Successo inglese dei "Promessi Sposi,,

Successo inglese dei "Promessi Sposi,,Successo inglese dei "Promessi Sposi,, Gl'inglesi stanno scoprendo / Promessi Sposi, i critici gridano al capolavoro. « Era ora! » dirà qualcuno. Come che sia, mi pare che ci si debba molto rallegrare per il fatto nuovo. Sono varie le ragioni, psicologiche, storiche, letterarie, per le quali / Promessi Sposi hanno incontrato scarsa fortuna in Inghilterra finora, e sono stati piuttosto trascurati dagli stranieri in genere. Si può dire che in Germania soltanto, grazie alla tradizione illustre che ri sale a Goethe, capita di trovare ammiratori del Manzoni. Ma è soprattutto presso gli scrittori, i romanzieri, gì'intellettuali, che / Promessi Sposi sembrano avere c cattiva stampa ». Una delle ragioni di questo pregiudizio sfavorevole è, forse, quella avanzata dal crìtico inglese V. S. Pritchett in una conversazione' tenuta giorni fa alla B.B.C, a proposito della nuòva traduzione de / Promessi Sposi apparsa recentemente in Inghilterra. Manzoni, notava il Pritchett, non fa mai del sentimentalismo, nè, come romanziere, cade mai nell'errore di forzare l'azione e imporre conclusioni arbitrarie. E' all'amore, come grazia e còme virtù, che Manzoni riconosce il valore supremo che gli compete. Orbene, constata il Pritchett come segno dei tempi, questo amore non è più « intellectually fashionable in the present thnet. E cioè: presso gl'intellettuali del nostro tempo non è più di moda far conto dell'amore come di un elemento superiore e determinante. C'è parecchio di vero in questa osservazione. Basti citare primi, nomi che si affacciano alla mente: un Mauriac in Francia, un Graham Greene in Inghilterra. Si direbbe che per questi scrittori dichiaratamente e quasi programmaticamente cattolici, la religione che nell'amore ha il suo principio e il suo fine non esista che per indurli nello studio affascinato c torbido del peccato. Si direbbe, oltre tutto, che questi romanzieri temano di non interessare il lettore se non l'introducono per prima còsa fre le ambigue penombre della nostra vita più sotterranea, se nou gli fanno percorrere passo passo i cunicoli più persi, bui e disperati della coscienza. Come se i" Manzoni non fosse sovrano proprio nell'arte di queste impavide discese agl'Inferi! Basti pensare a come sono esplorati — con quanta determinazione e quanto rigore, ma con quanta carità insieme! — i recessi dell'animo dove ha intessuto le fila del suo tragico destino la sventurata Gertrude. Ma la differenza, il punto cruciale è qui: Vanimus dell'artista è un altro. Il Manzoni, non meno che Dante, non si risolve ad affrontare l'abisso che per risalire a contemplare le stelle fatte più fulgide. Di girone in girone, lo sguardo non cessa di mantenersi fermo e casto — pietoso ed anche affettuoso, certo, ma affatto sgombro di complicità o di compiacenza. E il medesimo Pritchett, in un precedente articolo pubblicato sul New Statesman, riconosceva, ammirato, al Manzoni il valore tutto positivo della sua fede cristiana nella sua opera di romanziere: « Manzoni riuscì (laddove si può dire, a conti fatti, che i romanzieri protestanti inglesi fallirono) nel creare personaggi positively good — intrinsicamente buoni, il che è un elemento indispensabile in opere di portata universale — e ci riuscì senza che il suo "messaggio", secondo il quale l'amore, il sacrificio, il coraggio, la pazienza e la carità sono le sole armi, e non necessariamente vittoriose, contro la tirannia e l'ingiustizia, risulti mai come un ingrediente introdotto solo per dar consistenza alla pasta del romanzo: quel "messaggio" ne è anzi il solo movente e il lievito indispensabile ». Come si vede, ecco un critico che d'acchito ha misurato la statura del Manzoni, che ne ha penetrato l'animo, e