Salvati gli assediati di Occhiobello

Salvati gli assediati di Occhiobello Salvati gli assediati di Occhiobello L'imbarcazione "Patrizia,, condotta da tre ardimentosi vigili malici racconti • Due fratellini per due giorni a cavalcioni del fuoco ha compiuto l'impresa - Dram* di una pianta con le gambe nell'acqua (Da uno dei nostri inviati) Pontelagoscuro, 16 novembre. Il più drammatico, il più av- venturoso capitolo del roman-\zo del Po, questo capitolo po-|lesano che da due giorni e due'ciotti ha tenuto avvinta l'at- \ tenzione del mondo civile, si è | risotti siumane con un Heto\fine all'antica: con l'arrivo dei tre intrepidi moschettieri del Po, Anacleto. Araldo e Uno a bordo della fida € Patrizia», la'scialuppa che sa le tempeste, Non c'è stato bisogno dell'eli- cottero. Quando esso è coni- parso nel cielo della laguna,(erano le 11,10) già i tre ardi-\tissimi vigili del fuoco e del-\l'acqua avevano sgombrato or-Jmai per intero l'isolotto e la'caso dei naufraghi e al terzo viaggio avendo già terminato,non meno rapidamente il sai-.vataggio, € Patrizia » poteva' filare verso nuovi obbiettivi al'soccorso di altri sventurati, Tre arditi Anacleto Mangolini, Aroldo Barbieri e Lino Artioli, tre vigili del 30' Corpo dei Vigili del fuoco di il, 45 e 38 anni rispettivamente, tre tipi di marinai asciutti e nerboruti avevano avuto l'ordine di fare questa mattina una ricognizione in quel di Fiesso Umbertiano per cercare un pontone che, partito ieri1 alle 11, con 6 uomini a bordo.'era misteriosamente scompariso. Brano le 8. la nebbia non accennava a diradare, la corrente, i gorghi e i cavalloni attorno all'isolotto e alla casa erano sempre minacciosissimi; tanto valeva aspettare una schiarita e l'arrivo dell'elicottero da Rovigo. Ieri notte si\era tentato di raggiungere Z't-lsolotto con una catena di bar-\coni, ma il Po aveva portato via tutto e aveva ripreso conl\piii furia, l'ass'.dio ai naufra-ì ghi. Prima di salpare per Fiesso, i tre vigili pregarono il comandante di lasciarli provare, \Avevano pensato tutta la not|te. «SI, sono nato in acqua — 'diceva Mangolini che è di Pan \ telagoscv.ro e che fin da ra | gozzo ha imparato a guidare \barche e barconi sul filo delle correnti più perigliose. — O moriamo tutti o ce la faccia "io» incalzavano gli altri due '— e poi c'è < Patrizia* una rozza scialuppa leggera, ma ve loce, con la quale questi tre hanno fatto tutta la <campa,gna » del Reno, salvando uomi\ni e donne a centinaia. Il co\mandante diede il permesso e Ja € Patrizia » partì. Che cosa 'sia accaduto dalle 8 alle 8J0 (il tempo impiegato per il pri,nio salvataggio) è difficile da .riferire anche perchè i tre fer' rarcsi si limitano a discorrerne 'con la sobrietà dei tecnici dell'acqua, piuttosto che con l'enfasi degli eroi dei romanzi di 1 la casa, il fienile'e l'alberello 'della Barchessa dove dalla seirà del 1!, si trovavano 19 tra \rassegnati alla morte. Alla fine lancfte questo salvataggio è riti\scito e anche i dieci delle fa miglie Barban e Manzari blocleati in un'altra '"sa oltre arìgine hanno potuta approdare avventure. Dopo aver studiato il gioco intricato e mortale delle tre correnti che avviluppavano l'argine, essi si sono lasciati prendere nel risucchio prodotto dall'ostacolo della casa e manovrando con coraggio sulla cresta dei cavalloni sono riusciti a toccare la prima meta: donne e bambini. Sono stati messi in salvo tutti, poi i tre sono tornati all'assalto del Po avendo questa volta per obiettino l'argine del Bosco: ^8 persone, SO buoi, 5 o 6 cani, tutti affamati e terrorizzati ormai al porto di 3. Maria Maddalena. Ad ogni arrivo si inneggiava ai salvatori e i parenti abbracciavano piangendo di gioia quelli che giungevano dai confini della morte; e qui cominciano i racconti. 50 ore su un albero La storU' ii!