Arte marinara

Arte marinara -=LA BIENNALE DI GENOVA Arte marinara Ammessi 246 artisti italiani e 110 stranieri - L'assegnazione dei premi (Dal nostro Inviato speciale) Genova, 13 ottobre. Nelle sale dell'immenso palazzo dell'Accademia Ligustica che le bombe e le cannonate avevano ridotto in stato deplorevole, ed è stato ora parzialmente riattato, si è Inaugurata stamane, alla presenza del Sottosegretario on. Roberto Lucifredi la prima Biennale internazionale di Arte marinara che il comune di Genova ha intenzione di erigere in ente permanente: essa tuttavia non fa per niente concorrenza alla consorella veneziana limitandosi anche per l'avvenire all'arte marinara. Anche per altre caratteristiche queste Mostra si distacca, e si distaccherà, da quella di Venezia e da altre consimili. Non ci sono infatti qui inviti, non mostre personali bensì le opere tutte vengono sottoposte al vaglio della giuria, che ne ammette un massimo di tre per artista. Naturalmente ciò va inteso per tutti coloro che intendono concorrere ai premi: poiché alcuni grandi nomi, nè sarà necessario darne l'elenco, onorano semplicemente la mostra con la loro presenza mentre le loro opere sono state considerate fuori concorso. Ne è venuto per tal modo alla Mostra un carattere di vivezza, di spontaneità, e anche un poco di improvvisazione che non nuoce al suo interesse. Ben 1092 tra pittori e incisori hanno mandato opere al vaglio della giuria: la quale era composta di nomi internazionali tra i quali figuravano personalità notissime, come il pittore messicano Alfaro Slqueiras, Carlo Carrà, G. C. Argan (Fernand Léger e Sutherland erano malati e non sono potuti venire). Sono stati ammessi 246 artisti italiani con 311 opere e 110 stranieri con altre 193 opere: artisti delle più diverse tendenze e grado di maturità, alcuni anziani, altri delle generazioni medie [altri giovani e giovanissimi. Il senso di varietà è poi accresciuto dalla presenza di artisti di molti Paesi, venti in tutto, anche se alcune di queste Nazioni sono rappresentate da un solo pittore (la più ricca rappresentanza è quella della Francia, che ha qui una pattuglia numerosa e compatta). Il tema della Mostra — il mare, la vita marinara in tutte le sue manifestazioni e addentellati — permetteva evidentemente una grande latitudine di interpretazione: e non si può certo dire che gli artisti abbiano mancato di approfittarne. Dati anche i criteri evidenti di un tal quale equanime eclettismo nella giuria, ne è venuta una Mostra assai variata, di livello anche abbastanza diseguale — forse in certi casi un maggiore rigore sarebbe stato opportuno e salutare — di aspetto un poco bohème. Fra l'altro gli organizzatori si inorgogliscono di essere riusciti a metterla in piedi con un massimo di economia, e questo, dato l'andazzo italiano, è certo cosa encomiabile. Altra cosa è infatti una mostra storica, dove è desiderabile un grande rigore ed aristocraticità di presentazione: trattandosi invece di cose contemporanee non è male che si miri soprattutto alla vivacità, con quel certo che di improvvisato che hanno le cose nel loro farsi. Nella decina di sale ad essa dedicate, la pittura italiana è presso a poco tutta presente. Una sala riunisce i grandi nomi, e tra essi è dato notare un magnifico De Plsis, un bel Guidi (il vecchio) tra Casoratl, Campigli, Carrà, Sironl, Guttuso. Per il resto, si procede dalla prima sala, dove sono i più tradizionalisti, con progressivo avvicinarsi alle forme più audaci e spregiudicate. Quello che colpisce, ma non solo nella sezione italiana, bensi in tutte quante, la francese compresa, e che nel desiderio di uscire dalie ricerche formali — neocubiste astratteggiantl e simili — volgendosi a un nuovo modo di realismo che includa una certa ambizione narrativa, si va verso una tendenza alquanto pe ricolosa che fa tornare alla mente qualche decina di anni addietro. Torna a farsi innanzi, vale a dire, una pittura tutta chiassosa ed esterna, re boante, declamatoria, che pretende colpire colla violenza dei gesti non meno che delle tinte, fare colpo non meno col « soggetto » che con la vistosità della presentazione. Per questo, sono particolarmente da lodare coloro che riescono a tenersi su di una via di serietà e di rigore di ricerca, siano essi in un cani po o nell'altro. E tra essi fa piacere 11 noverare parecchi giovani, che promettono e an che già mantengono. E tanto per fare qualche nome, Bacci, Ilario Rossi, Bruno Zoni, Cra11, Gino Morandi, Poli, Giangottini, Cremonini, Zigaina, Versetti. Tra i più noti abbiamo particolarmente ammirato Cassinari, Mafai, Carlo Levi per il paesaggio, Tato, Sassu, Pizzinato, Tettamanti, Paulucci, Chiti e Viviani. Fra i francesi, spiccano le opere di Léger, di Lhote, di Lotiron, di Pignon, di Masson, assai migliore che a Torino, di Carzou, di Graumann, fra gli svizzeri si nota Rebellaz, fra i tedeschi Lisly; e poi il cinese Zao Wo Ki con un delizioso paesaggio marino. La giuria ha proceduto sta mane all'assegnazione dei pre mi: e Aligi Sassu (Italia) Survage (Francia), hanno avuto i due premi di mezzo milione; Armando Pizzinato trecentomila lire; Desnoyer altrettanto; centocinquantamila il cinese Zao Wo Ki, centomila il francese Kerg e Giuseppe Zigaina; altri numerosi i premi minori. a. i\

Luoghi citati: Francia, Genova, Italia, Torino, Venezia