Depone il padre di Grande

Depone il padre di Grande EMOZIONANTE TESTIMONIANZA AL PROCESSO DI BANGKOK ■ ---'4'" V'&H. itti Depone il padre di Grande La tesi dell'omicidio • egli afferma - è nata da una visita che Arnaldo Virando fece al padrino, il generale Appiotti - Da quel momento le menzogne non ebbero più fine - Una teste siamese - Incidente tra avvocati /Dal nostro inviato speciale) Bologna, 15 novembre. Oggi 11 prof. Stefano Grande si è tolto 11 soprabito. Da un mese lo al vedeva In quel suo soprabito grigio, aggirarsi per la Corte d'Assise, accorrere dal figlio all'arrivo e alla partenza, avvicinare avvocati « amici, occulto motore della difesa. Poi se ne restava in disparte, immerso nel mondo silenzioso dei sordi; si teneva lontano dall'aula, il cui ingresso gli era precluso come teste. Oggi egli, finalmente, è entrato in quella aula per presentarsi alla Corte, e si è tolto 11 soprabito. Come se si fosse tolto un bavaglio. E' entrato reggendo una borsa di pelle e una più voluminosa la portava un usciere che lo seguiva. In quelle due borse ?ra la documentazione del suo dramma. Il dramma del padre. Stefano Grande ha parlato a lungo, ha esibito documentazioni. Con la sua stessa presenza ha portato ai giudici l'immagine di una disperazione che li lungo travaglio non ha inaridita. Infine, stanco di anni e di commozione, ha ceduto, e per uscire ha dovuto essere sorretto. Passando davanti alla gabbia, da dietro le sbarre, ha visto protendersi, invano, il viso torturato del figlio. — La legge le da facoltà di astenersi dal deporre — gli aveva detto il presidente, quando egli si era presentato. — Desidero essere sentito — aveva detto Stefano Grande. H presidente lo aveva fatto giurare; ed il teste aveva aggiunto: — Soltanto, se mi fa delle domande, la prego di scriverle, perchè quanto a udito, sono in condizioni disgraziate. Da una borsa trae un volume: — Per quanto riguarda il clima di Bangkok — egli comincia — credo di poter inserire una mia voce in quanto è stato già detto. Osservo, innanzi tutto, che gli effetti del clima variano da persona a persona. Viene commesso comunemente l'errore di dare un valore assoluto al grado di te? òpera tura. I 40 gradi non contano nulla se - non sono messi in rapporto agii indici di umidità. Dall'Università di Roma ho avuto in prestito l'Annuario ufficiale siamese, che presento alla Corte. Da esso risultano I dati climatici e meteorologici di Bangkok nei quattro mesi che vi trascorse la mia povera nuora. Umidità che mozza il (iato Con mani tremanti, Stefano Grande sfoglia le pagine del volume: — Le temperature medie di quei quattro mesi sono: agosto 28,45; settembre 27,49; ottobre 27,74; novembre 25,48. Come si vede il clima di Bangkok non è caldissimo. Ciò che lo rende insopportabile è l'umidità. I dati di essa sono sorprendenti. Ecco le percentuali medie: 82,45 in agosto; 84,18 in settembre; 82,52 in ottobre; 80,55 in novembre. La quota massima raggiunta è del 99 per cento di umidità. Vuol dire che l'I per cento in più si avrebbe la pioggia continua. Una umidità che sommerge tutto, che mozza il respiro, che fa imputridire ogni cosa organica. Oggetti lasciati la sera in ottimo stato, al mattino sono ricopertr di muffa. Per conservare i vestiti, negli armadi, occorre tenere costantemente delle lampadine accese. Sempre questo torrido calore umido, senza refrigerio, senza flessioni. Prende un altro volume, lo sfoglia, legge un brano, riprende la sua deposizione: — Il più eminente maestro di antropologia, il prof. Federico Razzo, dell'Università di Nizza, ha scritto in un suo trattato, che l'uomo può sopportare senza pericolo le più elevate temperature, a' patto che si tratti di caldo asciutto. Questo non riesce nocivo come quello umido, perchè il sudore, evaporando, assicura al corpo una benefica refrigerazione. Nel caldo umido il sudore non evapora. A questo proposito non si dimentichi che, come ha detto la signora Umiltà, la mia povera nuora non sudava affatto, le mancava cioè, oltre al beneficio epidermico, quello importantissimo dell'espulsione delle tossine, appunto assicurata dal sudore. Ora egli traccia un quadro delle innumerevoli alterazioni fisiologiche sotto l'azione del caldo umido, si sofferma sugli effetti dell'insonnia e dell'inappetenza, cita le dichiarazioni di due missionari nel Siam, i quali affermano che essi, come 1 loro confratelli, si svegliavano al mattino più spossati di quanto lo fossero la aerali supplizio delle zanzare — Vincenzlna non è morta per il clima — continua il professore Stefano Grande. — E* morta per l'insieme del