Una giornata a Londra di inquietudine e consultazioni

Una giornata a Londra di inquietudine e consultazioni IL CONFLITTO ANGLO-EGIZIANO Una giornata a Londra di inquietudine e consultazioni Morrison dichiara che domani avrebbe abrogato il. trattato - Nahas Pascià lo sapeva e ha anticipato la decisione di 48 ore - Preoccupazioni in tutto il mondo occidentale - Proposta per un nuovo patto? (Dal nostro corrispondente) Londra, 0 ottobre. La decisione egiziana di abrogare unilateralmente il trattato con la Gran Bretagna del 1936 è stata presa 48 ore prima che la Gran Bretagna proponesse al governo del Cai ro l'abrogazióne dello stesso trattato per mutuo consenso Questa è la straordinaria rivelazione che il Foreign Office ha fatto questa aera in una di chiarazione ufficiale del mini stro Morrison. Egli ci ha infat ti informati di avere inviato, il 81 settembre scorso, una lettera personale al ministro degli esteri egiziano, assicurandogli che nuove proposte — « di vasta portata » — sarebbero state avanzate al più presto. La settimana scorsa l'ambasciatore britannico al Cairo, Sir Ralph Stevenson, fu incaricato di comunicare al ministro degli esteri egiziano che le nuove proposte sarebbero state presentate il 10 ottobre. Rafforzamento interno Vista da Londra perciò, l'affrettata decisione del Governo egiziano ha uno scopo puramente di politica interna. Nahas Pascià, il primo ministro che firmò nel 1936 il trattato anglo-egiziano, ha voluto riportare una facile vittoria di piazza. « Io l'ho firmato per il bene dell'Egitto nel 1936 e per il bene dell'Egitto io vi invito ad abrogarlo », egli ha detto ieri ai deputati. Il Paese, s'è visto oggi, ha reagito con tutto l'entusiasmo che egli prevedeva: le dimostrazioni odierne al Cairo (« abbasso Morrison, abbasso l'Inghilterra, viva l'Egitto*) potranno forse convincerlo del relativo rafforzamento che il suo Governo — un governo oberato da difficoltà interne ed economiche di ogni genere — ha ottenuto. Ma per quanto riguarda l'Occidente la situazione è assai diversa. Londra, Parigi e Washington sono oggi molto preoccupate perchè uno dei passaggi obbligati delle linee vitali per l'Occidente può restare militarmente sguarnito in un momento di.grave tensione internazionale. Gli echi di questa bomba diplomatica sono stati registrati persino in Australia, dove un deputato ha sollecitato oggi il primo ministro a far presente a Londra l'interesse australiano alla protezione del Canale di Suez. Parigi è preoccupata delle ripercussioni in tutto il Medio Oriente della diminuzione del prestigio britannico e teme che si verifichi un indebolimento anche nella sua posizione. Washington mantiene ufficialmente il silenzio più assoluto, ma fa sapere di voler proteggere in ogni modo gli interessi strategici dell'Occidente. A Londra rt questi vivissimi problemi, per cosi dire teorici, si aggiungono i'molti problemi pratici. La proposta per un'abrogazione oilaterale (e quindi legale) del patto del '36 era pronta e stava letteralmente per essere cifrata e spedita al Cairo* -Eesa-'pfàveSeva la fine dell'accordo bilaterale angloegiziano e proponeva un nuovo accordo multilaterale, al quale avrebbero partecipato su una base di assoluta parità — Egitto, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia e Turchia. Una commissione di rappresentanti di queste Nazioni è infatti riunita proprio in questi giorni al Cairo. Ora, seb bene il Parlamento egiziano non abbia ancora compiuto alcun passo formale (il discorso di Nahas Pascià è tecnicamente soltanto la presentazione di un disegno di legge), la situazione è alquanto mutata e le nuove proposte, che avrebbero dovuto essere comunicate domani 10 ottobre, saranno invece tenute in sospeso. Dato che vi sono interessati altri Paesi, saranno con molta probabilità necessarie varie consultazioni prima che venga compiuto un nuovo passo formale. AI Foreign Office Intanto la situazione viene continuamente tenuta sotto esame: il ministro Morrison ha trascorso oggi la giornata al Foreign Office in consulta zione quasi continua con gli esperti del Medio Oriente, coi capi militari britannici — vicecapo di stato maggiore generale imperiale, generale Brow njohn; maresciallo dell'aria Sir John Slesser; e comandante in capo del Medio Oriente, generale Robertson — e con gli esperti dei problemi atlantici (l'accordo nuovo infatti prevede l'inclusione del canale di Suez nei piani atlantici a mo' di appendice). Queste consultazioni continue sono state qua e là interrotte da conversazioni telefoniche fra il ministro Morrison e il primo ministro Attlee che, secondo la -vita abitudine, ha iniziato ieri sull'automobile di famiglia, guidata dalla moglie, un lungo viaggio elettorale attraverso il Paese. Il primo mi- nistro per ora è deciso a conti nuare ti viaggio, ma egli si tiene in stretto contatto con Londra. Nel prevedere i prossimi sviluppi di questa nuova vertenza nel vicino Orìente, biso- gna tener presente che, mentre l'approvaziop.e della proposta di legge del primo mini-stro egiziano deve necessaria- mente richiedere un certo tem- po, tutta la preparazione di-?\lomatica per le nuove trattaive è aia stata compiuta. Esiste quindi la possibilità che, dopo avere riscosso la sua vittoria a buon prezzo nel campo interno, il Governo egiziano si dichiari disposto a prendere in considerazione l'offerta occidentale di un trattato certamente più « moderno » che non quello anglo-egiziano del 1936. r. a. fi 1 ■ 1 ■ m 11111111111 ■ 1 k 11111111 ti 1 t 1111 ■ 1111:11 r ■ 111111111 ■

Persone citate: Attlee, Brow, John Slesser, Nahas, Ralph Stevenson, Robertson, Seva