per chi conosca l'accanito pregiudizio radicale e laicista che caratterizza la tendenza del settimanale sul quale sono apparse queste parole, sarà un nuovo motivo di compiacimento la spregiudicatezza di tanto omaggio reso al Manzoni. Gli altri critici inglesi hanno quasi concordemente fatto coro. Ma è soprattutto il successo presso il pubblico che fa sbalordire: l'editore stesso, Dent, non ne rinviene. Pubblicata in piena estate, e quindi fuori stagione, questa nuova versione de / Promessi Sposi (l'ultima eseguita in Inghilterra, e mai ristampata, risale al 1845!) ha esaurito le novemila copie della sua prima edizione in sei settimane. La seconda edizione ha seguito lo stesso ritmo di vendita, tanto che l'editore sta pensando a una terza, che sarà riveduta e corretta. Fra non molto, infine, il romanzo uscirà purè in America, lanciato da un editore entusiasta, il Dutton. Ma è ora di raccontare come è nata questa nuova versione de / Promessi Sposi, al successo della quale molto avrà certo giovato l'intelligente « campagna » manzoniana bandita negli anni scarsi da Alessandro d'Entrèves dalla sua cattedra di Oxford, e che si è coronata con la conferenza te: nuta alla British Academy di Londra nel gennaio del '50 L'odierna traduzione è dovuta ad Archibald Colquhoun, .unoscozzese che, venuto come tanti altItacomròindoti,ufbifril lenoseleItgunreletevafadzitrglpcm"ezmcmrvddsoqvpePgagsqrndasscdvqiciqdqcvpdtdaphdsut n e n e a i i " e e n o o n e o a o o l o a i a el d e n e a e tnnr zi io ii, e ee te ouo o o. s: ne, ta si lal la in odi ta rà luun Ma ta ola to nrsi la si e: di ta nonti altri a fare un po' di pittura in Italia prima della guerra, si era coscienziosamente letto / Promessi Sposi in italiano, senza però prenderci che un mediocre interesse. In guerra il Colquhoun, dopo varie vicende su vari fronti, si trovò ad essere uno degli ufficiali maggiormente responsabili nell'opera di collegamento fra gli Alleati e i partigiani. Così il Colquhoun è penetrato dietro le quinte del paesaggio: ha conosciuto l'Italia dal di dentro, e, senza cecità, ma profondamente, le ha voluto bene. Tornato in Italia con la moglie, dopo la guerra, il Colquhoun si proponeva di riandare i fatti del suo recente passato e di raccontare le sue esperienze fra i combattenti italiani. Passò mesi a provarcisi, ma invano: la materia si faceva elusiva, non gli riusciva di afferrarla. Era come se l'essenziale, il movente segreto e che trascendeva la nuda cronaca degli avvenimenti, sfuggisse alla presa; Un giorno, il caso volle che una vecchia copia de / Promessi Sposi, e anzi quella stessa "etta dieci anni prima (una edizione del 1840 recuperata quasi miracolosamente in una vecchia casa d'Ischia), gli tornasse tra mano. Improvvisamente il libro rivelava il suo messaggio, rivelava il lettore a se stesso. Ecco d'un tratto una storia di tempi difficili, e anzi terribili, attraverso la quale il lettore di qualunque parte del globo poteva rivivere, in essenza, l'esperienza propria, l'esperienza più individuale, e trarne, volendo, una « morale ». Personalmente mi auguro che un giorno il Colquhoun si metterà a scrivere le sue memorie di guerra (attualmente ha intrapreso una Vita del Manzoni), ma quando gli successe di « scoprire » / Promessi Sposi, capisco benissimo che gli sia venuto fatto di dirsi: «Tutto quello che avrei da raccontare io può benissimo aspettare: il « sugo della storia », che è la storia mia perchè nello stesso tempo è la storia di tutti gli uomini quando vivono in epoche sconvolte come questa, lo esprime molto meglio il Manzoni. E quindi la miglior cosa che posso fare è di rivelare il capolavoro del Manzoni a quelli che parlano la mia lingua, dato che ignorano totalmente questo grande libro ». Così la liberazione intcriore che gli