mali che accompagnano il clima. La insonnia, la solitudine, l'ambiente diverso nel quale viveva, l'abbandono delle sue abitudini di vita torinese. Pochi giorni prima della sua morte ella scrive: < Finalmente si comincia a dormire un po' meglio >. Ma le altre ottanta notti? L'ultimo di questi malanni può essere considerato quello delle zanzare; Il supplizio delle zanzare, come descritto dalla poveretta, è impressionante, c Per una settimana le mie gambe e i piedi sono stati irriconoscibili, tanto si erano gonfiati a causa del morsi che avevo ricevuto ». E' stanco, è commosso. Stefano Grande beve un sorso d'acqua, un altro piccolo sorso: la sua mano esilìsslma trema nel riporre il bicchiere. — La tesi dell'omicidio non è nata sulle rive del Po — egli prosegue. — E' nata sulle rive del Tevere, in una visita che il fratello di Vincenzlna fece al padrino, il generale Appiotti. Da quel momento le doppiezze, le alterazioni del vero, le menzogne non ebbero più fine. E' stata una cosa impresalo nante. Sono stato accusato di essermi opposto alla partenza dei Virando per Bangkok. Mio figlio ha rivolto cinque appelli per telefono, per telegrafo, per lettera, Invocando la loro presenza. Perchè avrei dovuto oppormi? Avrei pagato metà del viaggio, se mi fosse stato chiesto, tanto era viva la nostra pena per la loro figlia. Quella sera in cui giunse la notizia, eravamo tutti sconvolti. Arnaldo voleva partire In aereo, la madre non voleva che egli si servisse dell'aereo, il padre voleva che non partisse nessuno. Non si concluse nulla, tornai il giorno dopo. Arnaldo accettò di partire in piroscafo. Dissi a Ignazio Virando: < Lasci andare sua moglie con Arnaldo e lei venga a casa nostra >. Le discussioni continuavano e al terzo giorno 11 padre mi disse: < Ma che cosa dobbiamo fare? Dica lei qualche cosa! >. Accuse su accuse Lo stesso disse la signora Virando a mia moglie: «Dica anche lei qualcosa per trattenerlo. Io intervenni: «Se proprio non volete lasciarlo partire, non dategli i soldi del viaggio». Questa frase è poi stata travisata, e io che ero un povero martire sono diventato un carnefice — dice con voce vibrata. Ancora una volta riprende flato, riordina le idee in quella mente cosi stanca, passa le mani esangui sulla fronte, sulle tempie. — Si andò avanti fino al 7 dicembre, ed essi ci mantennero all'oscuro di tutto. Infine mi fu comunicato la loro decisione di partire. « Cosa vuole. — mi disse il padre — siamo alla vigilia della guerra, i soldi non avranno più valore, è meglio goderseli ». < E mio figlio lo avete avvertito? » chiesi. «Gli scriva lei una lettera » mi fu risposto. Se mal mi avessero espresso un dubbio su mio Aglio, non una, ma mille volte lo avrei trattenuto a Bangkok. Sono stato anche accusato di essermi opposto a far fermare a Torino la salma della mìa povera nuora. Quando fui avvertito del suo arrivo, pregai un mio amico di interessare il direttore di una agenzia di pompe funebri perchè favorisse, in ogni maniera, i Virando nel loro desiderio di aprire la bara. Per due giorni il direttore si occupò in municipio per ottenere il permesso. Riferii ai Virando quanto mi fu detto, e cioè che a Torino tale permesso non poteva essere dato, ma che sarebbe stato più facile ottenerlo a Viù. Faccio appello a quel due signori perchè dicano se non è vero che mi sono adoperato con tutte le mie forze. I Virando, invece, si recarono col furgone direttamente al camposanto, e poi diedero dei fatti una versione Inesatta. — Ho quasi finito — dice Stefano Grande. — E' stato anche detto che i mobili per l'arredamento della villa a Bangkok furono pagati da Vincenzlna. Mio figlio non era ricco, ma quella spesa fu fatta esclusivamente da lui, le cartelle della Rendita dotale erano state affidate a me, e gli interessi non sarebbero maturati che dopo sei mesi. Mia nuora è partita con mille lire nella borsetta. Per amor di giustizia mi ritengo In dovere — egli conclude — di dichiarare che in tutto quanto è stato detto di me dalla famiglia Virando, non c'è una parola di vero; al tratta soltanto di inesattezze e menzogne. Ora è sfinito. Si alza dalla sedia, barcolla. Due uscieri Io sorreggono, lo accompagnano fuori dell'aula. Egli se ne va lentamente. < Desidero stare solo — mormora — lasciatemi solo». Fuori dell'aula, qualcuno gli mette sulle spalle 11 soprabito grigio. Poco prima aveva deposto la signora Ines Riganti. E' nata 40 anni fa a Bangkok da genitori italiani e sposò un siamese da cui rimase vedova. Due anni fa si è trasferita in Italia e vive a Borgosesla con una zia. Teste — Non ho avuto occasione