Impellitteri in Sicilia

Impellitteri in Sicilia Impellitteri in Sicilia All'aeroporto dì Boccadifalco lo attendeva una folla di parenti con molti bimbi vestiti a nuovo e allineati per ordine di statura (Dal nostro inviato speciale) Palermo, 29 settembre. Stamane, arrivando in aereo da Roma, appena ritornato dallo Stato d'Israele, il sindaco di New York, Vincenzo Impellitteri, è giunto in Sicilia, cinquant'anni dopo averla lasciata partendo per gli Stati Uniti ancora in fasce, In braccio alla madre. Il « Douglas C. 47 » su cui Impellitteri viaggiava con la moglie ed il seguito, è giunto alle 10,20 all'aeroporto di Boccadifalco, dove attendevano autorità e giornalisti. Un fatto del tutto imprevisto daga organizzatori del cerimoniale di queste intense giornate, è stato il vero assalto cui Impellitteri è stato sottoposto da parte dei suoi numerosi parenti siciliani, quelli conosciuti e moltissimi altri sbucati improvvisi ed imprevisti. Le personalità e gli stessi funzionari di polizia che avevano curato il servizio d'ordine per proteggere Impellitteri dall'entusiasmo del suoi conterranei dì origine (ed infatti le accoglienze sono state caratterizzate da una calorosa spontaneità ) credevano che si componesse di ammiratori e curiosi quella folla che s'era formata a Boccadifalco. Invece erano i parenti del sindaco che da uno o più giorni, giungendo dai monti e dai paesi di mare, fin dall'alba ' avevano marciato sull'aeroporto. Oltre a quelli di Isnello ve n'erano molti altri. Ed ognuno aveva le sue ragioni, come spiegava, ad esempio, per il suo caso Giuseppe Peri, studente universitario, figlio di un maresciallo della Forestale in pensione ( « Io sono cugino in terzo grado di Impellitteri — diceva il giovane — perchè la madre di mio padre, una Benigno, e quella del sindaco, una Cannici, erano cugine » ). E a queste ragioni spesso essi aggiungevano l'abbondante prole, tutta vestita di nuovo e allineata sul prato dello scalo, in ordine d'altezza, come ad esempio un altro cugino, Giuseppe Vesto, sottufficiale del 6° Fanteria, venuto con la moglie Celestina ed ì figli Nicola, Gino e Angela. E lo stesso avevano fatto i cugini Giuseppe e Rosario Impellitteri (il primo usciere al municipio di Palermo e l'altro macellalo al salumificio « Randazzo » ), che inoltre avevano con sè, sorreggendolo a quattro mani, un quadro con l'albero genealogico, fatto dall'Istituto Araldico di Firenze, mentre Gioachino Impellitteri, anche egli cugino, s'era limitato, per la prova, ad un regolare certificato dell'Anagrafe di Termini Imerese, dove abita, con la firma del sindaco Scarpacci. Quando il quadrimotore è atterrato, tutti questi parenti, con una scena che solo avrebbe potuto immaginare e rendere l'arte di Angelo Musco, sono volati sui cordoni serrando fulminei su Impellitteri che, ignaro, salutava sorridente. Ed è stato con fatica che egli ha potuto aprirsi la strada, seguito dalla moglie Elisabeth Mac Laughlin e dal suo seguito. Impellitteri, che parla perfettamente il siciliano, dialetto appreso dal padre che, come egli ha spiegato, non pronunciò mai l'inglese, ha trascorso la sua prima giornata impegnato in due solenni ricevimenti al Palazzo d'Orleans, residenza del Governo regionale, dov'è stato ricevuto dal presidente, on. Franco Restivo, e da tutti gli asses sori, e a Palazzo Pretorio, se de del municipio, e in due banchetti uftìciali. c. g.

Luoghi citati: Firenze, Isnello, Israele, New York, Palermo, Roma, Sicilia, Stati Uniti