Churchill presenta al re i suoi primi otto ministri di Riccardo Aragno

Churchill presenta al re i suoi primi otto ministri Churchill presenta al re i suoi primi otto ministri II leader conserva per sè anche il dicastero della Difesa - Ad Anthony Eden gli Esteri e la carica di vice-primo ministro - I problemi di politica interna ed estera dinanzi ai quali è impegnato il governo conservatore '(Dal nostro corrispondente) Londra, 27 ottobre Dopo una serie di consultazioni tenute stamane nella sua abitazione londinese, il nuovo primo ministro di Gran Bretagna, Winston Churchill, si è recato nel primo pomeriggio di oggi a Palazzo Reale a presentare al Sovrano otto membri di quello che sarà il suo Gabinetto. Sono otto nomine urgenti cui egli ha proceduto, secondo una dichiarazione ufficiale, «a causa della situazione critica dei problemi di politica estera ed economici >. Trenta minuti dal re Il Sovrano ha intrattenuto gli otto Ministri per circa trenta minuti. Durante questa visita è stato compiuto il rito del bacio della mano che simboleggia la lealtà del ministri al re. Su otto nomine, Churchill ha prodotto cinque sorprese. Anzitutto ha deciso di tenere per sè, oltre che il posto di primo ministro e primo lord del Tesoro, anche il dicastero della Difesa. Poi ha fatto Eden, oltre che ministro degli Esteri, anche vice-primo ministro e < leader > della Camera dei Comuni; ha dato al suo esperto di problemi di mano d'opera, sir David Maxwell Fyfe, anziché il ministero del Lavoro, il ministero degli Interni e quello (di nuova creazione) degli Affari Gallesi. Lord Jsmay, un militare che era dato come sicuro per la Difesa, è stato fatto invece ministro per gli Affari del Commonwealth. Lord Salisbury è stato nominato Lord del Sigillo Privato. Lord Woolton, secondo le previsioni, sarà a 'capo del ministeri dell'Alimentazione e dell'Agricoltura, ma — imprevedibilmente — è nominato anche Lord Presidente del Consiglio. Sir Walter Monckton, grande avvocato, diventa ministro del Lavoro. Oliver Lyttleton,. grande industriale, che secondo tutte le informazioni era destinato alla produzione e ai rifornimenti, è invece ministro delle Colonie. Queste prime otto nomine indicano che il governo Churchill non sarà impostato intorno alle specializzazioni individuali com'era quello di Attlee, ma vuole essere soprattutto « un gruppo ». Churchill dà l'impressione di voler riprendere la sua tradizione del tem po di guerra, quando le decisioni di quasi ogni dicastero partivano dal Primo Ministro, il quale aveva intorno a sè, distribuiti in vari posti senza riguardi tecnici, i suoi migliori e più fidati consiglieri. Attlee è un grande coordinatore di decisioni ministeriali. Churchill preferisce agire dal tavolo di Downing Street-come emanatore di decisioni governative. Del resto, per la politica interna britannica le rotaie su cui questo debole Governo conservatore dovrà viaggiare sono ben tracciate. Impegnato com'è a mantenere la grande struttura dello stato assistenziale e così legato da una difficilissima situazione economi ca, questo Governo non potrà tentare di creare altro, per il momento, che una «atmosfera » nuova e rinvigorita. Tutta la stampa britannica è oggi concorde nell'affermare che la maggioranza di 18 seggi conquistata dai conservatori è molto, molto piccola. Le elezioni del 1951, in sostanza, non hanno fatto che rovesciare la situazione critica del 1950, senza migliorarla. Che cosa si attende? Fra le voci che corrono questa sera vi è già quella, attribuita ad Attlee, secondo cui i conservatori pensano di indire nuove elezioni fra sei mesi nel tentativo di rafforzare la propria posizione. Questo dà un'idea di quanto sia di stretta misura la vittoria di Churchill. Parlando del .risultato elettorale 11 «Daily Telegraph» scriveva stamane che « è stata una vittoria, ma non un trionfo per i conservatori, una sconfitta, ma non una rotta per i laboristi». Ed il «Manchester Guardian » diceva che questo « è il peggiore risultato possibile ». La stampa mondiale, e soprattutto quella americana, ha reagito però diversamente: ha reagito esattamente come reagì Winston Churchill nel 1945 e come si ha ragione di ritenere abbia reagito ieri: col dire cioè che la decisione è quel la giusta, ma gli elettori hanno sbagliato nel dargli una maggioranza troppo piccola. _ Si parla molto, ora, di nuova atmosfera, di nuove speranze e soprattutto di « una politica estera più vigorosa». Ma in pratica che cosa ci si attende dal governo Churchill? I due problemi immediati sono Persia ed Egitto. In tutti e due 1 Paesi la reazione è stata secca. I persiani hanno più o meno simbolicamente bruciato Churchill In effige. Gli egiziani l'hanno definito «un grande imperialista di cui non abbiamo In India è stato detto stamane che gli Indiar! sono pieni di speranza «purché 11 partito conservatore britannico mostri di essersi adeguato alla mentalità nuova». Queste le reazioni nelle