Fucilazione nella schiena chiesta dal Pubblico Ministero

Fucilazione nella schiena chiesta dal Pubblico Ministero IL PROCESSO AL MONCO DELIE S.S. TEDESCHE Fucilazione nella schiena chiesta dal Pubblico Ministero Ritenuta la piena responsabilità del maggiore Reder per le distruzioni di Bardine e per i roghi umani di Vinca e Marzabotto (Nostro servizio speciale) Bologna, 27 ottobre. «Esattamente sette anni or sono il maggiore delle S.S., Walter Reder, compiva la sua opera nefanda in Emilia. Era" una giornata piovosa, come oggi, ma oggi la paura è dileguata e vi è giustizia per tutti. Anche per lui. Se qualche accusa non è sufficientemente provata bisogna assolvere, ma se la mostruosità del crimine è provata, la pena deve essere adeguata. E sarà una pena gravissima ». Così ha esordito stamane il P. M„ Stellacci, davanti l'aula gremitissima. Ordini di Reder «Mi sarebbe facile speculare sul sentimento di orrore mosso dai crimini — egli prosegue — ma non lo farò >. A conferma di ciò il P. M. dichiara subito di non aver raggiunto la prova assoluta per gli eccidi di S. Anna, di Bergiola e delle fosse del Frigido. Assoluzione, dunque, per Insufneenza di prove circa questi tre fatti. Eccoci ora nella «zona Reder>. SI incomincia con Bardine e Valla di S. Terenzo: clnquantatrè ostaggi fucilati lungo il torrente, e centosette, tra donne e bambini, massacrati sotto il pergolato, nel medesimo giorno, 19 agosto 1944. Circa il primo episodio Reder dichiarò di essersi limitato a costituire una « fascia di sicurezza» attorno al campo delle esecuzioni, eseguite dai gendarmi tedeschi, mentre nel secondo episodio, verificatosi a piccola distanza dall'osteria in cui stava pranzando, egli ha sempre detto di averne avuta notizia nell'otto- iiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiif e i o r i e e a o bre 1947 quando era prigioniero in, Austria. « Come al può credergli? », si chiede il P. M. Basandosi, in particolare, sulle testimonianze di due donne scampate a Bardine e a Balla, l'aw. Stellacci ricostruisce così la giornata: i clnquantatrè di Bardine furono fucilati non al mattino, ma nel pomeriggio, ' precedendo di poco 10 spaventoso eccidio di Valla. Sul posto si trovavano soltanto le truppe di Reder; Reder era il comandante più elevato In grado, e Reder fu quegli che, liquidati i clnquantatrè, ordinò di liquidare pure i centosette. «Si stenta a credere che venti secoli dopo la venuta di Cristo, degli uomini ' abbiano potuto commettere simili misfatti. Ma Reder era e si crede tuttora, esclama il P. M. con tono vibrato, il rappresentante di una razza eletta, un SS, cioè un eletto tra gli eletti, e seguita a guardare con disprezzo questi piccoli cenciosi italiani che gli passano davanti >. La responsabilità per Vinca (duecento trucidati) non è meno documentabile di quella per S. Terenzo. Anche a Vinca, Reder ammise di essere andato, ma per un'azione militare, 1 cui eccessi non gli vennero riferiti dai suoi ufficiali. Non seppe nulla del vecchio Federici, bruciato vivo nel suo letto, nulla del cieco di guerra ucciso, nulla delle donne sventrate, nè della bimba gettata in aria e presa a fucilate, come una colomba. A Perugia undici brigatisti neri che furono a Vinca sono stati condannati all'ergastolo. Ora — domanda 11 P. M. — quale pena deve avere Reder che non solo partecipò all'eccidio (così obbrobrioso da indignare, come quello di Marzabotto, lo stesso Mussolini) ma anzi Io comandò, avendo alle proprie dipendenze tedeschi e fascisti Insieme? A Vinca inoltre non ci fu battaglia col partigiani. Altra è la guerra che il soldato combatte contro il nemico e altro è lo sterminio degli inermi. Non c'interessa — continua il P. M. — la sua nazionalità o la sua sconfitta, ma solo il modo con cui Reder ha condotto la guerra. Dimostratemi, se potete, che l'uccisione dei bambini è legittima. Questi Innocenti rimarranno sempre col vislno puntato contro Reder ad accusarlo. Ogni volta che l'avv. Stellacci toccherà questo dolorosissimo tasto, dei bambini trucidati, il pubblico lo approverà con un mormorio di commozione. Quando l'oratore ricorda la breve testimonianza di una madre di Vinca (quattro figli uccisi): «Io, gli uomini non so... ma i bambini non si devono uccidere », molti tra il pubblico piangono. Gli orrendi crimini Per Marzabotto il P. M. accetta ciò che si suole ormai definire il settore Reder, contrassegnato sulle carte dalle frecce turchine. Non tutte le 1830 vittime sono attribuibili perciò al maggiore monco (altri reparti devastarono e massacrarono in quei giorni) ma bastano, per inchiodarlo alle sue responsabilità, gli orrendi crimini perpetrati nelle località comprese tra quelle frecce: in particolare Casaglia e Cerplano. «SS erano quelli che piombarono su Colulla — in calza il P. M. — molti testimoni li hanno visti scendere dal Monte Sole, settore Reder. A Colulla, tra gli altri orrori, due vecchi paralizzati sono arsi vivi. Restano due capi d'imputazione emiliani: i sei prelevati a Cà Beguzzi e poi scomparsi e i dieci fucilati di Casteldebole. Reder non ha mai voluto sentire parlare di questi sedici morti, ma molte prove lo V.nentiacono. Il P. M. affronta infine la questione di diritto. Con logica stringente e citando ampiamente i testi delle convenzioni internazionali, l'avv. Stellacci configura 1 reati di Reder; non rappresaglie nè repressioni collettive, ma semplicemente omicidi. Nel silenzio generale il P. M presenta, infine, le sue conclusioni: affermazione della responsabilità piena di Reder per gli omicidi di Bardine, Valla, Vinca, Marzabotto (limitatamente al settore Reder), Cà Beguzzi e Casteldebole, il che comporta l'ergastolo. Inoltre piena responsabilità per le distruzioni di Bardine e per gli incendi, ossia i roghi umani di Vinca e di Marzabotto: è la pena di morte mediante la fucilazione nella schiena. Il pubblico tenta un applauso che il presidente frena immediatamente. Reder esce pallidissimo, con il volto contratto. Lunedì parlerà l'aw. Magnarini, 11 primo dei difensori. Giorgio Vecchietti iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii af n maggiore Walter Reder