Un progetto italiano per l'esercito europeo

Un progetto italiano per l'esercito europeo Un progetto italiano per l'esercito europeo Vivo allarme in Francia per la situazione creatasi in Egitto e nel mondo arabo - Si vorrebbe che Londra assumesse un atteggiamento più energico - Preoccupazioni per l'Algeria, Tunisia e Marocco (Dal nostro corrispondente) Parigi, 0 ottobre. La realizzazione dell'esercito europeo sarebbe entrata in una fase conclusiva. Un progetto, che gli ambienti della conferenza di Parigi definiscono « concreto », è stato presentato ieri dalla delegazione italiana alla testa della quale si trova l'on. Ivan Matteo Lombardo, e 11 testo di esso, consegnato oggi alle varie delegazioni, verrà discusso domani: H maggior riserbo viene osservato sul suo contenuto, giudicandosi inopportuno diffonderlo quando può essere — e lo sarà sicuramente — più o meno modificato, come avviene sempre in ogni negoziato internazionale. Si assicura però che il progetto italiano abbonda nel senso •« europeo » e si afferma che i negoziati per la creazione dell'esercito europeo fanno « passi da gigante ». Anche l'Olanda, che fino a ieri era rappresentata alla conferenza soltanto da un osservatore, vi parteciperà d'ora in poi attivamente, come le altre delegazioni. Imprevidenza? L'ottimismo dei diplomatici sull'esito dei negoziati per l'esercito europeo e offuscato però dal pessimismo sulla situazione nel Medio Oriente e in Africa Settentrionale. La crisi anglo-egiziana, dopo quella anglo-persiana, mentre anche la Lega Araba si agita per tentare di eliminare la Francia dalla Tunisia, Algeria e soprattutto dal Marocco (l'Egitto ha portato la questione del Marocco dinanzi alle Nazioni Unlte), suscita a Parigi vive preoccupazioni, e pure accusando di imprevidenza il governo di Londra, che non ha saputo o voluto fare in tempo le opportune concessioni, e ha fatto invece la politica dell'* apprentl sorcler », — cioè del falso mago che scatena gli elementi e poi non li sa disciplinare nè fermare — si vorrebbe che allo stato attuale delle cose Londra assumesse un atteggiamento energico. Certo si insinua che, quando gli inglesi vengono eliminati dal Medio Oriente — di dove pochi anni fa cacciarono via la Francia, loro alleata, senza eccessivi riguardi — e quando rischiano di essere eliminati dal Sudan, la politica del.Foreign Office e del Colonial Office, nonché l'Intelligence Service, hanno ciò che si merita¬ nzamfU]|imiimmh!llllllllllMlll1llllllllllllinnillllllllI no, ma si teme che « l'umiliazione senza precedenti inflitta alla bandiera britannissu», come scrive Paria Presse, si trasformi in un « disastro occidentale », come scrive Le Monde, disastro di cui la Francia subirebbe la sua parte di danno in Africa Settentrionale. Lo scopo di Nahas pascià, commenta un giornale, è di mettere l'Inghilterra di fronte alle sue responsabilità, e di portare il problema dinanzi a un tribunale internazionale, ger mettersi al riparo da un itervento armato. Inoltre non si ignora, al Cairo, che l'Inghilterra controlla il Canale di Suez e che l'occupazione del territorio egiziano con circa 100 mila soldati è una realtà che costituisce una carta di primissimo ordine nel gioco inglese, nè ci si illude al Cairo che i soldati vengano immediatamente ritirati, ma .si vuole sottoscrivere una specie di assicurazione chièdendo sin da ora una evacuazione che regolarmente dovrebbe aver luogo fra cinque anni. Si sa che Londra abbandona sempre il più tardi possibile i territori sotto il suo controllo, e aspettando l'ultimo momento per chiedere la fine dell'occupazione, essa andrebbe sicuramente oltre il 1956. Intanto 1 titoli del Canale di Suez hanno subito un terribile crollo alla borsa di Parigi (alcune categorie sono in. dietreggiare di parecchie migliaia di franchi) e la situazione del Medio Oriente, che è stata evocata anche nel Con. sigilo dei Ministri francese, cui Robert Schuman ha esposto le ripercussioni dell'avvenimento sul mondo arabo, è stata oggetto di attento esa me nelle conversazioni militari atlantiche anglo-franco americane. Evitare le rivalità Secondo gli americani tutto il problema della difesa del Medio Oriente è di nuovo sul tappeto, ma gli inglesi insl sterebbero nel chiedere che quella zona, la quale dovrebbe comprendere anche l'Egitto e 1 Africa settentrionale, cioè tutto il mondo arabo, sia Indipendente dal comando del la zona mediterranea. E' invece tutta, la politica per il mon do musulmano delle Potenze occidentali che, secondo i diplomatici francesi dovrebbe essere riconsiderata, per evi Illll1llllllllll1llllll!lllllllliMIIIIIIIinil1lllllll1llll tare che le loro rivalità siano abilmente sfruttate dagli arabi. Gli avvenimenti dell'Egitto hanno avuto influenza sul lavoro del comitato dei « dodici apostoli »? Esso si è riunito stamane, come previsto, ma soltanto domani il generalissimo Eisenhower farà una esposizione della situazione, chiedendo che ogni Paese faccia il massimo sforzo per il riarmo, e giovedì soltanto sarà redatto un preciso prò' gramma di lavoro. Intanto la elezione del comitato esecutivo che dovrebbe essere costituito, di massima, dai soli a merlcani, inglesi e francesi, è stata rimandata per l'assenza di alcuni ministri, fra cui Pella, che è arrivato soltanto stasera, ma anche per l'opposizione di alcune piccole Nazioni, poco propense ad affidare il loro destino a un diretto' rio dal quale esse siano assenti. m. ■1111 ■ 1111 i 1111111 ( 11 (11111111M P M M1111M11111M111M f 11U1 Elisabetta e Filippo d'Inghilterra in visita alla Cittadella di Quebec. (P.EÙ'ofotO) 1111111 i 11S MI ) I j 11111111M11111M < E [ 111 ! 11111111 h 11l 1111111111111 ! 1111111 ) 11111111111111111111 ] 11M11M L111111111 [1114111 1 r i 111 11 m ( I i 1111111111 i 11 11 11 ! ■

Persone citate: Eisenhower, Ivan Matteo Lombardo, Nahas, Robert Schuman