di conoscere i coniugi Grande. A Bangkok conoscevo solo il marchese Cambiaso e il console Bovo. Quando si diffuse la notizia della morte della signora Grande Bentii dire che si era uccisa. Se qualcuno conosce il siamese posso dirlo anche in siamese. Pres. — No, lo dica pure in italiano. — Bene. Dicevano gli indigeni che la signora bianca si era uccisa; lo sentii dire da tutti, non dai servi di casa Grande che non conoscevo; conosco il dottor Gotschllch che è medico di casa reale ma non ho mai parlato con lui del fatto. Anche lei naturalmente al occupa del clima dandone le caratteristiche ormai notissime e aggiungendo che è molto duro per gli europei nuovi arrivati e che dava fastidio anche a lei stessa pur essendo nata sul posto. — Le case sono piene di bestiole che fanno ribrezzo. Oltre i to-che ci sono anche 1 cln-ciò che fanno di continuo cioccioc-cioc, e, senza volerlo, la teste fa una esauriente esemplificazione che suscita qualche risata. — Quando due anni fa sono partita per l'Italia, pochi siamesi, fra i quali parecchi sacerdoti cattolici, mi raccomandarono di occuparmi del caso Grande per contribuire alla ricerca della verità, dato che egli è innocente. Violento incidente La difesa esibisce la lettera scritta dalla teste al padre di Grande offrendo la propria testimonianza con questa frase: << Quando mi trovavo a Bangkok ho appreso da siamesi che un servo dei Grande ha lasciato il Siam andando in Cina appunto perchè pare che non sia estraneo alla tragedia». Il presidente chiede particolari e la teste dichiara di non essere sicura di tale circostanza aggiungendo: « Se nella lettera ho detto diversamente è stato per sbaglio. Io parlo male l'italiano e non sono riuscita ad esprimermi bene nei confronti di chi ha scritto materialmente la lettera, un mio parente che si chiama Alberto Berardeschi. A questo punto l'aw. Marchesini chiede: — Suo padre fa il gioielliere? — Si. E' gioielliere della corte siamese. — Suo padre è quel tale che fu aiutato dal console Bovo in un certo incidente giudiziario di cui anche lei fu protagonista? L'aw. Marchesini si riferisce a un episodio accennato da un teste secondo il quale un gioielliere torinese avrebbe subito un procedimento giudiziario perchè accusato dalla figlia di avere commesso atti illeciti contro di lei. Alla domanda la teste arrossisce, diventa congestionata e scoppia un violento incidente fra gli avvocati delle due parti. II presidente impugna il campanello per sedarlo con un energico squillo; ma, forse, l'intenzione era troppo energica o, forse, il campanello era troppo malandato; il fatto è che esso gli rimase in mano in due pezzi dai quali non usci assolutamente nessun squillo. Intanto gli avvocati si sono placati e la teste può Infine rispondere: — Mio padre non ha mal avuto nessun incidente giudiziario. Depone ora l'aw. Giovanni Marchisio su una circostanza di scarso rilievo nei confronti del processo. Egli dichiara di r avere ayuto come cliente quella signora Maria Luisa Guazzoni in Scavla che il Grande avrebbe voluto far divorziare per sposarla. Il teste dice che la signora era perseguitata da numerosi creditori. Egli ottenne dal padre suo un assegno di 150 mila lire per tacitarli in parte. Teste — Ma l'assegno era intestato a me e alla signora e perchè io potessi incassarlo dovetti andare in banca assieme con la signora la quale, appena il cassiere ebbe contate le prime 50 mila lire, se ne impadronì allontanandosi. Poi ella mi consegnò una cambiale che però rimase insoluta. Vengono lette alcune deposizioni di testi assenti. Da quella del ministro plenipotenziario Bernl Canali si apprende che egli fu richiesto dal giudice Istruttore di condurre lltllItllllllllllllllllllIIIflIIIMIIIIIIIMIHilllllllllli un'indagine in Belgio circa una relazione che Grande avrebbe avuto con la signora Ève Hélène Bedore in Dulay, che però non potè espletare. La teste suor Maria Aglietti, pure assente, informa nella sua deposizione scritta che il carattere di Vincenzina Virando, alunna di un istituto privato, era. stato definito eccentricq e che ella era stata classificata: < tipo amorfo con manifestazione di stranezze ». Le votazioni riportate dall'allieva erano: 3 in francese, 4 in scienze, 4 in computisteria. Poi ebbe un miglioramento: 7 in religione, 5 in italiano, 8 in storia, 8 in francese, 9 in economia. Domani giornata dedicata alle ultime testimonianze e ai numerosi incidenti procedurali sulle perizie. Giuseppe Faraci inCIIMIIIMIIIIIIllllllllllllllllllllllHIIIIIItltlll La deposizione del padre di Ettore Grande davanti alla Corte. (Telefoto)