L'aumento del 15% sui salari sarà chiesto dall'on. Di Vittorio

L'aumento del 15% sui salari sarà chiesto dall'on. Di Vittorio L'aumento del 15% sui salari sarà chiesto dall'on. Di Vittorio La CGIL giustifica la richiesta con cifre sui profitti industriali, subito contestate dalla Confindustria • La legge sindacale alla Camera entro il 15 novembre Soma, 18 ottobre. Il segretario generale della C.G.I.L., Di Vittorio, ha annunciato ufficialmente nel pomeriggio d'oggi che la sua organizzazione sindacale intende proporre un aumento generale dei salari del 15 per cento. La richiesta è stata giù- ìcata dal leader sindacale con l'aumento dei profitti industriali che, secondo la sua tesi, sarebbero aumentati nel 1950 di 168 miliardi rispetto al '49, pari al 18,20 per cento dei salari Fagati. « Noi domandiamo aumento dei salari — ha spiegato Di Vittorio — non per compensare l'aumento dei prezzi, ma per potenziare la capacità d'acquisto dei salari stessi. Elevare il livello salariale è un mezzo per accrescere le possibilità d'acquisto e stimolare la produzione >. Egli ha chiesto inoltre un'integrazione salariale per i disoccupati parziali e la diminuzione della differenza tra 1 salari delle donne e degli uomini. La Confindustria ha Immediatamente replicato all'annuncio contestando la cifra sui profitti da lui fornita, ricordando che dall'aprile i salari tanno avuto un aumento del dieci per cento per effetto del solo aumento della contingenta e sostenendo infine che le Cichieste della C.G.I.L., del utto insostenibili, hanno uno specifico carattere extra-sindacale. Tali tesi erano già state sviluppate in una lettera inviata dalla stessa Confindustria alla C.G.I.L. ove essa prendeva risolutamente posizione sulla questione, prendendo lo spunto dalle agitazioni periferiche già iniziate allo scopo e dalle chiare anticlparioni in argomento fatte dagli esponenti della C.G.I.L. « L'industria — si diceva tra l'altro nella lettera — non si opporrebbe a un aumento reale del salari quando se ne riscontrassero i presupposti, ma nelle attuali circostanze gli aumenti sarebbero puramente nominali e se ne dovrebbero poi sopportare le conseguente ». La « battaglia dei salari » che la C.G.I.L. intende promuovere a breve scadenza, ha fatto tornare sul plano dell'attualità il progetto governativo di regolamentazione dei sindacati. Questa sera si è saputo che il ministro del Lavoro, Rubinaccl, lo ha ormai messo a punto, cosicché si dà per certo che dopo un ulteriore esame da parte del Consiglio dei Ministri, esso sarà ri' messo alle Camere entro la Erima quindicina di novemre prossimo. « Il progetto di legge sindacale — ha detto in proposito il ministro Rubinaccl — non si propone di instaurare alcuna, forma di coercizione ne] confronti di organizzazioni sindacali, ma solo effettuare una regolamentazione definitiva nel campo del lavoro senza menomamente deviare dai principi! costituzionali >. Nel progetto è ribadito 11 criterio che i contratti collettivi sono obbligatori nei confronti di tutti gli appartenenti alle categorie interessate, e cioè anche di coloro che non siano iscritti a sindacati, in quanto i Patti hanno natura contrattuale per il modo della loro formazione, ma normativa in fatto di efficacia. Uno sciopero inteso a determinare nuove condizioni di lavoro è naturalmente lecito, ma, mentre esso è In corso, si considera automaticamente sospeso il rapporto di lavoro e di conseguenza è Inibito agli scioperanti l'accesso nei locali ove usualmente prestano la loro opera. Uno del punti controversi era stato finora quello degli scioperi degli addetti ai servizi pubblici. Si è trovata una soluzione: il progetto li regolamenterà per gruppi (alimentazione, erogazione di acqua, energia elettrica e gas, ecc.). Per ciò che riguarda la vexata quaestio del diritto di sciopero per gli statali, il progetto la tratta marginalmente: esso difatti stabilisce che lo sciopero è lo strumento attraverso il quale al giunge ai conbratto collettivo, contratto che non regola il rapporto di impiego dei dipendenti statali. Questi devono invece ottemperare alle norme di legge che stanno a base del loro stato giuridico.

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