Voci su un compromesso per il Territorio Libero di Trieste

Voci su un compromesso per il Territorio Libero di Trieste Voci su un compromesso per il Territorio Libero di Trieste Pubblicazione di un settimanale circa i termini d'un accordo tra Tito e Marriman - L'eco negli ambienti politici e le smentite di Palazzo Chigi e di Washington - Attesa per le dichiarazioni di venerdì di De Gasperi al Parlamento Roma, 2 ottobre. Si dice che stamane De Gasperi, venendo a parlare della Questione di Trieste nel corso della sua relazione al Consiglio dei Ministri, abbia accennato chiaramente all'opportunità di arrivare presto' ad una definitiva soluzione della delicata vicenda. Gli si attribuiscono anche frasi molto precise in proposito, cóme « ad una soluzione occorre ormai arrivare », < il contrasto con la Jugoslavia è una palla al piede che una nazione democratica come l'Italia non può trascinare in eterno » ed altre di analogo tenore. Il fondo del « Popolo » La veridicità di queste espresr sioni, certamente, si affida alla fragile e indimostrabile fondatezza delle voci e- delie indiscrezioni che solitamente i giornalisti raccolgono al termine di una riunione politica, specialmente quando essa — com'è stato il caso di stamane — non soddisfa le legittime curiosità attraverso la diramazione di esaurienti comunicati ufficiali. Non saremo dunque noi a giurare che effettivamente quelle frasi siano state pronunciate, quei concetti espressi. Ma il clima della giornata è stato favorevole a queste voci e consiglia a considerarle con una certa attenzione. Aveva iniziato stamane il quotidiano della democrazia cristiana con un < fondo » dedicato alla revisione del trattato di pace ove, sia pure con le cautele del caso, si affacciava una posizione che non era, a rigore, quella ufficiale sin qui sostenuta. Diceva infatti il Popolo: < Noi vogliamo Trieste e tutto ciò che è italiano nel T.L.T. Queste sono lo nostre legittime aspirazioni nazionali e la questione non dovrà essere chiusa senza soddisfarle. Questo è quello che De Gasperi ha detto a Washington e questo è quello che ha ottenuto, ed è molto, moltissimo... Noi non vogliamo, cioè, niente del T.L.T. che sia veramente ed effettivamente jugoslavo e si tratterà perciò di stabilire, su questa premessa di buona volontà, i termini concreti della revisione ». Era una avance importante e come tale veniva considerata in tutti gli ambienti politici. Tanto più che, per una singolare coincidenza, essa si incrociava con alcune rivelazioni sui colloqui dell'agosto scorso tra il maresciallo Tito e l'inviato speciale di Truman, Harriman, pubblicate sull'ultimo numero di un settimanale milanese, ti settimanale — L' Europeo per l' esattezza — sarebbe dovuto uscire secondo la sua periodicità dopodomani. Ma la materia delle sue rivelazioni era talmente bruciante da consigliarne l'immediata pubblicazione. Si pud aooiunoere che il settimanale in Questióne ha un clamoroso precedente in fatto di rivelazioni sulla Jugoslavia. Tre anni fa, con alcune settimane di anticipo sulle notizie ujJìciaH, annunciava per primo l'accordo di Brioni con il quale Tito decideva di passare definitivamente dalla parte dell'Occidente. Anche questo è stato un elemento che ha consigliato a leggere con attenzione le nuove informazioni. I termini della mediazione Esse riguardano, in sostanza, la « mediazione » svolta da Harriman per la definitiva soluzione della querelle italo-jugoslava ed_i punti della solu zione che Tito avrebbe accettato e l'ambasciatore americano si sarebbe impegnato di cai deggiare, attraverso le normali vie diplomatiche, presso il Governo italiano. Ecco i punti della « sistemazione » che — secondo L* Europeo — si sarebbe profilata: 1) Trieste e tutta la zona < A > attualmente occupata dalle truppe alleate, eccettuata una piccola striscia di territorio collinoso situata immediatamente ad est della città, all'Italia; 2) La porzione della zona <B » attualmente occupata dalle truppe jugoslave che va da Chervoi, sul confine orientale alla costa istriana a sud della baja di Pirano e che include Capodistria, ■ Isola di Istria, Pirano e la sua baja, all'Italia; 3) Quanto alla regione di Gorizia un arbitrato locale