Un bimbo di due anni muore folgorato da una scarica elettrica

Un bimbo di due anni muore folgorato da una scarica elettrica Un bimbo di due anni muore folgorato da una scarica elettrica // piccolo si appende ad una lampada, la stacca dal muro e cade inanimato - Indicibile strazio della madre all'ospedale Una penosissima sciagura è accaduta nel pomeriggio di ieri in una piccola casa a Mirafiorl. in corso Somalia 10S: una piccola, graziosa abitazione ad un sol piano, che sorge in mezzo ai prati, alla periferia esterna della città, proprio al confini dei comuni di Moncalicri e Nichelino. In quella casetta, sino a ieri pomeriggio, regnava la felicità: o, per lo meno, vi si svolgeva una vita semplice, serena, quieta, rallegrata e illuminata dal sorriso di un bimbetto. Vi abitavano da qualche tempo due giovani sposi, Lorenzo Reggio, operaio della «Ncbiolo» c sua moglie: erano soli nella casa, ma soli non si a r e e n i sentivano, che dal loro matrimonio era nato un figlio, il loro orgoglio e la loro gioia: Giorgio. Giorgio era veramente un bel bambino, sano, grasso, biondo: e, oltre che bello, vispo, affettuoso, sempre allegro. I suol trilli riempivano di note allegre le stanze del piccolo edificio. Da quando aveva imparato a camminare (Giorgio contava già due anni), si dimostrava infaticabile esploratore dell'alloggio, del cortiletto e dei dintorni: ogni cosa — un sasso, un fuscello, un pezzo di legno — era per lui motivo di stupore e di contentezza. La madre, data la sua vivacità, non lo perdeva d'occhio un istante. Insomma, il bimbo era la ragione di vita dei due sposi e il padre, come rincasava alla sera, si commoveva a vederselo trottorollare incontro a braccia aperte Purtroppo Lorenzo Reggio non potrà più stringersi al petto il figliuolo, non> se lo vedrà più venire Incontro, con un sorriso di tenerezza. Le ingenue parole del bambino non risoneranno più nelle stanze. Giorgio non rincorrerà più le lucertole nel cortile e non porterà più a sua madre, fieramente, come se fosse entrato in possesso di un tesoro, una pietruzza o uno spago. Da ieri pomeriggio il piccolo giace, freddo e inanimato, nella camera mortuaria dell'ospedale Molinette, do ve la mamma, stravolta dal dolo re, col viso rigato di lacrime, lo ha portato, reggendolo tra le braccia e gridando « Il mio bambino muore! Salvate, salvate il mio bambino! » Sono accorsi tutti, sono rimasti profondamente scossi tutti: sanitari, infermieri, suore, agenti di P. S. « Salvate 11 mio bambino! Il mio bambino muore! » implorava la povera mamma. Purtroppo non c'era nulla da fare, non c'era più nulla da fare, il cuoricino di Giorgio non batteva più. L'hanno detto alla madre e la madre gridava «Non posso crederlo! Il mio Giorgio! No! No! No! » e al buttava sul piccolo cadavere, singhiozzando, coprendolo di baci e di lacrime. E poi è rimasta 11, accanto al figlioletto, e nessuno è riuscito, nemmeno con dolce violenza, a staccarla. Guardava fissamente 11 volto cereo del bambino e di tratto in tratto lo chiamava « Giorgio... Giorgio caro... sono la tua mamma... ». La sciagura, come ha accertato in una pronta e minuziosa inchiesta l'ufficio di P.S. Miraflori che sul posto ha inviato un sottufficiale ed alcuni agenti, è accaduta tra le ore 16,16 e le 15,20. Dopo pranzo il bimbetto, come sempre Indiavolato, era sceso in cortile e là aveva giocato lietamente, sotto la sorveglianza della madre che lo guardava dalla finestra della cucina. Verso le 16,10 circa la signora Reggio, sbrigate le faccende, scendeva a sua volta in cortile e lo raggiungeva c Vieni, Giorgio » gli diceva « hai giocato abbastanza, sarai stanco, adesso, andiamo a fare un po' di nanna... ». E con il piccolo rientrava In casa; e cominciava intanto a togliergli i sandallni. Nel tempo stesso si ricordava di dover prendere della roba in cucina da portar di sopra, in camera. Deponeva a terra il bambino raccomandandogli « Non muoverti, vengo subito ». Dell'assenza della madre approfittava il bambino. La tragedia si svolgeva nello spazio di un paio di minuti. Giorgio sgusciava via e infilava le scale dello scantinato. Arrivato nel sotterraneo illuminato da ampie feritoie, il bambino saliva su di una ( sedia posta accanto allo stipite dell'uscio. Issatosi faticosamente sii imi ninnili mimmiii i sulla sedia, s'alzava sulla punta del piedi e riusciva ad afferrare una lampada che il padre aveva sistemato pochi giorni prima. Ma ecco, fulminea, la sventura atroce. Malfermo sulle gambette, Giorgio barcollava e cadeva di fianco: cadendo s'aggrappava all'unico sostegno e cioè alla lampada, attaccandosi per quella parte di rivestitura d'ottone cho si trova immediatamente sopra il globo di vetro. Anche prima si era attaccato, ma trovandosi sulla sedia, cioè sul legno, non correva alcun pericolo: cadendo, invece, finiva sul pavimento di terra umido e nel pugno stringeva sempre la lampada, divolta con tutti 1 fili (che però non si erano rotti) dal muro. Il corpo del bimbo veniva cosi attraversato da una corrente di 60 W (la corrente della fase esterna) che si scaricava sul terreno. Le grida acutissime del bimbo venivano subito intese dalla madre che intanto, sopra, lo stava cercando. La donna scendeva, vedeva l'orrenda acena. Cercava di strappare via il bimbo da quell'Intrico formato dalla lampadina e dal fili. A sua volta restava attaccata. Poi, a prezzo di sforzi disperati, liberava sè stessa e il piccolo che, ormai non dava più segni di vita. Reggendolo sulle braccia usciva di casa urlando. Alcuni vicini l'udivano, accorrevano. Veniva trovata una macchina e il suo carico era trasportato alle Molinette. Troppo tardi. La morte aveva già rapito il piccolo Giorgio, A sera tornando dal lavoro 11 papà ha trovato la casa vuota Alcuni conoscenti lo hanno avvertito del fatto. E' corBO come un pazzo all'ospedale. E ieri sera 1 due giovani sposi, abbracciati piangevano insieme, guardando per l'ultima volta 11 loro bimbo

Persone citate: Lorenzo Reggio