"Se volete fucilare qualcuno potete mettere me al muro"

"Se volete fucilare qualcuno potete mettere me al muro"LA STRAGE DI PORZUS "Se volete fucilare qualcuno potete mettere me al muro" Cosi si offrì un parroco ai tedeschi per cercare di evitare un'esecuzione in massa lincea, 5 novembre. Dopo una settimana di Interruzione si è ripreso stamane 11 processo per il massacro di Porzus con la lettura della circolare mandata dall'arcivescovo di Udine, mons. Nogara, ai parroci 11 30 novembre 1944 esortandoli a persuadere i partigiani a deporre le armi per evitare sanguinose rappresaglie tedesche. Viene, quindi, sentito tale Pasquale Facca (Toti), del battaglione Mazzini, il quale ha detto che, trovandosi a casa sua a Gradisca la sera del 16 febbraio 1948, venne arrestato dai repubblichini con uno strattagemma. Un giovane, qualificandosi partigiano, aveva bussato alla sua abitazione e mostrato due tessere intestate a Giuseppe Coccolo, risultante appartenente alla brigata Osoppo. SI trattava inve ce di una delle tante cariagliene che sul finire della guerra si erano arruolate nel- 1r1111 ■ 11111111 ) 111M 1 ■ I f 11 ] 111111 i 1111 r 11F1111111B le brigate nere. Condotto alle carceri di Palmanova, Il Facca venne interrogato e seviziato. Due testimoni hanno parlato poi della consegna delle armi a Prata di Pordenone, a cui accennò già l'ergastolano Fantastico; un osovano, Carlo Bianchi, e tale Pietro Proto viera. Ambedue hanno detto che tale consegna avvenne tramite il parroco don Raffin oggi defunto. Ciò accadde per evitare feroci rappresaglie tedesche contro la popolazione civile. Chi consegnò le armi non furono partigiani effettivi delle due formazioni Osoppo e Garibaldi, sibbene riservisti o simpatizzanti. Il Bianchi ha parlato ancora della brigata Osoppo che accoglieva uomini di tutte le tendenze ad eccezione di quelli comunisti, e a proposito dello scambio di prigionieri fra partigiani e tedeschi ha riferito che una volta 1 tedeschi restituirono settecento uomini che stavano per essere deportati in Germania contro quattro colonnelli tedeschi che erano stati catturati dai partigiani. Il Protovlera è stato più preciso. Una volta i tedeschi catturarono tutti i componenti il comitato di Liberazione nazionale e alcune personalità influenti del paese di Prata di Pordenone. Il parroco, don Raffin, si preoccupò che essi potessero essere fucilati in massa e il paese incendiato, per cui andò dal comando tedesco e disse: «Se volete bruciare le case, — disse — bruciate la mia. E se volete fucilare qualcuno, fucilate me ». T tedeschi risposero che ad evitare tale pericolo Incombente i partigiani deponessero le armi. Così fu fatto, ma si trattò di armi vecchie e fuori uso. Gli ostaggi, fra cui tre garibaldini, vennero liberati. Su queste cose ha riferito Pietro Biasin.

Persone citate: Carlo Bianchi, Facca, Mazzini, Nogara, Pasquale Facca, Pietro Biasin, Pietro Proto

Luoghi citati: Germania, Osoppo, Palmanova, Prata Di Pordenone, Udine