La Amiotti condannata a otto anni di reclusione

La Amiotti condannata a otto anni di reclusione La Amiotti condannata a otto anni di reclusione La riunione della Corte è durata 5 ore e 23 minuti Alle prime parole della sentenza l'imputata si accascia urlando: "iVo, no, no, Aldo, Aldo!„ - Il ricorso in Appello (Dal nostro inviato speciale) Vercelli, 23 ottobre. Più che la solita curiosità del processi passionali, questo di Giuseppina Amlotti specialmente verso il suo epilogo ha destato un morboso interessamento, una attesa eccezionale. Basti dire che in taluni esercizi pubblici sono perfino corse scommesse. La furia del giuoco oggi spinge a scommettere sulla galera o sulla libertà. I pronostici erano vari. Si propendeva dal più per una condanna d'omicidio mite quale aveva chiesto il P. M. cioè con l'esclusione della premeditazione e con l'attenuante della provocazione grave a sedici anni di reclusione. Da altri invece ai riteneva che la Corte avrebbe ripiegato verso 11 reato di tentato omicidio, mentre taluni — ed erano meno numerosi — ritenevano possibile una assoluzione completa, cioè sic et simpliciter aderivano alla versione del suicidio per l'autorità che le veniva dal perito giudiziario dott. prof. Pormaggio di Pavia. L'elemento femminile in maggioranza parteggiava per questa tesi. L'udienza era stata rinviata alle ore 10 di stamane, ma già due ore prima la folla faceva coda all'ingresso dell'aula di Assise. Quando fu sufficientemente gremita, questo ingresso venne bloccato e centinaia di curiosi furono spinti sotto la pioggia fuori dal medioevale fortilizio che è occupato dagli o o i l o a a l n o o o a o a Uffici giudiziari e dalle Carceri. Qualche minuto dopo le ore 10 ha fatto il suo ingresso la Corte. Nel posti riservati si notava una sola persona, il vecchio padre dell'ucciso. Egli non è mal mancato ad alcuna udienza, anche quando parlavano 1 difensori della sua tragica nuora e non erano benigni per la memoria del figlio. I parenti dell'Amiotti si assentavano invece alle arringhe di Parte Civile. . Il Presidente ha chiesto alle parti se non avevano nulla da aggiungere. Niente; e allora la Corte si è ritirata, senonchè dopo qualche minuto è rientrata e il Presidente per scrupolo ha rivolto all'imputata la domanda se aveva ancora qualche cosa da dire in sua difesa. L'Amiotti ha risposto con voce calma: cHo detto sempre la verità e non ho nulla da aggiungere ». Essa appariva stamane più rinfrancata che nelle udienze precedenti. Le arringhe del suoi patroni le avevano aperto l'animo alla speranza. La Corte s'è ritirata alle ore 10,15 e il pubblico non si è mosso per cinque ore e ventitre minuti esattamente. Da principio si riteneva che per mezzogiorno si sarebbe avuta la sentenza, però dalla prolungata attesa s'è capito che tra 1 giudici c'era discrepanza di vedute. Se ne ebbe la conferma quando, verso le 13, vennero introdotti in camera di deliberazioni pagnottelle imbottite e bottiglie d'acqua minerale. Nel lungo intervallo Giuseppina Amiotti non volle toccare cibo. In camera di sicurezza, naturalmente alla presenza di carabinieri, fu assistita dalla zia e dallo zio prete e fu recitato il rosario. Le voci oranti facevano singolare contrasto con l'tncomposto rumoreggiare della folla innervosita dall'attesa. L'Imputata pareva tranquilla ma doveva crollare alla lettura della sentenza. Infatti alle prime parole del dispositivo in cui s'affermava la colpevolezza nel reato di tentato omicidio aggravato, l'imputata s'accasciava sulla panca della gabbia lanciando stridule grida: « No, no. no. Aldo, Aldo! ». I tre carabinieri che la sorvegliavano da vicino furono pronti a sorreggerla e a trasportarla nell'attigua camera di sicurezza, mentre si dibatteva in preda a un attacco di desolazione. Dopo la prima impressione suscitata nel pubblico, il Presidente ha potuto proseguire nella lettura della sentenza quasi accompagnato dalle grida sincopate dell' Amiotti : «No, no, Aldo, Aldo!». La sentenza condanna l'imputata a 8 anni di reclusione per tentato omicìdio aggravato, col condono di tre anni, e a 15 giorni d'arresto pel porto della rivoltella, nonché a un anno di vigilanza, alle spese di giudizio in L. 250 mila per il padre e il nipote Buscaglia costituitisi Parte Civile, oltre i danni da liquidarsi in separata sede. Due anni e tre mesi ha espiato, tre anni sono condonati c quindi la pena si riduce a tra anni e tre mesi. I giudici nel sentenziare sono stati indecisi circa il quinto colpo, tanto discusso, se cioè sia stato sparato daH'Amiotti. epperciò l'hanno ritenuto assolta per insufficienza di prove. Ma quattro furono sparati da lei contro il marito con intenzione omicida e quindi la condanna a 8 anni nella maggioranza della popolazione è stata accolta come sanzione giusta e umana. Sperare, come hanno fatto congiunti e amici dell'imputata, nel pieno accoglimento della versione del suicidio e quindi in una assoluzione, fu sperare troppo, « oltre il credibile » come già affermava la sentenza della Sezione Istruttoria rinviando l'imputata a giudizio della Corte d'Assise per omicidio nggravato. I patroni della condannata hanno ricorso in Appello. Ercole Moggi Il volto pieno d'ansietà dell'Ami otti prima della sentenza; 1 familiari (U sacerdote ò suo zio) cercano di confortarla. ili i u i n iiiiiiinin imi iiiiiii iiiiiiiii imi 11 il iiii t iiiiin iitniii i ■ il ■ il il ■ il ti ■ 11 m i n i m i m 1111 u n 1111111111

Persone citate: Buscaglia, Ercole Moggi, Giuseppina Amiotti, Giuseppina Amlotti

Luoghi citati: Pavia, Vercelli