si era negata quando aveva tentato di scrivere in prima persona e narrando di se, il reduce dalla Campagna d'Italia la trovò nell'ardua fatica del tradurre / Promessi Sposi. Per tre anni il lavoro fan. assiduamente perseguito senza che il Colqu houn sapesse di poter contare su di un editore. Ma imperterrito seguitava: bussava ogni tanto a un'altra porta, non si smarriva per i rifiuti. Qualche editore pa reva abboccare, ma poi gli veni va meno il coraggio- Un libro così grosso, passi ancora, ma tanto noioso quanto illustre! Un romanzo a lieto fine, coi cattivi puniti, i buoni premiati: a questi chiari di luna! Alla fine la costanza del traduttore fu oremiata: per i tipi della casa Dent è ora uscito un bel volume che contiene anche un breve saggio biografico sul Manzoni dello stesso Colquhoun, che serve di ottima iniziazióne. Fra due anni il libro, in altra veste, entrerà a far parte della collezione Everyman, famosa e divuleatissima occupando cosi in essa finalmente il posto che spetta a quello che Manzoni così deliberatamente volle che fosse t il libro per tutti ». Come ha assolto il Colquhoun il compito assuntosi nella impre sa disperata di tradurre un'opera intraducibile fra tutte? Le lodnon sono mancate nella stampa inglese, e anzi sono state assavive e generali; ma certi critichanno rimproverato al Colqu houn di esser caduto un po' netrito, nel soverchiamente colloauialy per rendere la famigliarità di certi dialoghi. Era stato un nroblema grosso per il Manzoni: figurarsi por i suoi traduttori I critici italiani, c'è da asnettar. selo, si mosfTannn ancora più risentiti e difficili, e, tutto snmniat-o. ha fatto bene, a parer mio il Colouhoun a metter avanti le mani in una nota liminare, dichiarando che P incomoarahile •■'rribro poetico e morale insieme del Manzoni, chi può soerare dricrearlo in un'altra linttua? Co munnue. traduttore ed editore Densano fin d'ora a migliorare li successive ristampe, in cui. pri ma di tutto, Pescaraniro ridiven 'era Pescarenico, e Rìpamonte Ripamonti. Il traduttore ha po in animo di procedere a una revisione sempre più in profondità del testo, ed è anzi il primo ricercare la collaborazione d quanti gli vorranno segnalare passi suscettibili di venir portatniù vicini all'originale. Ma già i testo dell'attuale versione si ade gua molto nobilmente, e spesse anche sottilmente, all'intenzionmanzoniana, e ha ragione il cri tico che ha lodato questa ver sione per quella che ha chiama to la sua freschezza, se il pub blico ha mostrato, e cosi pronta mente, di prenderci tanto gustoOra gl'inglesi sapranno ch1 Promessi Sposi non sono tantun « romanzo storico » alla Wal ter Scott, secondo la leggendcorrente fuori d'Italia, quanto uromanzo che è storico alla stregua di Guerra e Pace. Una cosa nessuno dei critici, ch'io sappia ha finora notato, ed è cosa chal traduttore, è chiaro, importassai: la dedica di questa traduzione: tTo the Italians - of thSecond Risorgimento of 10431mgfnadsmsI 194$ ». Per il Colquhoun, / Promessi Sposi non sono soltanto un grande romanzo misconosciuto fuori della sua terra d'origine, neppure soltanto « una buona azione », secondo la bella frase del Sismondi: / Promessi Sposi sono un capolavoro intrinsica mente e indissolubilmente cri stiano e italiano. Ha ragione D'Entrèves quando dice che gli italiani si possono dividere in due categorie: quelli per i quali / Promessi Sposi contano, e gli altri. Archibald Colquhoun si sente affratellato a quegli italiani Iche accolgono come stimolo potente a un'attiva solidarietà morale e sociale la lezione segreta del Manzoni. Guglielmo Alberti ■iiiniiiiiiiiiiiii ìiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiii 1 o a e i e i e / i a Alla Mostra del Valentino - Una natura morta di Fougeron: « Nel paese delle miniere»,