ù impressionante è forse q iella della Barchessa. Ce l'ha raccontata all'ospedale ferrarese di S. Anna, Maria Poli la madre dei due bambini, Antonio di 8 anni e Antonietta di 10. Per una cinquantina di ore sono stati appollaiati su un albero, con le gambe nell'acqua. Si scaldavano al tepore di un gattino che Antonietta aveva in braccio e man-, giovano le poche mele che quelli del fienile riuscivano a gettargli. Quando, la sera del l'i- il Po ruppe l'argine e circondò la casa, alla Barcliessa c'erano BS persone quasi tutte donne e bambini. Brano le famiglie Fanciolli, Poli, Ambrosi e Anchiori. Subito crollò un piano, quelli che si trovavano nella stessa camera (le madri con i loro figli) caddero in acqua più o meno feriti addosso a quelli del piano terreno. Renzo Anchiori, sua moglie e due figli annegarono e i corpi corsero via sulla corrente. Dei superstiti, 10 salirono all'ultimo piano della casa, 7 si salvarono sul fienile, mentre Antonietta e Antonio Poli si arrampicavano sull'albero. Casa, fienile e albero sono in fila a pochi metri uno dall'altro, ma fino a stamane i tre gruppi sono rimasti praticamente isolati. I 7 del fienile gridavano a Maria Poli, rimasta nella casa, che i suoi bambini erano sull'albero, ma il fragore delle acque era cosi forte che non si capivano le parole. Fino alle 4 di questa mattina, quando cioè il fragore delle acque è diminuito, e si è potuto parlare, Maria Poli ha creduto che Antonio e Antonietta fossero morti annegati e che i loro cadaveri fossero impigliati fra i rami di un albero. Disperata, per due giorni, essa con una lampada cercò di segnalare la propria presenza al marito che era bloccato sull'isolotto del Bosco, dirimpetto, gridando monotonamente: « Antonio e Antonietta sono morti». In una mano essa teneva una statuetta della Madonna Pellegrina e pregava di continuo. Frattanto Antonietta, ignara di tutto, ferita a un ginocchio, col gelo nelle ossa, ripeteva macchinalmente fio ripete ancora adesso dal lettino dell'ospedale): — Signore abbi pietà, abbi misericordia di noi; ave Maria. — La Madonna ha fatto il miracolo: i me du putin attacà a un alburscin fa un alberello) — esclama Maria Poli, è lo ripete due tre quattro volte con una voce affannata ed estatica; sembra il verso di una laude medioevale. Erano sicuri di morire Quando la Barchessa è stata sgomberata, della casa era già partito « un muro esterno », il fienile poggiava su tre pilastri e l'alberello cedeva. I ',2 dell'isolotto avevano radunato i carri di fieno, i buoi, i cani, le oche, i maiali, tutto; avevano costituito quasi un piccolo campo di pionieri che aspettano da un momento all'altro l'attacco degli indiani. Accendevano fuochi di paglia per difendersi dal freddo, gridavano, avevano fame, ma stavano uniti. — Se l'argine viene sommerso vogliamo morire tutti insieme — dicevano, Ieri l'argine ebbe numerose frane e una mucca che aveva sete, cadde e sparì nei gorghi. Dazieri sera i J,Z erano sicuri di morire. Per tutta la giornata è continuata con maggior lena l'opera di salvataggio e stasera è stato rintracciato il pontone dei pompieri. I bravi vigili si erano fermati a Fiesso Umbertiano per salvare con uno zatterone ZOO persone. A Fiesso Umbertiano la situazione permane grave non tanto per il pericolo immediato dell'inondazione come si era pensato, quanto per la mancanza di acqua potabile e di pane. Centinaia e- centinaia di assediati che hanno fame. L'elicottero pilotato dal comandante Giovanni Borzoni di Torino si è rivelato assai utile nelle ricognizioni sulla laguna. Ce ne vorrebbero molte di queste macchine aeree, ma purtroppo di veramente efficienti ce n'è in Italia una sola: questa di Borzoni, che a Milano certi burocrati del volo hanno trattenuto per qualche ora preziosa perchè nrlla fretta di partire da Torino il pilota aveva scordato a casa il brevetto. Stasera il livello del Po è di centimetri 0J50 sopra la guardia. Intanto a Ferrara arrivano i rinforzi. Dietro il fronte, cioè per le vie della città, è un continuo passare di barche barconi chiatte motoscafi che vengono trasportati in prima linea. Arrivano i soldati del 40° fanteria, i comitati di assistenza si moltiplicano, gli scampati sotto rapidamente assistiti e smistati. Pare che « Pntnzi" » abbia impresso un ritmo più celere anche a queste correnti benefiche. Giorgio Vecchietti

Luoghi citati: Ferrara, Fiesso Umbertiano, Italia, Milano, Occhiobello, Rovigo, Torino