capitali per cosi dire problematiche. A" Washington si dice insistentemente che Churchill s'incontrerà con Truman. A Londra si parla molto poco di questa possibilità, ma si pensa ad un prossimo rafforzamento dell'amicizia anglo-americana. A Mosca si dice che questo non cambierà niente, perchè da tempo il partito laborlsta faceva una politica conservatrice. Sarebbe più esatto dire che cambierà molto poco, in politica interna, perchè i conservatori hanno adottata una politica laborista. In Europa ci si attende una partecipazione britannica in favore dell'Unione europea. Tutte queste supposizioni si basano sulla realtà? Più o meno. Di fronte a Mosca Prendiamo i rapporti con la Russia. Churchill all'inizio della campagna elettorale aveva lasciato intendere la possibilità di una sua visita a Mosca per discutere «ad alto livello» — ossia a tu per tu con Stalin — problemi del mondo. Non se ne è riparlato, ed il tentativo che gli americani hanno fatto nel frattempo per mezzo dell'ambasciatore Kirk ha molto raffreddato queste intenzioni. E' chiaro e noto che Churchill desidererebbe trattare. Trattare con la formula che coniò egli stesso « da una posizione di forza». Questa forza si sta ora raccogliendo abbastanza rapidamente. Churchill assumendo 11 dicastero della Difesa mostra di dare enorme importanza al riarmo difensivo, ed è ora che qualcuno della sua statura sottolinei l'importanza, l'urgenza e la serietà di questo sforzo britannico. Ma quando sia stata raggiunta una certa posizione di forza, Churchill non può dimenticare che le armi più grosse e più potenti e più importanti e le divisioni più numerose le hanno gli americani. Che insomma un passo inglese conta fino ad un certo punto, di ritenere che Mosca pensi che Churchill rappresenta un raf ma soltanto un passo di Washington può essere decisivo. Churchill rappresenta un pe- ricolo per Mosca? Né più nèmeno di Attlee. Si ha ragione forzamento occidentale in campo internazionale, ma un indebolimento in campo interno di questo e di altri Paesi europei. Se la pace continua, questi Paesi diventano più nervosi Botto governi di destra di que- sto genere, ma se scoppiasse la guerra, Churchill saprebbe forse esaltare gli spiriti come nessun altro uomo vìvo. Mosca sa che Churchill ama pensare più in termini strategici che non in termini diplomatici o politici. Sa dunque che con Churchill 11 processo di rafforzamento dell'Occidente può accelerare il suo ritmo. Mosca conta'ora sul fatto che il processo di riarmo può provocare forti reazioni di assestamente nella vita civile. Per Washington, Churchill rappresenta un alleato più energico e più vivace che non Attlee. Il Pentagono potrà ora trovare migliore comprensione a Londra, ma se Truman dovesse tornare debole ed Acneson dovesse trovarsi di nuovo in pericolo, si può star certi che Eden verrebbe in loro soccorso col consiglio della moderazione, esattamente come ha fatto Attlee. Nel Medio Oriente la situazione è difficile, ma non è più per così dire « inglese ». E' ormai occidentale ed il problema può essere visto soltanto collettivamente. I rapporti con l'Italia E veniamo ai rapporti anglo-italiani. Siamo alleati degli inglesi nel Patto 'Atlantico, uniti a loro in decine e decine di organizzazioni internazionali d'ogni genere, dal campo della finanza a quello della cultura, dall'OaEÌ.C.E. al Consiglio di Strasburgo, abbiamo ricevuto dalla Gran Bretagna commesse industriali ed agricole fino a quasi saturare le nostre possibilità in molti campi. Abbiamo una emigrazione in Gran Bretagna superiore a qualsiasi altro Paese. E' difficile intensificare la nostra collaborazione militare, industriale, commerciale, economica ed in un certo senso anche politica. Ma è urgente, anzi urgentissimo migliorare i nostri rapporti psicologici. Questi rapporti sono tornati ora ad un curioso stato di freddezza, dopo avere raggiunto un notevole grado di calore in occasione della visita di De Gasperi e di Sforza a Londra. Il grande motivo fondamentale di tale freddezza è il problema di Trieste. La politica estera britannica conservatrice richiederà un chiarimento di posizioni da parte italiana, e si limiterà da parte sua ad una comprensione non priva di simpatia e di amicizia. Eden, che è stato descritto dalla propaganda fascista come « anti-italiano », diceva, quasi un anno fa, ad una personalità italiana: « Mi hanno fatto passare per anti-italiano quando io ero invece anti-fascista. Mi consola il fatto che lo stesso purtroppo è stato detto di molti fra gli italiani migliori ». Per1 quello che riguarda poi la politica di Churchill, si dovrebbe concretare soprattutto nell' esigere costantemente una chiarificazione dei problemi o degli stati d'animo. Il che, in un certo senso, potrà essere uno dei modi per ripristinare al più presto l'eccellente e cordiale atmosfera del marzo scorso. Riccardo Aragno dsfprgt Eden esce dal Foreign Office dopo una visita. (Telefoto)