I primi profughi del Polesine giunti a Torino ieri mattina

I primi profughi del Polesine giunti a Torino ieri mattina I primi profughi del Polesine giunti a Torino ieri mattina Parecchi sono i bambini - Drammatici e impressionanti racconti degli sventurati - Amorevolmente assistiti e ricoverati alle Casermette di Borgo S. Paolo I primi profughi che fuggono dalle zone alluvionate sono giunti a Torino. Sin da Ieri l'altro la Prefettura aveva disposto perchè gli infelici provenienti dal territorio del Polesine ricevessero adeguata accoglienza e fossero subito avviati in un ricovero" provvisorio. Così, sin da l'altro giorno presso l'ufficio di pubblica sicurezza di Pòrta Nuova s'era insediato un comitato apposito. Alle 8,55 di Ieri sono arrivati 1 primi quattro profughi: una giovane mamma e 1 suoi tre bambini. SI tratta di Rosa Oàppellutti in Dinarello e dei suoi figli Angelo di 10 anni, Elisabetta di 8 e Giuseppe di 3. Essi abitavano in un paesino, Borsere, nelle immediate vicinanze di Rovigo, tra questa città e il Po. Giovedì 11 borgo è stato Investito dalle acque: e con alcune valigie piene di roba gli infelici sono fuggiti, presi a bordo da un autocarro che li ha trasportati sino ad Este. Di qui, in treno, sono stati avviati a Torino. Il marito della Cappelluta è restato là a Rovi go per combattere - l'alluvione, ed essa trepida molto per la sua sorte. <Ne abbiamo viste già di tutti i colori, nel 1942 siamo scappati dalla Cirenaica... Quando finiremo di patire, quando staremo tranquilli? >. Per fortuna la donna conta qui a Torino 1 genitori, anch'essi ospiti delle casermette, come profughi d'Africa. Nel pomeriggio è giunto a Torino uno scaglione formato da tre famiglie, tutte di Fratta Polesine. Come questi profughi, scesi dal treno, s'avviavano verso l'ufficio di P. S., viaggiatori e personale delle FF. SS. improvvisavano loro una manifestazione di solidarietà. Erano quattordici persone in tutto, stanche e avvilite, con fagotti e coperte di lana. La prima con cui abbiamo parlato è stata la signora Erminia Chieregato ved. Fuso di 42 anni: con lei erano le tre figlie, Lina di 19 anni, Lucia di 17 e Sonia di due anni e mezzo. La bambina era la più tranquilla si guardava attorno, sgranando gli occhioni. — Acqua, acqua, acqua — ha dichiarato la vedova Fuso parlando In dialetto veneto — abbiamo visto tanta acqua come se ne vede al mare. L'acqua cresceva di ora in ora e ormai il pianterreno era tutto allagato... Slamo fuggite appena in tempo. Speriamo al nostro ritorno, di ritrovare la nostra casa ancora in piedi... Ma che disastro, che orrore! Pareva di essere in guerra: autocarri pie ni di soldati, strade piene di gente che scappa, ponti croi lati... Pietoso 11 caso della 7Senne Maria Pasetto ved. Riberto, pure di Fratta. La Pasetto ha abbandonato il paese reggendo in collo II piccolo Giordano di 18 mesi e tenendo per mano l'altra nipotino, Giovanna, di undici anni: 1 genitori dei bambini non hanno potuto nè voluto lasciare il paese: mentre la nonna con 1 bambini fuggiva, essi cercavano di salvare il salvabile dalla casa già investita dalla paurosa fiumana di ac- qua e di fango. Il desiderio de> la Pasetto — d'altra parte don^ na di grande energia e che ha affrontato serenamente, nonostante l'età, i disagi del viaggio e le incognite di una sistemazione in città a lei sconosciuta — è uno solo: quello di tornare al più presto a Fratta e di riprendere, se possibile, la vita di prima. < Ci accontentavamo di quel poco che si aveva... ma adesso è andato tutto in rovina... >. C'è poi Alpide Roberti in Montovanelli di 60 anni, la quale è arrivata a Torino accompagnata dai suoi due figli, Ardage di 25 anni e Ivanoe di 22. Veramente, il gruppo era composto di quindici persone: con esBe c'era la SOenne Rosa Rigato, da Ostiglia di Mantova, la quale, pur non essendo propriamente una profuga, ha condiviso la sorte degli infelici. Essa infatti, alcuni giorni or sono, si muoveva dal suo paese per portarsi a Torino ove lavora un suo figlio: ma, per un complesso di circostanze, finiva a Fratta Polesine e restava bloccata dalle acque: cosi doveva unirsi alle persone che fuggivano dinanzi alla piena e veniva compresa nel gruppo Inviato a Torino. Tutti 1 profughi, da Porta Nuova, erano accompagnati, In autocarro, sino alle casermette di Borgo San Paolo ove a riceverli era il direttore del centro, geome ra Piero Gnlemml, assistito dal signor Godine Poco dopo mezzanotte è arrivato a Porta Nuova un altro scaglione, composto di sette persone, quasi tutte donne.

Persone citate: Alpide Roberti, Erminia Chieregato, Fratta, Maria Pasetto, Pasetto, Piero Gnlemml