Perchè nei sogni ci figuriamo peggiori di quello che siamo? di Francesco Argenta

Perchè nei sogni ci figuriamo peggiori di quello che siamo? Perchè nei sogni ci figuriamo peggiori di quello che siamo? E* un mistero ■ Si sa che il nove per cento, soltanto, dell'umanità è refrattaria ai sogni; che le donne hanno una attività onirica più fervida che gli uomini, ma per tanti aspetti del fenomeno ia scienza deve dire, ancora, la sua parola Il caso del criminale che, spontaneamente, sema stimolazioni di alcuna sorta, ha confessato, in sogno, il delitto commesso quattro anni prima, dandone i particolari — quanti bastavano per mettere la giustizia in grado di accertare la verità, di scongiurare il perpetrarsi di un drammatico errore — smentisce solo in apparenza la vecchia teoria secondo cui nulla più somiglia al sonno dei giusti che quello dei criminali. Una scienza nuovissima L'insensibilità dei criminali è immaginabile, attinge in effetti, espressioni e vertici impensati. Dopo il delitto, come è stato accertato in un gran novero di casi, t criminali sono colti da un senso di appagamento, di soddisfazione, di beatitudine stuporosa. Si addormentano, a volte, presso i cadaveri delle loro vittime; non hanno nè ripugnanza nè terrore; il rimorso non riesce a ghermirli e ad attanagliarli; quelli che gli psicologi chiamano gli « urti regressivi » del pentimento o del rimorso sono senza efficacia per loro; non riescono a turbare i loro sonni, a sommuovere le loro coscienze. Mansdley, nel caso dei criminali che confessano in sogno il proprio misfatto, ve¬ 11111 m i 111 m 11111 ti ■ 1111111111 r i m 11 r i m i 111 ■ 11111 ( 11 ti s deva una prova dell'atavismo del delitto, ma i seguaci di tutte le altre scuole non scorgevano, in fenomeni siffatti, che una conseguenza inesorabile di una legge elementare: la manifestazione di un essere che non è più sorvegliato e diretto dalla coscienza e dai poteri inibitori. Senonchè il travaglio che ha accompagnato il cammino della scienza in questi ultimi anni ha condotto alla elaborazione di nuove teoriche e una scienza nuovissima, quella che ha per oggetto lo studio del ■:. comportamento umano in profondità '» si è inserita fra le tante che mirano a far luce sui misteri dell'essere umano, sulle manifestazioni dell' inconscio, ecc. ecc. Ora, al lume degli insegnamenti di questa scienza nuovissima, ecco scaturire, in tanti casi, non solo la spiegazione del crimine, ma altresì la spiegazione del comportamento che il criminale ha avuto durante e dopo il delitto. Può sembrare paradossale, ma la realizzazione del delitto è per il criminale — considerato nel travaglio della sua personalità psichica — una scappatoia, una via di uscita, un sollievo: un abbrividente e stranissimo sollievo, a dir vero; quello di non più sentirsi colpevoli, dal momento che si è veramente colpevoli. E, poiché, ti 1111111 m 11 i 11111111111111 it 1111 ; i : 11111 ti 111 m 111111 il come è giocoforza ammettere, questo sollievo interessa o investe la sfera della coscienza, ecco che, nel fenomeno, è individuabile una colpabilità avanti lettera o, per dirla con i cultori della nuovissima scienza, una colpabilità predelittuosa, che trova, appunto, la, sua spiegazione ed il suo sfondo nella realizzazione della gesta criminosa. Uomini e donne Sulla base di queste nuove teoriche, la confessione in sogno del criminale trova una spiegazione esauriente: nel tormento oscuro dell'inconscio, il soggetto è dominato da un inespresso bisogno di espiazione, da un torbido istinto che lo porta a cercare la condanna da parte della società. Ed ecco sprigionarsi dalle intuizioni di questa nuovissima scienza un contributo alla penetrazlo-, ne del meccanismo e alla interpretazione dei sogni. Il movimento scientifico volto a determinare la genesi e gli aspetti' dell'attività onirica non ha avuto sosta in questi decenni. Da Freud a Jung a Adler a Ranke ecc., una pleiade di scienziati si è proposta, per vie diverse, di giungere ad una compiuta e definitiva penetrazione del fenomeno; di individuare e fissare gli elementi che com- i i ■ 1111 il ■■ 11 il m 11111 11 ■ 11111 [ 11111 ri 1111 [ 11111 m i ti pongono i sogni, le fonti misteriose da cui scaturiscono, la fusione delle immagini che li accende, lo stato di subcoscienza che li accompagna, la particolare logica che li collega e li dirige, e, ancora, la maniera di comportarsi dei sensi durante il fenomeno onirico, la parte che vi hanno gli elementi emozionali, e, infine, il gioco degli affetti, con le sue fonti più inverosimili ed insospettate. Senonchè, a dispetto del travaglio scientifico, il campo delle cognizioni non si è di molto allargato rispetto al quadro che ne dava il De Sanctis. E' confermato che il nove per cento, soltanto, dell'umanità è refrattaria ai sogni. Tutto il resto ha un'attività onirica più o meno accentuata. Ma i sogni delle don.ie travalicano, in frequenza e vividezza, quelli degli uomini. Sulla moltitudine dei soggetti fra cui è stata condotta l'indagine, si è trovato che il trentadue per cento delle donne sogna ogni notte, mentre fra gli uomini la percentuale è soltanto del tredici. E le donne battono largamente gli uomini per la vivacità e la fantasiosità dei loro soyni: il sessantasei per cento contro il trentasette, mentre per i sogni che si collegano o riflettono gli avvenimenti della veglia, gli uomini balzano all'ottantacinque per cento e le donne sono confinate al settantadue. L'indagine è stata condotta anche fra i bimbi. Ed è accertato che i bimbi si rendono conto dei sogni solo all'età di quattro anni. Ma si tratta, in ogni caso, di sogni semplicissimi, che scoloriscono rapidamente e di cui i bimbi non serbano quasi memoria. Rari sono, infine, i sogni dei vecchi: brevi, normalmente, e senza intreccio; dominati, per lo più, da gruppi di immagini corrispondenti a fatti antichi, mentre nei soggetti a sistema vasomotorio molto mobile od oscillante l'attività onirica, soprattutto sotto l'influenza dei mutamenti meteorologici, assume tonalità vivaci e, talora, esasperate, con visioni paurose, incubi granguignoleschi. Sognare di sognare C'è, attualmente, da noi e altrove, tutto un fiorire di tentativi per dare una compiuta sistematizzazione al simbolismo dei sogni. Ed è un ca?npo, cotesto, dove l'arbitrio, talora, fluisce per prevalere sulla obiettività o sulla logica. Ma, a dispetto delle deviazioni interpretative che possono verificarsi, taluni punti rimangono fermi per quanti si avventurano nel tentativo di penetrare il meccanismo dei sogni e di fissare i canoni cui ha da obbedire la interpretazione che se ne ha da dare. Talvolta, come già immaginavano gli antichi, nel sogno si sogna dì sognare, mentre, nella realtà, non si verifica mai che sogniamo quello che ci ha fatto più impressione o che ci ha occupato di più la mente. Rarissimo, del puri, è che un individuo normali: cui sia mancato un familiare od una persona molto cara, sogni nella prima notte susseguente all'evento la creatura scomparsa e sia turbato dall' emozione doloroso della sventura toccatagli. La moderna psicopatologia intravede una stretta connessione fra il pensiero del sogno ed il pensiero della follia. Ma questo può costituire un capitolo a parte, così come un capitolo a parte può essere offerto dai sogni dei geni: La Fontaine compose in sogno la favola dei piaceri, Tartini la famosa suonata, Goethe versi belloniani; Polissy ebbe l'ispirazione di un'opera; Newton, Cardano e Krilger sciolsero problemi matematici di una astruseria senza fine... Ma per rifarci ai sogni dell'uomo medio, dell'uomo comune, ec- co che le più recenti acquisizioni della scienza lasciano insoluto un problema che è stato affacciato da tempo: i sogni dell'uomo medio, dell'inno normale sono più fantasiosi di quelli del folle, o dell'anormale, forse perchè la coscienza assopita si tende ancora all'esterno per coglierne le stimolazioni, ma invariabilmente, per un verso o per l'altro, l'uomo medio si raffigura peggiore di quello che è. Nella profondità dell'inconscio egli obbedisce come ad una legge: una strana ed ingenerosissima legge. E la scienza, ancora, non è in grado di darne la spiegazione. Francesco Argenta

Persone citate: Adler, Cardano, De Sanctis, Freud, Goethe, Jung, La Fontaine, Newton, Tartini