Un incontro a Washington tra Churchill e Truman? di Gino Tomajuoli
Un incontro a Washington tra Churchill e Truman? PREVISTO PER IL PROSSIMO NATALE Un incontro a Washington tra Churchill e Truman? Le favorevoli reazioni americane alla nomina del vecchio leader (Dal nostro corrispondente) Washington, 25 ottobre. La soddisfazione degli americani per la vittoria dei conservatori è senza riserve. Truman l'ha salutata soprattutto come la vittoria del suo vecchio amico Churchill di cui è uno dei più aperti ammiratori. Gli ambienti economici e militari dicono apertamente che ora si apre una nuova Era per la collaborazione fra le due maggiori potenze dell'Occidente. La stampa e l'opinione pubblica sono visibilmente contente che < l'equivoco socialista > non stenda più la sua ombra sull'Inghilterra. Non un commento giornalistico rimpiange 1 sei anni di esperimento laburista. La prima e più importante ripercussióne americana della vittoria conservatrice è che la Casa Bianca ha ammesso, non ufficialmente, di prepararsi ad invitare Churchill a conferire col presidente Truman. La visita non potrà avvenire prima di Natale perchè Truman tornerà dalla sua vacanza in Florida alla fine di novembre ed anche Acheson sarà di ritorno dalla conferenza del Consiglio atlantico di Roma ai primi di dicembre. Nel frattempo la Casa Bianca ed il Dipartimento di Stato avranno potuto stabilire più esattamente quale valore attribuire alla promessa elettorale di Churchill sull'incontro suo e di Truman con Stalin. Prima che l'invito a venire a Washington venga diramato infatti, il governo americano deve sapere se, divenuto premier, Churchill terrà conto della dichiarazione ripetutamente fatta da Truman di esser sempre pronto ad incontrarsi con Stalin a Washington ma non a recarsi a Mosca od in qualsiasi altro luogo. Si precisa stasera alla Casa Bianca che nulla permette di pensare che Truman abbia intenzione di modificare quella dichiarazione non già perchè tenga soprattutto a far rispettare 11 prestigio della sua carica, ma perchè solo se Stalin sarà disposto a recarsi a Washington si avrebbe la conferma che Stalin si recherebbe all'incontro dei tre Grandi animato da sincere intenzioni di raggiungere un accordo. D'altra parte si pensa qui che la vittoria conservatrice obbligherà anche Mosca e Pechino a riconsiderare il loro atteggiamento verso l'Occidente, poiché la collaborazione angloamericana diverrà indubbiamente più forte e soprattutto più immediata. Nessuno del due governi comunisti può più speculare sulla possibilità che Londra e Washington assumano atteggiamenti divergenti su questioni essenziali come è invece accaduto per la questione del riconoscimento del governo comunista cinese. E' improbabile che il nuovo governo annulli ora il riconoscimento, ni MIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII ammette stasera al Diparti- lmento di Stato, ma solo a con- idizione che Pechino dia prove aconcrete di voler raggiungere tuna soluzione rapida e conve- cniente della questione coreana. La previsione che si fa questa sera è dunque che sia Mosca che Pechino reagiranno alla vittoria conservatrice in modo positivo per l'Occidente, sapendo bene che Churchill, come Truman ed Acheson, considera che la lotta contro il comunismo è globale e che l'Inghilterra non ha la scelta di una terza via come, seppure sempre più debolmente, il Governo laburista aveva sperato. Circa gli altri aspetti delle conseguenze che la vittoria dei conservatori avrà sulla politica interna ed internazionale inglese, nessuno si attende qui che i conservatori rimettano indietro le lancette dei- I ■■■■■■Illllll IMlIllllllllllIìllllllllllllllllli l'orologio denazionalizzando le industrie-chiave, restituendo all'iniziativa privata i poteri toltile dal laburisti. Tutto quel che si spera da Churchill e dal nuovo Governo è una condotta degli affari interni assai più decisa che in passato. Tutto sommato, ciò che più importa agli Stati Uniti è che Churchill e non il partito conservatore sia tornato al potere. Da lui gli americani si aspettano la guida morale della coalizione occidentale in un momento cosi critico e si conta apertamente sulla sua esperienza del mondo e sulla sua indiscussa abilità di capo in momenti tempestosi per sperare che un nuovo conflitto venga evitato senza dover pagare la pace a prezzo di abdicazione. Gino Tomajuoli
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