In volo a bordo d'un elicottero sull'immensa marea giallastra di Gino Nebiolo

In volo a bordo d'un elicottero sull'immensa marea giallastra In volo a bordo d'un elicottero sull'immensa marea giallastra La preziosa opera del pilota torinese Borsoni e del suo motorista - 40 bimbi di una scuola salvati a Pontecchio - Quattro persone uccise ad Arquà dal crollo della casa (Da uno dei nostri inviati) Rovigo, 20 novembre. Le acque che allagano il Polesine si sono avvicinate alle 14 di oggi al mare, nei pressi dell'Adige a Forzone. Tra breve sfoceranno e il livello dell'immenso bacino si abbasserà ancora. La notizia dell'imminente congiungimento fra il nuovo corso del Po e l'Adriatico, diramata a sera dai tecnici del Genio Civile di Rovigo, ha il tono secco di un bollettino di guerra. E come un bollettino non si concede esultanze, benché vi sia più di una ragione. L'inizio della ritirata dell'acqua significa la fine di un lungo incubo che i nostri animi non potevano più sopportare. Ma i tecnici non hanno serbato per oggi questa sola notizia. Altre vittorie, sia pure più modeste, segnalano in altri settori del fronte. Il Po e 1 numerosi canali consorziali che avevano rotto gli argini continuano a ricevere a poco a poco le loro acque. A Bosaro, epicentro della gigantesca alluvione, da quattro metri li livello si è ri' dotto a poco meno di tre. Di circa un metro è calato, alla sponda dell'Adigetto (dove sono anche in azione le idrovo re alleate e del nostro esercì to), a Castelmaasa e sceso a pochi centimetri dal livello di guardia, e a Stienta si sono arenati due barconi per il veloce abbassamento delle acque. A causa del flusso di corrente che proviene dalla foce del Po, un tratto del Canale Ceresole nel primo mattino è franato. Subito è stato dato l'allarme e si è temuto per la sorte di Rovigo, ma i genieri hanno preso una draconiana decisione: con otto cariche di tritolo hanno fatto saltare 1500 metri di argine a valle della strada per Padova. Ora ogni pericolo per la città è scomparso, e i danni si limitano all'invasione di un ristretto spazio di terreno sotto l'Adige. Questa, a tutt'oggi, è la situazione e ovunque si ritiene che migliorerà. Un senso di sollievo sta dunque entrando in tutti quelli che lavorano per salvare quanta più gente e quanta più terra è possibile. I vigili del fuoco i soldati i civili sembra abbiano dimenticato la stanchezza che li opprime. I barcaioli si spingono nel luoghi fine a ieri inaccessibili. Gli aerei del rifornimenti grazie a un sole luminoso sbucato dalle nuvole per la prima volta in 8 giorni sembrano più leggeri. Abbiamo preso posto sul H'elicottero Westland Sikorski pilotato dal torinese Giovanni Borzoni che ci ha trasportati in un giro di ricognizione. Visto dall'alto il Polesine offre uno spettacolo che stringe il cuore. I paesi abbandonati come per un'improvvisa pestilenza, le case con l'acqua al tetto e quelle distrutte, le cime dei lunghi filari di pioppi che accompagnano le strade invase, danno il senso della tragedia e della catastrofe irrimediabile. Ecco quello che rimane del Polesine, ri-. cordo di una terra che era j fra le più fertili; la erde di-jstesa è diventata un livido 'mare giallo nel quale si deve | aguzzare gli occhi ora finche non scenderà la notte per im¬ pedire che raccolga altre vittime. Il pilota che da giovedì fruga dal cielo gli acquitrini metro per metro ci indica i luoghi dove ebbe maggior fortuna. Qui a Pontecchio tre giorni fa ne ha fatti salvare 40 in un colpo. Il motorista Pollani torinese come lui, vide qualcosa che ai muoveva alle finestre di un grosso edificio. Era una scuola con tutti 1 ragazzi e il maestro. L'alluvione li aveva sorpresi mentre facevano merenda. < Abbiamo calato un saccone dì viveri e con il verricello siamo riusciti a tirare su un . j zatterone va lentissimo verso jFasana con una dozzina di 'buoi sopra. E' difficile stacca | {"e gli °=chj. £a tutta <Ì^PV "' bambino ferito. Gli altri li hanno portati a sponda i pompieri di Pontelagoscuroche avevamo avvertito appenain tempo mentre la mareacresceva a vista d'occhio». Sorvoliamo Bosaro che avrà una ventina di case a pezzi;Guarda Veneta quasi compie- tamente crollata, Crespino, Sotto di noi decine di barche e di zattere fendono l'acqua inogni direzioni e portano adAdria viveri e i superstiti aCorbola e a Cavarzere. Uno l'acqua. Vediamo ancora Gavello, Pettorazzo, S. Martino e rleccocl a Rovigo; la città è viva, le vie sono animate e non solo di gente in divisa ma di rodigini che ritornano. Povero Polesine: su 51 comuni 27 sono allagati e inabitabili. Nella sola provincia di Rovigo 100 mila ettari di terreno sono distrutti. Su 340 mila persone quante ne mancano all'appello che si dovrà fare quando la pace sarà tornata? Oggi ancora 4 persone hanno perso la vita ad Arquà schiacciate dalle mura della loro vecchia casa che non avevano voluto abbandonare. Gino Nebiolo

Persone citate: Arquà, Giovanni Borzoni, Pollani, Sikorski