Tre banditi fanno irruzione nella stazione di Genova»Rivarolo

Tre banditi fanno irruzione nella stazione di Genova»Rivarolo Tre banditi fanno irruzione nella stazione di Genova»Rivarolo Si impadroniscono di buste paga per 6 milioni - Cattura del capo e di suo fratello; recupero del bottino - Uno dei malviventi ferito Genova, 30 ottobre. Tre banditi hanno dato l'assalto stamane, assai prima dell'alba, alla stazione ferroviaria di Genova-Rlvarolo, riuscendo a fare un bottino di 6 milioni. Le prontissime Indagini della polizia, però, hanno portato nella mattinata stessa all'arresto di uno del tre banditi e al recupero dell'intera somma, mentre a tarda sera un secondo dei delinquenti cadeva nelle mani della polizia. Erano da poco suonate le 4. Nella piccola stazione, che si trova un po' isolata dall'abitato di Rivarolo, si trovavano 11 sottocapo-stazione Mario Cerkvenich, 11 telegrafista Domenico Medollo ed 11 ferroviere Gianmarlno Primo. L'agente di servizio, dopo avere sostato per qualche minuto sotto la tettola, pensava di rientrare nell'ufficio dove erano gli altri tre. Mentre chiudeva la porta alle proprie spalle, veniva improvvisamente aggredito e ferito con un duro colpo, sferratogli probabilmente con la canna di un mitra e mentre egli cadeva a terra svenuto, due uomini facevano Irruzione nella camera, intimando « mani In alto ». I due portavano bui viso una pezza nera, mentre un terzo individuo, che non fu visto dagli aggrediti, era rimasto sulla porta a fare da palo. Il più piccolo dei due rimase a tenere a bada i ferrovieri con un mitra spianato; l'altro, avvicinatosi alla porta a vetri che immette nel contiguo ufficio del capo-stazione e che era chiusa, spaccò la vetrata con due calci e si introdusse nell'ufficio attraverso il varco praticato. La fretta del malvivente era tale che non si preoccupò affatto della cassaforte grande nè di quella a muro. Evidentemente egli sapeva che nell'ufficio era contenuta una fortissima somma per le paghe dei ferrovieri — e vi erano Infatti circa 19 milioni In contanti — ma sapeva pure che tale somma non era tutta nelle casseforti, giacchè nè lui nè il suo complice erano attrezzati rer 10 scasso. Il suo Interesse fu subito attratto da una cassetta che era sul tavolo posto dinanzi all'ingresso e nella quale erano contenute buste paga per un ammontare di circa 12 milioni. Nella fretta di entrare nella camera dei capostazione il bandito si deve essere ferito ad una mano poiché tracce di sangue sono state .trovate nell'ufficio. Egli prese un sacchetto dell'Amministrazione ferroviaria e vi cacciò dentro alla rinfusa una parte delle buste, altre ne prese e se le infilò in tasca, quindi si allontanò In fretta e in furia senza curarsi di raccogliere tutto quanto era contenuto nella cassetta. Gli accertamenti potevano poi appurare che egli s'era impossessato di sei milioni. Insieme al compagno che teneva fermi i ferrovieri e con il palo che si trovava fuori, si diede quindi alla fuga, non prima di avere costretto i ferrovieri a gettarsi a terra, viso in basso. Senonchè appena i tre si furono allontanati, il telegrafista Medollo diede telefonicamente l'allarme alla vicina stazione di polizia ferroviaria, e poiché i briganti, durante la rapina, s'erano espressi in dialetto calabrese, 11 maresciallo di polizia pensò subito di far bloccare al Campasso, una zona fra Rivarolo e Sampierdarena, la Via della Pietra, dove risiedono molti calabresi. Foco prima delle 6 un agente della polizia ferroviaria notò, appunto in Via della Pietra, un individuo so- spetto che portava un sacchetto, e lo fermava. L'individuo diede una spinta all'agente che intanto l'aveva afferrato per un braccio, abbandonò 11 sacchetto e fuggi. I colpi di pistola esplosi in aria dall'agente non lo fermarono. Al lora l'agente abbassò la mira sul fuggitivo ed altri quattro colpi furono sparati contro di lui; si presume che egli debba essere rimasto ferito, sia pure leggermente, giacchè è stato poi trovato un fazzoletto Intriso di sangue. Mentre l'agente si curava di raccogliere il sacchetto, il bandito riusciva a scomparire. Il sacchetto conteneva tante buste paga per l'ammontare di 8 milioni. Una successiva battuta portava al rinvenimento lungo una scarpata, sempre in Via della Pietra, di altre buste sparse per altri tre milioni. Da un primo sommario calcolo risulta quindi che 11 bottino rimasto in mano ai delinquenti non ascende nemmeno a 50 mila lire. Intanto proseguivano le ricerche della polizia per catturare i banditi. Poco dopo, da una casa che era strettamente sorvegliata, si affacciava un Individuo sul portone tentando di uscire; ma visto un agente nei pressi, egli cer cava di ritirarsi. Non faceva però in tempo, poiché più leste di lui le manette gli si serravano Intorno al polsi. Condotto alla stazione di polizia di Rivarolo, 11 fermato veniva messo a confronto con il telegrafista Medollo, il quale lo riconosceva con certezza per il bandito che li aveva minacciati e che sembrava essere il capo. Aveva le stesse sopracciglia nere e foltissime, gli stessi occhi mobilissimi. Il fern.ato è risultato essere il 27enne Antonio Santoro, calabrese, pregiudicato e ben noto alla polizia. Per tutta la giornata gli agenti ed 1 carabinieri hanno poi data la caccia al fuggitivo che questa sera a tarda ora è stato arrestato. Egli è risultato essere Matteo Santoro, fratello dell'arrestato di stamane. Si tratta poi dell'individuo che, fermato da un agente, era sfuggito all'arresto. Durante la fuga è rimasto ferito da un colpo di pistola. l'n agente ferito dal banditi narra l'episodio al compagni

Persone citate: Antonio Santoro, Campasso, Domenico Medollo, Foco, Mario Cerkvenich, Matteo Santoro

Luoghi citati: Genova, Rivarolo