E' stata riconfermata in appello la condanna della donna-uomo

E' stata riconfermata in appello la condanna della donna-uomo E' stata riconfermata in appello la condanna della donna-uomo La vicenda della donna-uomo è riapparsa ieri alla ribalta della Giustizia col solito interessamen-to che queste « pochades » creano nel pubblico. Ma il protagonista o la protagonista (troviamo difficile nell'indicarlo uomo oppure donna, mentre in sostanza non è nè una cosa nè l'altra) non s'è presentata e quindi la causa ha perduto tutto il suo interesse. La quale causa discutendosi alla Corte d'Appello di Torino per legge veniva anche privata di vari elementi di primo piano, cioè dei testimoni a cominciare dalle parti iiiiiiiisiisitiiiiiiif fiifiiiiiiiiii i inn lese, se lese furono realmente, Negli atti del Tribunale in base a una perizia medica, però non i . precisa, l'imputata passa sotto il nome di Alice Maria Bertolotti ma effettivamente vuoi perchè effettivamente l'apparenza era d uomo nel primo processo di Ales sandria Alice Maria fu trattata come un uomo, tantoché apparve nell'aula ammanettato. Il briga dierc che colla sua scorta andò a prelevarlo al carcere si trovò di fronte a un uomo e come vuole il regolamento lo tradusse senz'altro in udienza ammanettato. Fu solo nell'udienza pomeridiana e nel rientro alle carceri che venne trattato da donna come risultava nell'atto di citazione a giudizio. Dunque Alice Maria Bertolotti, la singolare figura che a prima vista non si saprebbe classificare i con certezza, con assoluta certezza non è stata classificata neppure dai periti medici i quali hanno concluso con una specie di equazione cioè ritenendola più donna chiuomo. Dirigeva il dibattimento alla V Sezione penale della Corte il Presidente Vaccarino; Proc. Gin. Ottello: Cane. dott. Cugnasco. La imputata aveva già In precedenza chiesto al Presidente di rimanersene in cella per sottrarsi alla curiosità del pubblico. E' comparsa invece « en touriste » l'amante con cui viveva « more uxorio » Alice Maria Bertolotti anche quando aveva intrecciato relazione con quella agiata contadinotta, la vedova Giannina Ferretti di Castellazzo Bormida, la vera parte lesa perchè ci rimise quasi un milione in quanto l'imputata qualificandosi uomo aveva promesso di sposarla, cosa sotto un certo punto di vista, impossibile. Il Tribunale d'Alessandria aveva condannato per truffa l'assicuratore a 10 mesi di reclusione e a 7 mila lire di multa. In udienza è stato letto il suo vistoso certifl cato penale dal che si deduce che l'imputato, o imputata che sia, oltre che ingannare la vedova Ferretti circa il suo sesso aveva in gannato la Società d'Assicurazione che l'aveva nominato suo agente produttore ritenendolo di specchiata onestà. Brutta pagina quel certificato penale! ha concluso il P.G. chiedendo la conferma della condanna dei giudici alessandrini. La Corte è stata di uguale parere ed ha confermato la precedente sentenza. L'uomo-donna venne difeso dagli avvocati Benzi e Mazzoni di Alessandria. Richiesti da alcuni colleghi del Foro torinese se ritenevano il loro cliente uomo o donna hanno risposto come Manzoni: «Ai posteri l'ardua sentenza ». ttsam

Luoghi citati: Ales, Alessandria, Castellazzo Bormida, Torino