dovrà definire il presente confine sulla base della nuova linea di demarcazione. La Jugoslavia — sempre secondo la stessa fonte — avrebbe ottenuto il passaggio alla sua sovranità della parte inferiore della zona < B >, dalla punta interna del golfo di Pirano a Cittanova d'Istria, ed una piccola striscia di territorio, sulla punta settentrionale della zona « B », da Bopada a Basovizza San Lorenzo e Beca. Vi sarebbero inoltre da i golare una serie di questioni marginali: dal regolamento del porto libero di Trieste alla garanzia americana dei nuovi confini definiti attraverso le trattative dirette dei due Paesi interessati, dallo scambio delle minoranze al coordinamento degli scopi economici e militari comuni ai due Paesi « Aita fine del loro incontro e stipulato l'accordo provvisorio — nota ancora il settimanale — Harrtman e Tito esprimevano la speranza che t successi vi accordi tra Italia e Jugoslavia venissero negoziati tra Tito e De Gasperi direttamente ». La pubblicazione di queste rivetaztom provocava naturalmente negli ambienti politici romani una certa sensazione Vi si ritrovavano anche motivi di soddisfazione giacche 6 evidente che, se da parte jugoslava si è accettata, o si è cominciato ad accettare, la possibilità di una soluzione come quella prospettata, l'accordo si sarebbe incanalato per la strada buona. Motivi di perplessità, piuttosto, si avanzano per l'opportunità dt un simile ballon d'essai in questo momento: essendo Come verrebbe assegnato secondo il progetto di cui ai parla, Il Territorio Libero: l'Italia riceverebbe la parte punteggiata della zona B e l'intera zona A meno una piccola rettifica del confine (punteggiatura zona A) ormai acquisito da una lunga tradizione di esperienze diplomatiche che il momento in cui st comincia a profilare la possibilità di una intesa è anche quello in cui le incontrollate anticipazioni possono provocare effetti catastrofici. Ed è anche perciò che, dopo aver riferito i termini delle informazioni che hanno provocato tanto scalpore, è indispensabile riportare le smentite ufficiali che le hanno immediatamente seguite. « Esercitazioni giornalistiche » le definiva già questa mattina un portavoce di Palazzo Chigi. E più tardi l'agenzia Italia: «Semplici congetture prive di qualsiasi fondamento ». Da Washington, nel tardo pomeriggio il Dipartimento di Stato comunicava, meno drasticamente, di considerare « erronee » le notizie pubblicate in Italia € secondo cui l'America avrebbe raggiunto accordi segreti con la Jugoslavia per la divisione del Territorio Libero*. Un'altra smentita è attesa da Belgrado. Il momento è maturo Ora — e riferiamo l'opinione di circoli responsabili non tnnufi per altro al necessario riserbo dei portavoce ufficiali — non è certo il caso di prendere alla lettera le rivelazioni sui colloqui Harriman-Tito e le clausole del preteso accordo stipulato (in effetti non si tratterebbe comunque di un accordo, ma dello schema di una mediazione suscettibile di essere accettato di buon grado dalle due parti). Si sa quali immagini di <colore* e di « libera ricostruzione » si può riservare un giornale in simili circostanze. Sta di fatto, però, che il momento sembra maturo per l'iniziativa di trattative dirette. Tutta quella complessa azione diplomatica che dovrà sviluppare i temi impostati dal Presidente del Consiglio nel corso del suo viaggio, potrebbe anzi prendere l'avvìo proprio da Trieste. Si sa quali interessi hanno le Potenze occidentali a quella che chiamano la € saldatura adriatica » nel fronte comune che va da Capo Nord a Trebisonda. Si sa anche che l'Italia si è già ripetutamente detta favorevole alla ricerca di una « onorevole soluzione ■» e che, sino a oggi, essa da null'altro era frustrata che dalla intransigenza jugoslava. Anche senza dare troppo credito alle ultime rivelazioni, recenti prese di posizione delle autorità jugoslave lasciano ■ sperare che questa intransigenza stia ammorbidendosi. E' un elemento da non sottovalutare. E' in questo spirito che, a quanto ci risulta, il Presidente del Consiglio tratterà la questione nelle sue dichiarazioni al Parlamento fissata per venerdì pomeriggio. e. f.

Persone citate: Brioni, De Gasperi, Harriman