E tutto questo a un certo punto esplode. In questo quadro vi sono tutte le premesse, fatali, ineluttabili, del suicidio. Vincenzina è una vittima dell'amore. Continua l'avv. Stoppato: < Psicosi, confusione mentale. Esiste un limite di sopportazione oltre il quale non si può andare. La lettera del 20 no savbdDusdmlmgdaerctcscabddtlumtlocpdpNncIGOVincenzina del suo cagnolino di stoffa: " Spesso me lo stringo al petto, gli dico: parlami tu, cagnolino, dimmi qualcosa, perchè lo divento pazza ". Que- ; vembre è una lettera disillusa, j stanca, affranta. Racconta la | signora Umiltà ciò che le disse — ri 1111M11111111111111111111111F111 ! M111 r 111M ! 1111 ! ) 11 sta l'espressione del suo animo angosciato. La sera del 22 novembre apparve ad alcuni abbastanza serena. Ma che cosa deve fare una fragile donna? Deve dire a tutti che si metterà una bomba in bocca? Quella sera va a casa, passa un'altra delle sue 83 notti insonni. Al mattino compie l'atto che era la conclusione di una lunga maturazione. E' l'ora del maggior tormento, l'ora torbida e disperata; al risveglio la vita appare in una realtà squallida e desolata, in un vortice di speranze perdute. Ed ecco Nina, creatura soffocata dalla solitudine, smarrita e tormentata, creatura con troppo amore e senza amore, schiantare quel corpo che racchiude la sua anima schiantata. Si è detto che Grande avrebbe ucciso per evitare lo scandalo derivante dall'abbandono della moglie. Che uomo accorto, che per evitare uno scandaletto del genere ne commette uno incommensurabile sopprimendo la moglie. Questo infatti gli salva la carriera, l'onore, la libertà, lo mette al sicuro da ogni penosa conseguenza. Incredibile il suicidio in due tempi. E non lo è un omicidio in due tempi? Prima due colpi, poi altri due, selvaggiamente. No, signori. O trent'anni o niente. Respingo 1 sedici anni chiesti dal Pubblico Ministero. I secondi colpi sono stati più crudeli, sono un'aggravante. Grande ammazza un cadavere. O trent'anni o niente. Il terzo uomo L'oratore traccia ora un quadro di Grande sugli elementi forniti dai vari testi — diplomatici, professori, magistrati — che hanno deposto sulle suedoti. sul suo comportamento in carcere, sul rifiuto di evadere. — Mi piace soffermarmi — continua l'aw. Stoppato — su quei perchè che ieri Marchesini ha lanciato a mitragliatrice contro Grande; e ad ognuno darò una risposta precisa. Perchè Grande è stato poco sincero? Egli ha sempre risposto con sincerità, secondo i dati che gli venivano forniti. Perchè Grande ha respinto l'ipotesi del terzo uomo? Egli non aveva elementi precisi, non poteva calunniare nessuno. Perchè non ha domandato un'inchiesta? Dell'inchiesta era già incaricata la polizia siamese. Perchè il cuscino e il pigiama M1111111111111 11 i M 111 i 1M1111 II ! 1111 ! 11 sono stati portati via? Non sono stati affatto portati via, erano nel bagno. Perchè c'erano Bovo e Gotschlich? Erano le persone che egli ha chiamato. — No — egli continua — il terzo uomo non ve lo possiamo dare perchè non sappiamo dove sia, perchè i nostri consulenti ci dicono che le ferite sono tipicamente suicidiarie, e tutto il comportamento di Grande dice: lo non sono un omicida, lo non ho ammazzato mia moglie. Egli ha detto che gli pareva che Vincenzina sorridesse, e l'accusa ha sogghignato, ha detto che voleva crearsi un alibi. Ettore voleva Illudersi di vedere il sorriso sulle labbra di sua moglie che incosciente si toglie la vita e che all'ultimo momento dedica un sorriso all'uomo che lascia solo. Hanno parlato di una fuga da Bangkok. E' partito dopo ventisette giorni, ignorando l'arrivo dei Virando. Questa può essere considerata una fuga? E comincia il suo triste viaggio. Ettore uccisore di sua moglie ne conserva le spoglie, le porta con sè. Come conciliare questo col rimorso di un assassino? Porta con sè la sua povera Nina, quella Nina di cui il 2 agosto aveva scritto: cE' la ragione della mia vita». Ah no, l'ombra di Bangkok nessuno la vuole con sè. «Tutte le acque dell'oceano non riusciranno a detergere le mani sporche di sangue >. E' Shakespeare che lo dice. Ettore si porta con sè la moglie, perchè non ha le mani sporche di sangue. — In che cosa consistono le sue contraddizioni? — si chiede l'aw. Stoppato avviandosi alla fine della sua arringa. — ; Eccole. In un primo interroga- torio Grande dice: «Sono entrato nella camera quindici minuti dopo avere sentito il rumore » In un secondo interrogatorio dice dì esservi entrato mezz'ora dopo. Non è una contraddizione, è il demente che ha subito il tremendo scon volgimento di quella tragedia. Ma se non volete credere a lui, crederete al boy, il quale dichiara di essere stato chiamato dopo cinque minuti dai colpi. Grande è inquisito, teme che ogni parola venga interpretata a suo danno. Non domandate a un disgraziato che ha vissuto un dramma, come il dramma si è svolto. Se egl ha chiamato il servo per fargli 1111111111111 » 111M1111M ) 11111111111111 II ! 11111111111111111 vedere la morta, è perchè non aveva nulla da nascondere. L'oratore conclude: — Se slete convinti della sua colpevolezza dovete procedere. Sappiate che Grande è dlspo sto ad aspettare ancora dieci anni per ottenere giustizia. E non accettiamo nè sedici anni, nè un anno solo. Chiediamo trent'anni, oppure la totale assoluzione. Ho finito, ma il mio compito continuerà quando voi sarete In camera di deliberazione. Voi slete onesti magistrati. Mi rendo conto che indossate la stessa toga dei giudici di Torino e dì Novara, quali hanno detto « si > e han no detto « ni >. Userete tutte le doti della vostra coscienza per dire che essi si sono sbagliati c che Grande merita la vostra assoluzione. I momenti che vai gono passano una sola volta nella vostra vita. Non lascia tevi sfuggire quest'occasione. Non più un Natale in carcere per Ettore Grande, ma nemmeno un Natale ,ln casa avvelenato da una sentenza dubita Uva. La sacra stella che sta per levarsi illumini la vostra mente. Si dica la parola più ve ra: Grande è innocente. Chie do pertanto la piena assolti zione. Il pubblico applaude mentre la Corte si ritira. Giuseppe Farad