Dalla mezzanotte gli statali in sciopero per ventiquattro ore

Dalla mezzanotte gli statali in sciopero per ventiquattro ore Dalla mezzanotte gli statali in sciopero per ventiquattro ore I treni fermi, ma assicurato V inoltro delle derrate alimentari - Istruzioni di Sceiba ai Prefetti Polemica tra.i politici ed i sindacalisti d.c. ■ La legge sugli aumenti presentata da Vanoni Roma, 18 settembre. Deciso ormai senza possibilità di ripensamenti lo sciopero, la giornata di oggi è trascorsa tra le polemiche, le recriminazioni e — da parte governativa — le riunioni per limitare il più possibile gli effetti della manifestazione. Il piano di emergenza Il Ministro del Trasporti ha presieduto nella mattinata una riunione di tecnici (vi erano anche, per il necessario collegamento, tre ufficiali del Ministero della Difesa e un funzionarlo dei servizi statali preposti all'alimentazione) nel corso della quale è stato messo a punto il piano di emergenza cui s'era accennato ieri sera. Grazie ad esso sarà assicurato 11 trasporto dei viaggiatori In arrivo alle stazioni di confine, il regolare inoltro delle derrate alimentari e, almeno in parte, il collegamento con 1 sobborghi nelle località ove gli operai si servono della ferrovia per raggiungere i luoghi di lavoro. In misura ridotta potranno funzionare anche telefoni e telegrafi. € Ritengo che almeno in parte questi servizi potranno funzionare — ci ha detto il ministro Spataro —. V'è da considerare che i funzionari dirigenti non si asterranno dal lavoro ed essi contribuiranno a mantenere in efficienza sia pure limitata i servizi ». L'ordine pubblico non desta preoccupazioni, ma ad ogni modo Scalba appena rientrato a Roma ha avuto un lungo colloquio con il vice-presidente del Consiglio e ha inviato istruzioni telegrafiche ai Prefetti esortandoli a fare scrupolosamente rispettare la libertà del lavoro. «Gli ingressi dei Ministeri e delle rispettive sedi provinciali — vi si legge tra l'ai tro — debbono essere mantenuti sgombri da scioperanti, al fine di evitare forme di pres* sione morale su quanti volessero raccogliere l'invito del Governo e dimostrare senso di responsabilità e di comprensione ». Si spera, in effètti, che una certa percentuale di funzionari si allinei con i dirigenti, che, com'è noto, non partecipano all'astensione, e gli dia man forte per assicurare i servizi essenziali. Sull'entità di questa percentuale, tuttavia, non si fanno previsioni. Solo domani!Isera si potrà dire quanti,- dell mhdmrdligotcncuflslqpcetzhse !acquisto delle retribuzioni, ri l dotto in breve tempo del 13%. milione circa di dipendenti, hanno seguito le disposizioni dei sindacalisti. Ed anche domani, come dimostra l'esperienza dei due scioperi precedenti, non sarà un conto facile con la contraddittorietà di informazioni che sempre si registra in simili casi. Così riassunta l'attività degli organi governativi per fronteggiare la manifestazione, occorre passare alla registrazione delle polemiche e delle recriminazioni con le quali, da una parte e dall'altra, ci si rinfacciano le responsabilità della vicenda. Tra i democristiani, si è già detto, 1 sindacalisti si sono trovati pressoché isolati di fronte ai politici, e da qualche parte si pensa che la polemica potrà avere un seguito, con richiami e mozioni di censura, negli organi interni del partito. Cosi crede, per esempio, l'ufficiosa Italia e con tale eventualità pone in relazione il colloquio che Piccioni ha avuto in mattinata con il segretario della D. C. Gonella e la riunione che la direzione del partito ha tenuto in serata con la partecipazione dei Ministri presenti a Roma. Una richiesta di Di Vittorio Gli argomenti della polemica sono ormai noti e riguardano sia l'opportunità della proclamazione dello sciopero nel particolare momento politico, sia le condizioni del Bilancio che non permettono aumenti superiori a quelli già proposti. Ad essi ha replicato stamane Di Vittorio nel corso di Una lunga conferenza stampa, non priva di un certo interesse. Il segretario della C.G.I.L. ha premesso di rendersi ben conto della gravità di uno sciopero generale dei servizi pubblici, ma ha sottolineato che, in questa circostanza, le organizzazioni sindacali hanno dovuto svolgere opera di moderazione, anziché di stimolo, presso i loro associati. V'era chi avrebbe voluto due o tre giornate di sciopero e chi addirittura uno sciopero ad oltranza. Poi ha proseguito osservando che praticamente l'evoluzione della situazione economica ha capovolto gli obiettivi dell'agitazione. Non si tratta più di chiedere aumenti, ma di ottenere Ih reintegrazione del potere di Di qui a ritornare sull'argomento della scala mobile il passo era facile e Di Vittorio lo ha compiuto infatti con disinvoltura. < Lo Stato ha già per suo conto adottato il criterio della scala mobile nel settore delle imposte dirette. Perchè non vuole applicarlo nei confronti dei suoi dipen- dentl?». GlTè sVato"pìù"tardi!risposto con una nota ufficio-! sa che ciò significherebbe rivoluzionare radicalmente gli organi dello Stato, giacché il concetto di < scala mobile » è antitetico a quello di « bilancio». La polemica è di quelle destinate a prolungarsi assai oltre queste prime battute e non tale comunque da portare ad effetti immediati. Il segretario della C.G.I.L. ha dato d'altronde l'impressione di essere troppo interessato al mantenimento dell'unità sindacale per non accettare di accantonare la sua richiesta ove questa non trovasse l'appoggio delle altre confederazioni. Così si dica anche della cifra — settanta miliardi — che egli ha dichiarato necessaria per soddisfare le richieste del suoi rappresentati. Il Governo, come si sa, ha proposto 45 miliardi, la C.I.S.L. 62. Il mantenimento dell'unità d'azione potrà, nel caso, consigliare il sacrificio delle « richieste massime » della confederazione socialcomunista. In difesa di questa unità d'azione Di Vittorio ha lanciato, verso la fine della sua conferenza, un singolare « cavallo di Troia » in campo governativo: il Governo — ha detto in sostanza — rinunci a porre la questione di fiducia sul progetto per gli statali. Lasci 11- cidere secpndo coscienza. Man-jteniamo la controversia nei limiti economici-sindacali e vedremo come la risolverà il Parlamento. La tesi è dì attualità poiché proprio oggi Vanoni ha presentato alla Camera 11 disegno:di legge con le nuove tabelle| delle retribuzioni proposte e Di|Vittorio ha aggiunto che 1 sin dacaliBti chiederanno un'udienza ai Presidenti delle due Camere per illustrargli gU emendamenti che intendono apportare al progetto. Ove la si consideri con spregiudicatezza, tuttavia, si deve convenire che U tesi della C.G.I.L. ha un valore più propagandistico che sostanziale. e. f.

Persone citate: Piccioni, Spataro, Vanoni

Luoghi citati: Isera, Italia, Roma