Il mondan rumore internazionale per la nuova opera di Igor Strawinsky

Il mondan rumore internazionale per la nuova opera di Igor Strawinsky Il mondan rumore internazionale per la nuova opera di Igor Strawinsky Iposti alla Fenice pagati 40 mila lire - Impresari e critici da ogni parte d'Europa (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 7 settembre. Mancato il concerto che Stokowskl avrebbe dovuto dirigere, e della mancanza mi rallegro assai, perchè quegli è uno dei più esasperanti fra i cosi detti c ricreatori >, la Messa di requiem di Verdi inaugura domani sera, sabato, il Festival di musica. Poiché l'orchestra e il coro della Scala sono a Venezia per la nuova opera di Strawinsky, e il maestro De Sabata non ha in questi giorni impegni urgenti, e la soprano Schwarzkopf è anch'essa qui per la stessa opera, è stato alquanto facile convocare la Stlgnani, il Tagliavini e il Siepi, e allestire un'esecuzione, che otterrà, ovvia previsione, un riconoscente successo. Il nome di Verdi torna nel calendario della Fenice 11 12 corrente, e sarà buona l'occasione per discorrere dell'Attila, che ai più è ignoto. L'interessamento si volge alla Carriera d'un Ubertino. La curiosità è oggi soprattutto mondana, come accade. A me sembra, attraverso l'attenta considerazione della musica e le prove in teatro, che la fortuna dello spartito possa diventar duratura e propriamente artistica, qual è quella delle opere che non seguono la moda e son mosse da un reale valore d'arte. Ma aspettiamo la prima rappresentazione, la sera dell'undici, per scriverne criticamente. Notizie del fatto non mancano. Il mondan rumore internazionale è significato da alcune cifre. Le poltrone per la prima, di cui 11 costo era ufflcialmen- te di ventimila lire, sono state disputate al prezzo di quaranta, e all'ultim'ora toccheranno una più alta quota, mentre i palchi, a sessanta e settanta, sono meno ricercati. D'altro canto Strawinsky percepisce, per la concessione della primizia e per la sua attività di concertatore e di direttore, circa dodici milioni di lire. Questa somma era stata convenuta quando il Festival trattò con lui. Poiché ai posteri le cronachette come questa parranno documentarie, è da accennare a una bega sorta tra la Fenice, la Scala, Strawinsky e i suoi editori londinesi Boosey and Hawkes. L'autore s'era accordato con Venezia. L'editore aveva ceduto a Milano 11 diritto della rappresentazione, e perciò fornito la partitura e le parti per l'esecuzione nella stagione '51-'52. La contestazione del torto legale di Strawinsky o di Boosey, la quale metteva in pericolo 11 privilegio dell'Italia fra tante nazioni che ambivano alla < novità assoluta », fu placata dall'Intervento, nSn so se morale o anche finanziario, del Ministero o dell'Ispettorato, e .quasi salomonicamente venne deciso che la Scala avrebbe provveduti all'esecuzione, e ne sarebbe stata rimborsata, e la Fenice alla gestione. La Scala includerà La carriera d'un libertino nel prossimo anno, chiamando cantanti italiani; e perciò 11 dottor Kufferle lavora a voltare nella nostra lingua 11 libretto inglese. Il coro milanese, che, guidato dal maestre Veneziani, ha non poco faticato nell'acconciarsi alla pronuncia straniera, tornerà lieto al linguaggio usato. Qui gli spettatori non britannici saranno provvisti soltanto d'uno schema dell'azione. Oltre la Scala una quarantina di teatri insceneranno presto l'opera; certamente Zurigo, Amburgo, Dusseldorf, Francoforte sul Meno, Monaco di Baviera. Parigi, Bruxelles, Copenhagen Montecarlo, Anversa e Stoccarda, di cui 11 direttore d'orchestra, Ferdinand Leitner, è appunto colui che ha aiutato Strawinsky nelle prove a Milano, e che gli succederà sul podio per la seconda e la terza rappresentazione. Alla prima assisteranno circa cinnuanta fra soprintendenti e direttori di teatro, critici e musicisti d'ogni yaese d'Europa. Non sarò indiscreto nel dire fin d'oi^ che l'esecuzione mi sembra tale da render fedelmente l'opera strawinskyana. I cantanti scelti dalla Scala e approvati dal compositore sono inglesi, americani, svizzeri o tedeschi, e uno è italiano, Raffaele Arie, nella succosa parte del padre di Anna. Costei è la eccellente Elisabeth Schwarzkopf, che del perso- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii naggio affettuoso e malinconico è una intima interprete, prontissima tanto alle durezze quanto alle belcantistiche delicatezze. L'abulico e, utopistico, eccitato e depresso Tom vive nel tenore americano Robert Rounseville, che ha voce giovanile, squillante, e anche fraseggia e recita ottimamente. Otaitar Kraus riesce molto bene nella funzione, diciamo cosi, mefistofelica di Nick. E di sfuggita nomino Neil Tangemann, vivace Babà, Hugues Cuenod ed Emanuel Menkes. E' notevole che la messinscena, con la regìa di Cari Ebert, sia di gusto niente affatto eccentrico, strampalato 0 astratto, ma giustamente risponda al carattere del soggetto e della musica. Oscilla fra un realismo non banale e un allusivo discretissimo, vagamente settecenteschi e inglesi. 1 disegni dell'Hoggart, che offrirono il primo stimolo alla immaginazione di Strawinsky, non vennero esemplati, nè occorreva, dal bozzettista Gianni Ratto e dalla figurinista Ebe Colciaghi, ai quali 1 librettisti, personalmente a Ischia l'uno, a Glyndebourne l'altro, dettero norme e consigli. Infine qualche notizia dei librettisti. Wystan Hugh Auden, nàto in Inghilterra nel 1907, da parecchi anni ha scelto la cittadinanza americana. Esordi nel '30 con un volume di versi, al quale due anni dopo fece seguire Gli oratori e nel 33 La danza della morte. Premiato da Re Giorgio con la medaglia d'oro < per la poesia » nel '37, ha pubblicato recentemente L'età dell'ansietà. Specialmente amico dell'Italia, torna ogni anno a Ischia, dove possiede una villetta. Chester Kalman ha compiuto il trentesimo anno. Nato a Brooklyn, nello Stato di New York, studiò lettere nell'Università di Michigan. Ha pubblicato versi e anche articoli sul teatro di musica. Si è perciò particolarmente incuriosito della singolare sorte del librettista, il quale, egli dice, sa che delle parole poste in bocca al personaggi una soltanto, su tre sarà percepita dagli ascoltatori; perciò, aggiunge, son da preferire 1 soggetti che consentono scene eminenti e gesti eloquenti. A. Della Corte