Ettore Grande a Bologna in attesa del processo

Ettore Grande a Bologna in attesa del processo Ettore Grande a Bologna in attesa del processo Il viaggio in "giardinetta,, dalle Nuove di Torino ■ il cordiale incontro col suo difensore aw. Stoppato (Nostro servizio speciale) Bologna, 12 ottobre. ieri, fino a tardi, moltissimi a Torino telefonarono a casa del signor Sacchi per sapere a che ora della notte o del mattino sarebbe partito. I più astuti, girando l'ostacolo, si accontentavano di chiedere come avrebbe impiegato il suo tempo. Al microiono si, udivano pure delle voci femminili che affettavano una certa noncuranza* e con esse la signora Sacchi fu un po' più brusca, rispondendo come al solito che ara all'oscuro dei piani del marito, che non c'era assolutamente niente che potesse giustificare tante telefonate. Il signor Sacchi è proprietario di un'autorimessa e tra l'altro ha da molti anni t'incarico dall'amministrazione delle carceri torinesi di piovVEderecon le proprie mccchine al trasporto dei detenuti infermi o ritenuti tali per ragioni di opportunità. Bistrvatissimo ormai, come uno di quei carabinieri che gli viaggiano al fianco, Sacchi non disse a nessuno che stamane alle 6 egli doveva trovarsi alle carceri Nuove con la giardinetta verde scuro targata TO 104705, l'automobile dei prigionieri, per rilevare una sua vecchia conoscenza. Sacchi ricorda di avere trasportato Ettore Grande nel 1939 e anche di avere accompagnato in visita a Fossano, sia pure su di una macchina meno tetra, il padre di lui, prof. Stefano Grande. Allora la tariffa era di cinque lire al chilometro, Ettore appariva più giovane, elegante e sicuro di sè, il prof. Stefano meno sordo e angosciato, le strade non erano ancora piene di macerie e la gente non si interessava troppo alla vicenda di Bangkok. Poi, insieme con l'aumento delle tariffe, sono sopravvenute le tante cose che sappiamo, ed Ettore Gran, de, sempre meno giovane, sempre meno elegante e con la vista ormai un po' indebolita (stamane si lamentava di non poter leggere bene i cartelloni lungo la strada) è diventato l'eterno prigioniero, una remota immagine dell'anteguerra, proiettata ostinatamente su questa nostra vita di oggi che nel frattempo è tornata ad essere nervosa e precaria quasi come allora. La macchina di Grande (entro vi erano oltre al Sacchi, un maresciallo e due carabinieri) è partita dunque da Torino alla chetichella, ha toccato Alessandria, Voghera, Piacenza e, imboccata la via Emilia, è arrivata alle carceri bolognesi di S. Giovanni in Monte alle 12,45. E' stato un viaggio abbastanza comodo attraverso città, paesi e campagne che il prigioniero non rivedeva da 12 anni e di cui, passando, rtevo cava brevemente la storia per diletto suo e dei suoi guar iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiii diani. Grande — assicura fiSacchi che di detenuti se ne intende — è una persona istruita e tranquilla e la sua traduzione — per dirla in gergo — è una traduzione facile, da non paragonarsi affatto a quelle che si devono fare talvolta di certi furiosi, da Torino ad Aversa. Durante il viaggio l'ex-diplomatico ha accennato alla sua vicenda due volte, quando ha rimpianto la scomparsa del prof. Uffreduzzi, la cui perizia gli fu favorevole, e quando ha esclamato sospirando: « Spero nella giustizia». Indossava sopra un abito grigio a righe, un leggero pastrano color marrone, un vestiario ormai invecchiato, senza più quel tono elegante che fu del diplomatico di palazzo Chigi. Quando il cancello delle carceri si è aperto per far passare la macchina di Torino, la piazzetta di S. Giovanni in Monte era deserta. Soltanto i muratori lavoravano al palazzo che sorge di fianco alla chiesa. Durante le solite pratiche per l'immatricolazione l'ex-diplomatico, che fu già detenuto a Bologna, ha detto al direttore delle carceri: « Dopo 12 anni di tribolazioni spero che finalmente esse stiano per finire >. Poi è arrivato il suo difensore bolognese aw. Sergio Stoppato e rincontro è stato assai affettuoso. Anche a lui, abbracciandolo, il prigioniero, che appariva più sereno e sorridente dopo il lungo viaggio, ha ripetuto la sua tedreggginGi chststpaAribcafeotaMce?Cè fsoEgrhMvaFiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii fiducia nel verdetto della Cor- te bolognese. Infine, accoglier do la sua richiesta, il direttore delle carceri gli ha assegnato una cella individuale e gli ha promesso pure di fargli avere presto alcuni libri inglesi. Nelle due valigie che Grande ha portato da Torino i libri non mancano ma pare che gli servano quelli richiesti per completare certi suoi studi. Il 18, Ettore Grande comparirà davanti alla Corte di Assise; il 19, ^Valter Reder si ripresenterà davanti al Tribunale militare poi i due processPmarceranno insieme fino alla fine. Il dente dell'epistrofeo o ì massacri? si chiedono ora gli appassionati di spettacoli giudiziari. Bangkok c Marzabotto? A questi due eccezionali tenori seguirà poi il ?iù celebre soprano del delito, Rina Fort. E forse anche Corinna Grisolia. Il cartellone è fin troppo ricco quest'anno, 8- v.